Dall'ouverture al preludio. Wagner e il valore sacro di un popolo
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Dall'ouverture al preludio. Wagner e il valore sacro di un popolo

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Scenography by Franz Stassen (1869-1949) for Parsifal by Richard Wagner (1813-1883), 1937
Scenography by Franz Stassen (1869-1949) for Parsifal by Richard Wagner (1813-1883), 1937

 

Velare non è nascondere ma lasciare intendere a pochi. In questo si compie la rivoluzione espressiva realizzata dal Romanticismo. Una rivoluzione attuata non solo sul piano denotativo, ma innanzitutto su quello dei contenuti. Lo spirito romantico è un'onda che afflata immergendosi nelle variegature del reale che non penalizzano la sensibilità umana, in quanto vengono da essa intese come risorse.

Esiste al di là di tutto una corrente di affraternamento empatico che stringe ogni forma vitale, non ultimo i popoli anche distanti tra loro. Questo sentimento in apparenza sembra contrastare con gli ideali patriottici e di nazione, in realtà ne risalta i profili e porta i colonizzatori a impiantare propri tradizioni e costumi in terre lontane. È questo un processo ben illustrato dal Colonialismo Vittoriano che innesca in India conflitti e rivolte. Le contraddizioni persistono, non è negabile, ma vengono mascherate dall'intenzione nobile di aiutare i popoli in difficoltà a progredire.

L'armonia degli opposti è una delle finalità prefissate dal Romanticismo che in parte esso raggiunge attraverso la riconduzione alle origini ricercate e vagheggiate che rappresentano il giusto imput alla fondazione accademica dell'Antropologia. L'interesse per il diverso affascina e sposta l'attenzione dal patrimonio artistico letterario a una visione scientifica dei popoli che però resta immatura e fortemente influenzata dall'occhio dello studioso e dalla sua impostazione culturale.

È dall'incontro col diverso che matura la vera coscienza identitaria, è quanto l'uomo romantico va sostenendo incappando in quelli che costituiranno i limiti propri della cultura ottocentesca. Si scoprirà poi l'importanza d'invertire i termini del processo, ma saremo già nel Novecento avanzato.

Fortificare le proprie radici per non essere sopraffatti dal diverso è quanto attraverso la musica va suggerendo Richard Wagner, trasferendo l'ascoltatore delle sue composizioni a un'epoca di miti ed eroi vagheggiata dal Medioevo sassone e germanico. In lui si ravvisa già l'ombra del tramonto della grandezza del suo popolo che rappresenta nel piccolo quanto si va profilando in ogni nazione occidentale. Urge separare la definizione di popolo da quella di nazione affinché le radici identitarie che affraternano nel concetto di patria non vadano perdute. Il tramonto dell'eroicità di un popolo, in questo caso il suo, si coniuga con la fine dei valori identitari, ponendo l'accento sulla sacralità delle radici di un popolo, contenuti questi su cui insisterà nel nuovo secolo il narratore filosofo Jünger.

L'ombra di luce sulla nascita di un popolo è l'alba che rimane impressa nel percorso evolutivo come una vaga memoria intrisa di nostalgia che porta a guardare indietro, a quell'inizio remoto, con note d'intensa malinconia. Partendo da questo presupposto, Wagner nella sua musica come già Chopin alcuni anni prima, sostituisce l'ouverture sicuramente più lunga, con il preludio. Dal latino, il preludio è una forma di esercitazione non solo tecnica, più che altro emozionale. Deve suggestionare l'ascoltatore riportandolo agli albori della civiltà di cui è parte. Al Big Bang della nascita del suo popolo da cui ha preso a scorrere il tempo della dimenticanza. È un'operazione questa che richiede forte sensibilità immaginativa e cultura mitologica intesa quest'ultima come scrigno dello spirito di un popolo. Wagner dimostra di possedere entrambe e di avere in mente il disegno preciso con cui portare a svolgimento la sua operazione da compositore. Al preludio corrisponde la chiusura prolungata con cui creare l'idea del tramonto, la fine di un'epoca e la deposizione dello scettro di un popolo. "Il crepuscolo degli Dei" che conclude il ciclo del "L'anello dei Nibelunghi" è una vera e propria sinfonia che avvolge l'animo con i suoi accordi armonici e struggenti in un declino che scivola via dal cuore, sorretto dagli accordi. È profetico e va legato al preludio, il sole nascente che scalda l'epopea di un popolo contraddistinto da un'impronta divina.

Il personaggio che più di tutti rappresenta la sensibilità del popolo germanico è Parsifal a cui Wagner dedica un'intera opera. Il preludio al Parsifal inonda di luce e riporta l'ascoltatore all'alveo delle origini bianche, di purezza, proprie dell'eroe narrato.

 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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