La musica dell'Ottocento tra incarnazione dell'ascolto e ripristino delle identità
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La musica dell'Ottocento tra incarnazione dell'ascolto e ripristino delle identità

Invito all'Arte
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Dante Gabriel Rossetti - Beata Beatrix
Dante Gabriel Rossetti - Beata Beatrix

 

L'arte nasce dall'interno e l'artista creando, rinnova di volta in volta quanto si compie nella realtà, facendo incontrare la spiritualità col mondo fenomenico. Tutto nasce dall'interno e avere sensibilità significa proprio trasporre nella casa interiore quanto si svolge fuori.

L'arte sarebbe muta se non ci fossero la sensibilità che ci porta a interiorizzare la realtà che si svolge fuori di noi e la creatività espressa. Anche la Natura obbedisce al suo genio creativo e per questo in ogni tempo è considerata fonte ispiratrice degli artisti ma anche dei fruitori. In tal senso possiamo dire che la Natura contribuisce ad affinare la sensibilità interiore che è sicuramente altro rispetto alla sensibilità dell'intelletto e fisica. Beethoven c'insegna che la vera arte si coltiva dall'interno e che può essere ascoltata solo se si è in relazione con se stessi. Avendo avuto problemi di udito che l'hanno reso sordo alla soglia dei quarant'anni, è riuscito a risvegliare i canali recettori della sua anima e a comunicare in forma di esperienza personale, quindi ancora più toccante, quanto il Romanticismo andava esprimendo.

La Natura attrae ed esprime quello che noi siamo. Il fiore che sboccia sorprende come miracolo in sé chi si sofferma sulla sua apertura. Ancor più emoziona colui che riporta all'interno del bocciolo quanto poi si mostra con la sua fioritura.

Sentire equivale a riportarsi all'interno. Ascoltare è seguire per filo e per segno la voce della Natura e imprimerla in sé. Udire infine, equivale a seguire un discorso compiuto. L'artista che ode è propriamente colui che segue quanto avviene intorno a sé e vi prende parte. È l'aspetto questo impegnato dell'artista spesso identificato col nome di intellettuale.

Quando ci riferiamo al Romanticismo, il termine intellettuale non sembra molto appropriato. L'intellettuale implica uno schieramento che dà adito a una forma di classicità che lo spirito romantico di fatto si propone di superare. Esistono i pensatori romantici, i filosofi, i romanzieri... ma il termine intellettuale sembra ricollocarci sulla linea di continuità con il passato e il classicismo d'élite. Rimanendo in tema, la grande rivoluzione perpetrata dal Romanticismo è proprio quella di risvegliare la sensibilità percettiva del mondo nell'individuo. E questa operazione si attua anche attraverso la musica. Se nei secoli precedenti la musica seguiva la suddivisione per classi, pertanto c'era la musica dotta, la musica sacra, la musica di corte.... poi il melodramna, il valzer... ecc... il Romanticismo apre alla musica intendibile da tutti. In che senso? Proprio tramite l'operazione di emozionare l'ascoltatore dall'interno. È un'operazione questa messa in atto anche attraverso la pittura. Sempre più figure del quarto stato compaiono nelle rappresentazioni pittoriche dell'Ottocento. Incominciando dal mondo rurale, custode della "verità" perché a contatto stretto con la Natura. E proprio prendendo spunto da questo principio nella musica per orchestra si verifica un interscambio di motivi. Difatti accade che sempre più musicisti nell'Ottocento attingano alla tradizione popolare, e nei libretti e nella esecuzione melodica. Così come si verifica il contrario, ossia che sempre più individui umili prendano a intonare arie liriche.

È questa una vera e propria rivoluzione che caratterizza ed esprime la ricerca identitaria portata avanti dall'epoca romantica coniugata all'autenticità, altro tema che osserviamo in rapporto ai componimenti poetici. Il ceto popolare viene visto, all'opposto di quanto sostenuto dal Barocco e dalle epoche precedenti fino al Medioevo, un bacino di ricchezza non solo da sfruttare ma anche da far fruttare in rapporto all'identità di popolo. E proprio su questo punto s'innescheranno le reazioni a sostegno dei nazionalismi e le forme più estreme di nazionalsocialismo del Novecento.

Wagner affronta di petto nella lirica i temi legati al patriottismo identitario, preparando inconsapevolmente forse, il terreno a quanto accadrà in Germania e in Austria soprattutto a seguito dell'affermazione degli Ebrei nei tessuti economici e finanziari di entrambe le nazioni. Si porterà per questa via i popoli nazionali a insorgere, spingendo con Hitler su linee misantropiche e xenofobe gli obiettivi preposti.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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