Il gioco sottile delle apparenze nel tempio dello spirito romantico
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Il gioco sottile delle apparenze nel tempio dello spirito romantico

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La notte di Gaetano Previati
La notte di Gaetano Previati

 

Appassiscono le mimose e fioriscono gli oleandri. È come se si spegnessero tante lampadine gialle, a grappoli e silenziosamente, senza scompaginare nulla, né gli occhi di chi guarda. Eppure, quanto rumore fa un'anima che sbiadisce fino ad assentarsi e a diventare niente. Dove va a morire il corpo e cosa diventa poi? Nulla può scomparire e tutto deve inevitabilmente trasformarsi. È questo avere fede e questo porta a soffocare ogni intenzione di superbia.

L'alternanza crea il ritmo e dal ritmo nasce la comprensione profonda delle cose.

Esiste l'apparenza e l'appariscenza, ed esiste l'apparizione. La seconda è la negazione della prima. L'apparenza ha valore formativo. L'apparenza è un invito a scendere nel cuore delle cose ed è quanto suggeriscono i componimenti romantici. L'apparenza è la via attraverso cui compiere l'incanto. La penetrazione nelle cose denudandole e cogliendole per come esse sono. Essere equivale in questo caso a trasformarsi. Attraverso la percezione dei sensi noi trasformiamo quello che osserviamo o tocchiamo e allo stesso tempo trasformiamo noi stessi. È quanto la fisica novecentesca metterà a punto. Nel Romanticismo questo processo non è ancora dimostrato scientificamente, eppure viene accolto per vero da quanti subiscono il fascino e apprendono le teorie orientali sul mondo delle apparenze. Sembrerebbe da una lettura approssimativa dell'opera "Il mondo come volontà e rappresentazione" di Schopenhauer che il mondo delle apparenze influenzi l'uomo negativamente e si contrapponga a quello dell'essere. In realtà, il filosofo vuole comunicarci altro. Ossia che l'apparenza non è la sostanza e che l'apparenza e il mondo della Natura sono il tramite con cui cogliere l'essere.

Nel momento in cui compiamo l'operazione di andare oltre il velo di Maya, applichiamo una modifica alchemica, una trasmutazione che non ci lascia soli e disorientati ma che ci porterà con sé in un viaggio di trasformazione dentro noi stessi. Ciò succede nel momento in cui siamo sullo stesso piano con quanto osserviamo, sul piano fertile e umile della Natura. Nel momento in cui con tracotanza ci approcciamo al mondo della vita, questo rapporto di influenza reciproca non accade. È questo il piano della magia nera e della stregoneria. Il precedente, quello vero e proprio della Magia.

L'apparenza è l'introduzione, l'ouverture che si fa preludio col Romanticismo. "Preludio" significa il momento che precede il gioco. Non dimentichiamo che per gli antichi i giochi erano modi semplici di apprendimento. La lirica ha la sua funzione di riflettere e indurre a riflettere sugli aspetti del mondo. Sulla scena l'appariscenza è d'obbligo, perché sulla scena si riportano aspetti della realtà sociale o il mondo vergine dei miti che introduce alla magia. La comunicazione sulla scena svolge una funzione didattica di specchio riflettente che cambia il mondo secondo il meccanismo della catarsi che va ben oltre l'individuo stesso, e a suo tempo sperimentato nel teatro da Shakespeare. Se l'aspetto formativo manca o viene ignorato, l'apparenza esplode e degenera nel contempo in appariscenza. L'appariscenza è espressione della tracotanza umana che spegne l'intesa col mondo della Natura. È l'emersione del singolo o di una fetta di società che ricerca il potere. La tracotanza o l'orgoglio poggiano sulla disgregazione dell'Uno, per cui spogliano ogni sostanza. È quanto accade a Versailles e negli ambienti dell'alta aristocrazia nel Seicento e nel primo Settecento.

L'apparizione è la conversione improvvisa, il lampo che squarcia i veli delle cose e lascia emergere il tronco del vero. L'apparizione è la tensione del Vero verso l'uomo che s'incammina tribolando sulla via della liberazione dalle tenebre. È la Verità che va incontro all'uomo nelle epoche di forte crisi della responsabilità umana nel proprio e personale agire, così come nell'agire collettivo.

La conversione dell'Innominato capiamo allora che non è la nota stonata all'interno di una narrazione che riproduce il quadro storico del Seicento. È la nota che suona a un'intensità maggiore sullo spartito monocorde del clavicembalo. È l'intensità che dissolve il panno dolente della teatralizzazione della società. È l'evento che magnetizza l'attenzione e determina la svolta.

L'apparizione è Dio che si manifesta all'uomo, non sempre in forma fisica. È questo un altro elemento che nel Romanticismo ci accosta al Gotico anglosassone. Chi non ha fede ma vive in sé l'incubazione del germoglio spirituale viene sorpreso da attimi o immagini folgoranti. Si può non avere fede o averla persa ed essere illuminati da un incontro che agli altri risulta inconsistente ma che per chi lo vive diventa stravolgente. È questo il valore della visione o apparizione. Ti sceglie e comunque sia, rimane un'esperienza individuale anche se condivisa.

L'impronta gotica travalica il Romanticismo e va arricchendosi di nuovi attributi. La ritroviamo nel Decadentismo d'Oltralpe. La incontriamo come epifania nel romanzo "Il ritratto dell'artista da giovane" di Joyce, rappresentando il salto iniziatico nell'età adulta a cui accede il protagonista, attraverso la visione della donna uccello.

 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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