Segantini, Previati e Longoni. La pittura italiana all'alba del nuovo secolo
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Segantini, Previati e Longoni. La pittura italiana all'alba del nuovo secolo

Invito all'Arte
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Emilio Longoni 1859 – 1932 pittore italiano - Ritratto alla bambola olio su tela
Emilio Longoni 1859 - 1932 pittore italiano - Ritratto alla bambola olio su tela

 

L'arte, anche quella più ancorata alla realtà, non è illustrazione fedele ma esempio supremo che ci porta ad andare oltre. Guardando un'opera, ascoltando un brano, attraverso la lettura di un racconto o di una poesia, noi c'immergiamo in un tempo e in una realtà che altrimenti non potremmo avvertire dentro di noi. Ci sentiamo trasportati da qualcos'altro non per insoddisfazione puerile, ma perché è in noi la ricerca della patria agognata che accende lampi di una profonda e inappagabile nostalgia.

L'inappagabile è di chi non vive la realtà legata al tempo e non ha ambizioni di conquista. L'inappagabile non è l'esteta edonista che si smarrisce tra i sensi che non riesce ad acchiappare. L'inappagabile è rinuncia e sete continua di una bellezza che agli altri è superflua. Per capire quanto la Bellezza abbia influito sull'arte e sull'uomo, occorre in ultima analisi recuperare il filo con la pittura dell'Ottocento che in Italia ha espresso esempi di sbalorditiva levatura e sul finire di un secolo che già guardava verso il declino degli ideali dell'uomo. Segantini, Previati e Longoni sono, specie i primi due, coloro che definiscono il passaggio da una pittura narrativa a un'altra che è di tipo emozionale. Segantini, nonostante la sua inclinazione al Verismo, ha fornito esempi di una pittura capace di penetrare le sfoglie dell'animo femminile, carpenedone esigenze e messaggi. La Natura è la patria antica della donna infaticabile lavoratrice che vive la vita come dono ma che altresì percepisce la propria inutilità in un mondo che va sempre più artificializzandosi e perdendo la cognizione di sé. Sono belle e profonde le donne di Segantini. Viaggiatrici inesperte alla ricerca dello spazio fisico di un sogno che le nutra e le lasci vivere nell'aura dell'autenticità. È su questa linea che insiste Previati fortemente influenzato dalla Scapigliatura che lo porta a dissentire e a straniarsi dalle vedute borghesi e perbeniste del nuovo mondo.

Associato alla corrente del Divisionismo per tecnica, Gaetano Previati dimostra quanto la luce guidata dal sentire dell'artista sia capace di creare e ricreare ambienti e il giusto habitat in cui l'uomo possa trovarsi a proprio agio e scoprire il calore di una familiarità intuita e altrimenti negata. Le opere di Previati effondono, trasudano una morbida luce in cui ogni figura è immersa. La sensazione supera il contorno e la traccia del disegno sicuramente poco importante rispetto all'effetto trascinante che l'opera suscita. Vicino per atmosfere ai Preraffaelliti, la pittura di Previati risulta meno descrittiva ma calda e carica di un respiro vero, di quello stesso respiro che il pittore per primo è andato cercando, peregrinando tra sogni e incanti trasfusi dal sogno nella realtà. Non è surrealistica ma mitologica e leggermente bucolica, la pittura di Previati, pennellata qua e là da toni gravi che colpiscono come duri lanci di bombe a rivelare l'aspetto crudo di una realtà capace ancora di filare sogni. L'amore si fa elevazione e dolore, e qui si ravvisa un richiamo metafisico che va oltre l'ontologia delle opere. Il dolore è parte della bellezza incompresa nel concepire la vita secondo gli schemi di ideali antichi. La luce si fa allora effusione di arcane memorie che a singhiozzi rispuntano nel cuore della donna che pure resta l'ultimo legame con una culla lontana.

Con Longoni si va alla ricerca di un'intesa che smussi la solitudine esistenziale. La condivisione abita le ore scarne del silenzio. Non parla, la si può intuire come un filo dorato di salvezza teso da un cuore all'altro. Ricorda Hopper ma la sua è una narrativa cromatica più sensuale e sognante, che esalta la grandezza di un figurativo ben illustrato. Longoni in un mondo che sempre più va astraendosi dalla forma, riporta al disegno d'infanzia altamente lirico ma per nulla sensazionalistico. Ci sono vuoti e distanze sulla stessa tela a definire quel bisogno di intesa che cementi il mondo e lo conduca alla deriva della sfiducia esistenziale. La poesia è in quegli spazi dove il fruitore stenderebbe l'abbraccio della Madre a contenere e a intessere fili tra i rapporti sempre più radi e sfuggenti. Come una corrente di continuità abbraccia Longoni e Segantini passando per Previati. Sono figli di un tempo che ha sicuramente la necessità di nutrire l'uomo dall'interno col cuore morbido di una madre in bilico nella modernità incalzante e che ancora lascia sperare di potersi offrire al mondo.

 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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