Il regno del mare e la dimensione sommersa nell'immaginario iniziatico dell'Ottocento
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Il regno del mare e la dimensione sommersa nell'immaginario iniziatico dell'Ottocento

Invito all'Arte
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Edouard Riou - Journey to the Center of the Earth
Edouard Riou - Journey to the Center of the Earth

 

Ritrovare l'acqua in ogni cosa. Nei ricami di luce nei boschi, tra i campi. Riflessi che trasbordano dagli orli delle nuvole nelle ore di passaggio aurorali o crepuscolari di assaggio della sera. Questo fa l'Impressionismo, presentandoci il mondo come fosse una realtà sommersa e noi, pesci che abitano questa dimensione.

Il pesce è un simbolo che ci riporta lontano. Ha il sapore della vita, di fresco in bocca. I pesci d'argento sono figli della luna, compagni stretti dei capelli nell'età del tramonto. Il pesce è un simbolo alchemico antichissimo. È il desiderio della trasmutazione che divora l'iniziato quando è giunta l'ora. È il passaggio da una dimensione all'altra ben rappresentato dalla balena che nuota negli abissi e poi emerge per prendere boccate d'ossigeno e ritirarsi nelle sue profondità. È un ponte tra il regno fluido e il nostro terreno e nutrito d'aria. Le tribù indigene dell'Oceano Pacifico adorano il pesce arcobaleno che rappresenta il ponte di luce tra questa e la dimensione dell'aldilà a cui passano i defunti.

Il pesce è il simbolo di Cristo che invita gli apostoli a pregare perché è giunta l'ora. È la pietra grezza che si trasforma in argento e da qui in oro, ricongiungendosi al fiume cosmico degli eventi. Il pesce divoratore lo incontriamo già nella Bibbia a proposito di Giona. Nell'acqua non c'è gravità e occorre ritornare alla dimensione sospesa dell'antetempore per acquisire il senso vero della vita.

Ognuno è qui il riflesso di un essere siderale, il suo gemello smarrito nel Cosmo. Esistono i due oceani , uno superiore che ci governa e l'altro inferiore che ci circonda. Per gli antichi mesopotamici il firmamento era composto di acqua meno densa definita oceano superiore. Questa immagine è stata poi acquisita dal popolo egizio che concepiva il Nilo come una propaggine del sentiero di stelle percepito nel deserto ad occhio nudo e a cui noi abbiamo dato il nome di Via Lattea, la nostra galassia che contiene la radice greca di "mare".

L'Impressionismo ritrova tutto questo corredo immaginifico e simbolico dentro di sé tramite i colori, e lo riapplica ai suoi tempi. Il mare è metafora dell'oceano interiore aprendo al flusso di coscienza. La nostra anima è liquida nella consequenzialità di memorie e situazioni richiamate dal filo sottile che solo lei conosce e che si fa beffa dei vincoli temporali. Il mondo riflesso è quello che ci circonda e tra i suoi elementi s'infila la luce creando arabeschi, arcobaleni e trottole di colori che sfigurano la realtà per lasciarne emergere il vero senso.

Per capire fino in fondo l'Impressionismo occorre spingersi nel mondo riflesso dai colori del pittore nell'acqua. Fin dove si addentra il pennello, lì è la dimensione conosciuta che tramite la luce dà volto all'uomo e alla sua realtà. Sotto regna l'abisso, il tutto sommerso.

Tutto ha un suo riflesso, il suo doppio nella vita che narra agli alti sistemi di un sosia tra le stelle. L'Impressionismo anche inconsapevolmente ce lo ricorda, e la passeggiata in barca sul lago diventa altro che ignaro guarda dal basso la forma di provenienza. Le ombre sono anche luce e come l'ombra anche la luce presenta tratti di enigmaticità. L'Impressionismo, partendo da questi dati aiuta molto la cultura del secondo Ottocento a interessarsi del mare come luogo mistico e magico. Jules Verne è un esempio con la sua scrittura di mondi sommersi che siano cunicoli o grotte o interni della pancia del mare. Egli descrive popolazioni fantastiche in modo così minuzioso, da suggerire l'ipotesi che esistano realmente. Così come vere sono le testimonianze raccolte all'epoca di avvistamenti di esseri strani, bestiali nel cuore delle foreste o su alture inaccessibili. È così che prende forma in quegli anni la letteratura fantasy sulle basi della narrativa gotica con in più uno studio mitologico che rende vero un mondo pullulante di nuovi popoli che in realtà sono antichi quanto la terra su cui camminiamo. Su Verne circolano strane storie riguardo anche ad esperienze al limite del credibile. Restano i suoi capolavori sorretti da filoni fantascientifici che attestano l'esistenza comprovata di quanto da lui teorizzato ed espresso nei romanzi.

Il mondo oceanico suggerisce un vasto repertorio d'immagini nell'Ottocento. Le imbarcazioni si fanno più solide e tecnicamente affidabili. Il pescatore è colui che conosce ed esplora la magia di luoghi ai quali nessuno è ammesso ed è visto come un ibrido, una creatura terracquea, una definizione attestata già in tempi remoti nelle civiltà del Pacifico e dell'Oceano Indiano in rapporto però alle pescatrici di perle che grazie ai viaggiatori letterati e al nuovo filone d'avventura calcato da Salgari, prenderà piede in Occidente. Il pescatore è figlio del cielo e del mare. È il Ponte e il tramite. È colui che seda le intemperie in mare aperto e sopravvive alle burrasche che piegano gli alberi delle vele come fossero fuscelli. Conosce le rotte dei marinai e le vie solcate dagli astri in cielo. Vede fulmini schizzare tra le onde, trombe marine avvolgere e tirare su pesci che di colpo diventano uccelli. Le leggende divulgate dai pescatori e cacciatori di balene si propagano ovunque come fuoco. Sono maghi, santi e maledetti. Sono i figli del cielo e del mare sulla tavolozza senza fine dell'oceano, che conoscono antiche preghiere con cui vincere i demoni dei marosi e tagliare le trombe con le loro spade. Nel Sud Italia pullula un corredo di storie legate ai pescatori di spade e tonni. È il repertorio dello Stretto che congiunge o separa Sicilia e Calabria e ha come degni protagonisti proprio i pescatori di pesce azzurro di grosse dimensioni come il pesce spada e il tonno.

La figura immortale del pescatore che muore e rinasce a ogni tempesta colma di straordinario il mondo consueto dei piccoli paesi, dando luogo a storie di miracoli e magie che hanno al centro la figura del pescatore che recitando la preghiera misteriosa rivolta a Santa Barbara, taglia le code di "zifuno" con il coltello a scimitarra e arriva salvo a riva.

Pesce grande mangia pesce piccolo. Nel mare, nel regno del principio si è soli come quando si nasce e muore. Sono queste le due esperienze più private che segnano il passaggio e col quale l'uomo deve confrontarsi per compiere il grande salto. Collodi nel suo romanzo di formazione "Pinocchio" non avrebbe potuto non inserire l'episodio del burattino che viene ingoiato dalla balena. 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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