L'Ottocento e la via della testimonianza scritta
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L'Ottocento e la via della testimonianza scritta

Invito all'Arte
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Giuseppe Mentessi Pace, 1907
Giuseppe Mentessi Pace, 1907

 

Le parole un tempo raccontavano, oggi raccontano e raccontano di insignificanti virtù e di un mondo ormai a pezzi. Un tempo le parole raccontavano. Erano produzione concreta del pensiero. Tracce di ebano sul selciato ruvido.

Si era in compagnia innanzitutto di se stessi.

Quante lettere mai spedite o bruciate e dallo stesso emittente. Quante lettere, tante! Mai arrivate a destinazione. Scippate prima che giungessero nelle mani giuste dai governanti o dai padri padroni che vietavano incontri e illusioni alle loro figlie adorare. Ci sono tanti modi di amare e uno solo è quello giusto. Quello che rende felici appagando l'anima.

Nell'Ottocento la scrittura è respiro nell'esasperazione. Nonostante il lessico compassato perché è dell'uomo dell'Ottocento misurarsi al cospetto delle parole, egli si mette a nudo attraverso la parola scritta. Egli sa che lascerà un segno incontrovertibile attraverso le frasi vergate mai lasciate al caso e che tutto sono fuorché profane. Esiste la parola della donna che grida al mercato. La parola del mercante e la parola del fuggiasco che sa di perdere ogni partita. Così come esiste la parola del cuore che sovrasta ogni condizione e lega al di là delle decisioni dettate dal tempo, della contingenza. Esiste l'amore, quello puro e vero ed esistono le circostanze che delimitano gli accadimenti. Ecco, la parola scritta si afferma come trionfo nel disordine umano collocato dal tempo. Se vuoi conoscere una persona fino in fondo, non basta come si dice condividere con lei una montagna di sale, serve piuttosto leggere le sue confessioni, quelle autentiche, ossia che nasconde in fondo al tiretto della scrivania.

Nell'Ottocento esisteva la facciata affidata agli eventi mondani o che riguardava le faccende serie, sociali, di lavoro o burocratiche. Il mondo dei sentimenti era destinato a pochi. Esisteva la vetrina dei proclami pubblici e poi, la sfera del privato. Il sacro soglio consacrato a pochi adepti. Per conoscere l'Ottocento bisogna sapere cosa sia la Massoneria non come istituzione di adepti affaristi, ma come di persone che abbiano a cuore la dignità propria e per riflesso, quella degli altri. Bene, l'Ottocento è figlio della Massoneria più autentica, che ha a cuore i contenuti al punto tale da farne tesoro dell'anima.

Esiste oggi la pen drive in cui riportare dati. Ebbene, le persone dell'Ottocento erano geografie di paesaggi e non archivi. Se si era fratelli, lo si era per la vita e per la morte. C'erano le sfide ad armi per amore, perché l'amore era concepito come il nettare, la quinta essenza della vita e non come gioco a premi.

Esistevano il caro e il cara riportati sugli anelli della propria fidanzata o del proprio fidanzato. L'amore era promessa da concretizzare, altrimenti ci si macchiava dell'onta dell'inganno. La peggiore macchia per chi avesse a cuore la dignità propria e dei propri cari.

In Età Vittoriana, ma non solo in Inghilterra, si diffusero gli anelli con l'immaginetta del proprio caro o della propria cara da sposare. Parallelamente agli anelli col teschio, a testimonianza del gusto gotico, quest'altra tipologia di anello dimostrava che l'amore risale le corde del tempo e unisce ciò che il tempo separa. Esistevano le guerre, gli scontri civili e bellici, il senso dell'onore e la difesa della patria. La morte veniva offerta in svariate occasioni sul piatto d'argento , ma proprio per questo non faceva alcuna paura. Si era educati da piccoli alla lotta e le uniche vere lotte erano contro il padrone aguzzino e contro lo straniero usurpatore. La terra, nonostante i sacrifici richiesti, era guardata con amore perché il sacrificio non è costrizione ma invito della vita a convertirsi in amore.

 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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