Con l'avanzare del progresso tecnologico tutto si fa più domestico, anche l'irrequitezza selvaggia. L'uomo percepisce il senso della misura oltre se stesso, nella realtà che assume fattezze oggettive che danno vita a caratteri di docilità. Col Positivismo l'uomo sembra avere la meglio su tutto. Si carica di un nuovo coraggio che si converte in bramosia.
Parallelamente, nella moda si va incontro a uno snellimento delle forme e a una sobrietà che riflette la rappresentazione dell'uomo vincente. La giacca, la capigliatura, il nastrino scuro su camicia bianca, tutto mostra un'immagine dell'uomo estremamente curato ma anche impegnato non più politicamente ma soprattutto nell'economia. È questo il profilo dell'uomo di città imprenditore di fine Ottocento, trasgressivo nei confronti di uno stile di vita domestico e che per lavoro è costretto a stare lunghe ore lontano da casa se non lunghi giorni. Le donne avvertono la mancanza nel cuore, mogli o innamorate che siano, e questo nuovo sentimento degenera in malinconia o in esagerata frivolezza. La donna sotto la corteccia della compagna aziendale nella conduzione dell'attività di famiglia, scopre un volto di solitudine che non trova più riscontro nella familiarità della Natura. È disarticolata, sembra smarrire di vista se stessa e lo stile che l'avvivina alla moda maschile sembrano sradicarla sempre più dalla sua essenza vera.
È questa l'altra faccia della Belle Epoque. Donne che si scoprono solidali verso le altre donne fuori dalle mura domestiche, donne sedute nelle sale da tè eleganti, annoiate o perse in conversazioni amene. Donne con lo sguardo perso altrove. Questa è l'immagine che ci restituiscono i grandi pittori dell'epoca da De Nittis a Renoir. E poi i bambini da non trascurare con amorevoli cure, abituandoli a un progresso confortevole che però sgualcusce i tessuti dello spirito.
L'imprenditoria femminile di fine Ottocento è un aspetto dell'epoca non trascurabile e che porta la donna a contatto diretto con la realtà solida. Il sogno romantico perde la sua valenza di sostanza e diventa trastullamento, distrazione leggera dagli impegni quotidiani. Ci s'innamora del maggiordomo, del giardiniere illudendosi che quelle maniere dolci, quelle cure premurose possano durare in eterno. Il guardacaccia rappresenta il mondo antico e selvaggio. Il vigore e la tenacia maschile al cui fascino è difficile sottrarsi, come dimostrano i romanzi di Lawrence, in particolare "L'amante di lady Chatterly", un affresco dei primi anni venti del nuovo secolo. Qui il travaglio emotivo e psicologico della moglie premurosa ma allo stesso tempo traditrice rivela i turbamenti profondi che caratterizzano la nuova società. La bellezza dei nuovi romanzi è in questo.
Nel tratteggiamento di un mondo levigato di bellezza in cui la lascivia scompare dietro una sostanza di soavi sentimenti che, per quanto inappropriati e poco consoni, hanno una loro luce che va oltre i sospiri dell'effimero piacere. La donna svenevole che caratterizzerà il divismo primo Novecento è lo strascico di questa dimensione di contrasti in cui è difficile rintracciare il colpevole. Resta la consolazione del tempo libero, l'attenzione riservata alla prole affinché s'inoltri nella calma quiete della vita. Il mare è presagio e certezza di un nuovo slancio verso la libertà. Prendono vita gli hobby e il desiderio puro di abbracciare il mare senza altri fini se non quello di divertirsi sulla sabbia, fare lunghe passeggiate e lanciarsi in una piacevole nuotata.
Il mare non è più una realtà a parte che riguarda marinai o soldati, oppure i migranti delle lunghe traversate. Si scopre il piacere del gioco, una distrazione pulita che accompagna donne e fanciulli, aprendo così la strada a un nuovo mondo e di riflesso a una nuova moda. Quella dello stile marinaro.