L'Ottocento è stato il secolo delle invenzioni importanti impostate sullo stile di vita dinamico acquisito. Se il Quattrocento e il Cinquecento furono contrassegnati dalle grandi scoperte geografiche, L'Ottocento vede l'esplodere del Colonialismo e dei fenomeni immigratori che designano l'esigenza di velocizzare gli spostamenti.
Il Quattrocento e il Cinquecento con la visione antropocentrica richiesero la necessità di esplorare i cieli e la terra nella prospettiva di assicurare la centralità dell'uomo. Ciò richiese un affinamento dei metodi e degli strumenti della ricerca scientifica da cui trarre risposte e conferme. La scoperta dell'America e di altre terre permise all'uomo di occupare altre realtà rendendo tangibile ciò che riteneva sconosciuto o impossibile. Quanto supposto dai grandi geni del passato trova ora la sua collocazione a cui l'uomo può accedere di diritto. La Rivoluzione Copernicana pone un freno all'esuberanza dell'uomo e lo porterà a riconsiderare la via magica con cui poter esplorare altre verità e altri mondi.
La fisicità si comprende essere un inganno. L'uomo è altrove grazie all'energia legata al suo Sé e la scienza stenta a credere in altre vie che non siano la sua, concedendo all'uomo la possibilità di viaggiare solo tramite la fantasia e l'immaginazione. La consacrazione della scienza alla religione porta all'Inquisizione che cerca di porre un freno all'avanzamento delle possibilità umane tramite la via magica. La Rivoluzione Copernicana dà un forte scossone alla presunzione umana ma allo stesso tempo infonde un nuovo respiro alla supponenza della Chiesa espressa nella pretesa di evangelizzazione dei popoli più lontani. Il dominio che le viene sottratto dall'osservazione scientifica del cielo decide di riservarlo alla posizione di prestigio da occupare sulla terra, possibile attraverso la cancellazione di culture che possano minare il suo potere, nonché mettere in discussione le sue convinzioni.
Nell'Ottocento alle scoperte subentrano le invenzioni. Dal carbone si passa all'acciaio mentre il treno permette di raggiungere in tempi brevi luoghi lontani. Anche le navi subiscono importanti ammodernamenti finalizzati all'impiego di un sempre minor tempo per collegare coste lontanissime.
Spesso siamo portati a confondere le scoperte con le invenzioni. L'invenzione segue alla scoperta ed è l'applicazione pratica della scoperta. L'uomo dell'Ottocento ha chiara la percezione di vivere in una realtà soggetta a cambiamenti e a finte certezze. Ciò che è certezza è altro rispetto alla verità e lui cerca di trarre profitto da questo nuovo ordine di cose. Cambia il modo di concepire la luce associata alla velocità e il distacco dall'unità con l'ambiente incomincia a dare i suoi frutti. Il cavallo come mezzo di comunicazione si vede superato e di conseguenza anche il contatto stretto con la Natura che le cavalcate impongono. La carrozza prima e ancor più il treno cambiano il contatto con la luce che diviene sempre più in fuga rispetto alle capacità umane di coglierla. Questo spiega la poliedrica produzione dei pittori che si applicano in più stili, smembrandosi in essi e qui cercano una nuova soluzione attraverso nuovi codici di ricomposizione. (Vedi ad esempio Munch). Ricomporre ciò che la luce smembra è quanto si prefigge l'arte sul finire dell'Ottocento, cercando di ricompattare dietro nuove esigenze il legame sempre più compromesso dall'incalzare del progresso, tra via magica ed espressione estetica.
https://images.app.goo.gl/PbPZ4hCXXgXQ92rn6