Il ''vascello fantasma'' e L'Ottocento dei miti
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

Il ''vascello fantasma'' e L'Ottocento dei miti

Invito all'Arte
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times
The Flying Dutchman by Charles Temple Dix
The Flying Dutchman by Charles Temple Dix

  

Nel mare tutto si compie. In esso nulla si confonde e ogni cosa trapela con la sua luce e il suo odore. Ci si riappropria del mare ma occorre possedere un'anima altrettanto profonda per comprendere ogni traccia che da esso risorge fino a diventare stella e a schiumare in un istante eterno.

Veniamo qui sulla terra per acquisire una forma finita e la lasciamo, solcando l'onda dell'infinito che fa essere presente tutto ciò che è tramontato. Un ricordo, un ritrovamento segreto, un profumo segnato. E allora quando una nuvola di sensazioni lega a noi chi non c'è più, la vita potrà dire di non essere passata invano.

È del mare il conosciuto e l'inarrivabile che va a sommarsi all'impossibilità. È del mare la figura dell'eroe che si espande oltre lo spazio e tintinna come spiccioli nel chiaro oscuro della memoria individuale. L'oro colato è nelle tracce che abitano i fondali marini. È in essi l'avversione alla morte a cui continuamente il mare ci chiama.

L'uomo potrà raggiungere i paradisi più remoti che come laghi di sabbia e terra si stendono sulla pelle del mare. Potrà perlustrare palmo a palmo le isole vergini come olio lucido distese a macchia di leopardo sulla linea di confine tra il conosciuto e l'imperscutabile, ma ciò che dimora sotto l'instabilità del regno fluido accende l'immaginazione di vita e ci tuffa dentro.

È quanto accadde nell'epoca in cui presero vita le storie più incredibili legate o ispirate proprio dal mare. Verne, London con i suoi racconti sui mari del Sud, Salgari... e tanti altri hanno ascoltato storie di vecchi pescatori e marinai. Anche loro in prima persona, un esempio ci giunge proprio Jack London, hanno avuto modo di vivere le avventure per mare e di rielaborarle col taglio magico della propria penna immaginativa.

Il mare fa proprio questo. Insegna ad ascoltare cose taciute e non a tutti rivelate. La rivelazione è del mare nei miraggi degli orizzonti sfumati in un tripudio di cristalli sciolti dal sole che balzano a stormi sulle onde. Poi si eclissano in un baleno per riemergere di nuovo per volere dell'attrazione dinamica tra il sole e l'acqua salata.

Il mare insegna ad ascoltare con gli occhi, ad ascoltare la propria interiorità e la conchiglia o chiocciola di mare ci parla dell'incontro con noi stessi. La leggenda a proposito dell'illusione ottica sullo Stretto di Messina, chiamata Fata Morgana, le leggende legate ai vortici tempestosi del Maelstrom in Scandinavia, le storie più moderne che narrano e cercano spiegazione su quanto accaduto nel triangolo delle Bermuda, a questo aggiungiamo le strane apparizioni di Lock Ness nel lago scozzese, sono tra i più conosciuti esempi di tutto ciò che stimolato dall'acqua dà vita a una collana di storie e leggende in cui il vero protagonista è il narratore. Forse per il tasso elevato di analfabetismo, nonostante l'accelerazione dei processi evolutivi della storia dell'uomo, forse per il grande risveglio del sentimento di coralità, L'Ottocento al pari del Medioevo, ritrova il valore della trasmissione orale. Grande impulso questa ebbe nei moti di sobillazione popolari in favore del consolidamento della definizione di patria fondato su un sentimento travolgente e collettivo. Si aggiunga la sempre maggiore frequentazione di club e circoli.da parte degli affiliati alle corporazioni dei mestieri, i primi ritrovi sindacali e poi, non ultimo, i caffè, le drogherie e le locande veri e propri luoghi di scambio e di confronto su temi che spaziavano in lungo e in largo da quelli più sofisticati dei circoli letterari, a quelli più semplici rivolti a operai e marinari. I circoli marinari fervono presso i porti. Vi si accede per essere reclutati nella manovalanza oppure semplicemente per apprendere storie straordinarie che, per quanto fantasiose, hanno all'interno un paesaggio variegato di immagini e situazioni che aprono alla conoscenza dell'animo umano. I circoli marinari, i luoghi di ritrovo dei portuali ancor più dei prestigiosi circoli dei canottieri affascinano e coinvolgono pittori e scrittori che vogliono spingersi oltre il conosciuto e abbracciare l'essere umano nelle sue indifese nudità.

È dal Seicento in poi, con le rotte olandesi delle Compagnie delle Indie che il mondo del mare vivacizza il tessuto culturale popolare della società. Il mare prepara ad avventure e disavventure, tra queste non mancano gli scontri con i pirati del Pacifico. I pirati, i corsari hanno sempre costituito un problema per le flotte mercantili che si spingevano in Oriente. L'assalto dei Turchi, degli Ottomani hanno condizionato e tinteggiato di avventure esotiche spesso sfociate in operazioni di conquista vere e proprie la storia delle realtà meridionali e di tutto il Mediterraneo. I resoconti storici del Medioevo e da lì a venire narrano di imprese consumatesi nel nostro mare a difesa dalle usurpazioni piratesche. Ma è nell'Ottocento che il fenomeno esplode in quanto corredato da tutto quel repertorio gotico che connota il Romanticismo. Ho già avuto modo di descrivere cosa ispirasse la figura del vecchio marinaio nel Romanticismo. Del resto il capolavoro di Coleridge, la sua ballata, lo esprime egregiamente. Storie di velieri che salpano alla volta delle Indie per l'importazione del té, le baleniere e tanto altro arricchiscono e fanno lavorare l'immaginazione, insegnando agli ignari a favoleggiare su mondi oscuri.

È questo il terreno sommerso che dà adito alla nave fantasma di diventare protagonista di diverse storie e leggende. Che fosse un veliero condotto da un comandante olandese sceso a patti col diavolo pur di ritornare a casa sano e salvo, oppure uno dei tanti scafi inghiottiti da furibonde tempeste, nessuno lo sa. Certo è che l'Olandese Volante e la sua ciurma fantasma viaggiarono di bocca in bocca e di porto in porto costituendo uno dei più affascinanti episodi di suggestione collettiva. Furono tanti a giurare di averlo visto nella bruma di onde giganti affacciarsi all'orizzonte per poi venire di nuovo inghiottito dall'impeto dei marosi. Che abbia suggestionato lo stesso Coleridge non ci sono prove. Di certo Poe gli dedicò un racconto e Wagner lo consacrò nel tempio della intramontabile lirica. L'Olandese Volante diventò un mito costruito su vecchi miti ancora in grado di suggestionare, andando a sposare il prototipo del naufrago che diviene figlio del mare. Non c'è racconto esotico o d'avventura che non faccia anche inconsapevolmente riferimento a lui. Ha segnato un'epoca e coronato il gusto Gotico sforando i confini col Novecento. La nave fantasma è diventata simbolo di una generazione, quella della gioventù anni Ottanta, alla ricerca di un punto tangibile nell'Universo e di certezze solide nel proprio patrimonio emozionale. Il cartone animato Capitan Harlock e la storica band inglese dei Sisters of Mercy lo hanno, secondo le proprie inclinazioni, inverato e omaggiato, rendendolo ancora più affascinante e lanciandolo verso un futuro che si spera non lo lasci svanire nella luce morbosa di una invasiva tecnologia.

Ho scritto e condiviso questo articolo
Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

Ti potrebbero interessare anche:
home-2-ads-fsp-cca-001