La donna e la seduzione nell'Ottocento
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La donna e la seduzione nell'Ottocento

Invito all'Arte
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Winterhalter - Madame Barbe, particolare
Winterhalter - Madame Barbe, particolare

 

Solo l'anima seduce. È quanto il Romanticismo è riuscito a trasmettere e a infondere fino ai giorni nostri. L'anima non intesa come qualcosa di astratto ma che assume caratteri di concretezza nel momento in cui intreccia legami di corrispondenza con luoghi e simboli che diventano assorbiti da lei, tasselli preziosi dell'interiorità.

Il soggetto che tanto viene elevato dal Romanticismo è quanto di più distante esista dall'ego incentrato esclusivamente su se stesso. Le corrispondenze sensibili e visive intessono un rapporto biunivoco tra il soggetto e l'altro dando luogo a una molteplicità espressiva. Il protagonismo non è nelle corde del Romanticismo pronto a ridimensionare anche la figura di Napoleone per la sua eccessiva ridondanza e per le sue mire egemoniche.

La guerra è ripristino dell'ordine da attuare con una nuova coscienza che parta dal sentire nobile esalato dalla terra e dai suoi odori. Il pudore è saper intrecciare con gli altri un rapporto di adeguato rispetto che parta dall'interiorità e ad essa sia diretta. Il pudore scalda l'anima e accende il desiderio dell'uomo cacciatore dai nobili attributi.

Non si può prescindere il senso di grazia e di pudore promanato dalla bellezza del secolo diciannovesimo, senza considerare il lato nobile della caccia, un rito più che un costume in voga tra le classi alte fin dalla remota antichità, arrivato ai tempi nostri tramite il rilancio del Medioevo.

L'aristocratico dell'Ottocento si affina nel corteggiamento tramite la caccia ben espressa dal mito di Diana che come abbiamo già visto nei precedenti articoli viene reinterpretato e attualizzato. Il fucile mira al cuore dell'animale che diviene la donna da conquistare ma con i dovuti modi che facciano la distinzione tra l'innamorato e gli altri cacciatori. Il manierismo e la tecnica vengono sorpassati dall'attenzione del cuore che domina ogni impulso meschino e che di risposta riceve le attenzioni sublimi che accendono una travolgente passione.

La donna timida e introversa è un fuoco che va dominato con arte e non represso ed è quanto il Romanticismo attraverso la corrispondenza epistolare amorosa ci ha consegnato.

Uno degli errori che molto spesso commettiamo è quello di confondere il pudore con la pudicizia. Il pudore è un senso che matura dal sentire che si trova riflesso nella personale rappresentazione del mondo. Il pudore è ancorato al sé e nella donna resta anche dopo il matrimonio, in quanto una forma di sensibilità.

La pudicizia invece è una forma di educazione che scade nel perbenismo e, nel fanatismo religioso, degenera in bigotteria. La pudicizia emerge nelle epoche in forte decadenza morale e contraddistingue determinati ambienti della Belle Epoque dove l'intraprendenza femminile viene affiancata da una languida spudoratezza. Il buon nome negli ambienti altolocati non andava assolutamente messo a rischio da una condotta che poteva alimentare pettegolezzi scomodi. È l'epoca del primo cabaret fatto di ammiccamenti e di smorfie lascive che, pur non mostrando alcunché, accendono i sensi di brivido. È l'epoca del Can Can e del Moulin Rouge. Degli eccessi anche sessuali e del gusto del proibito che in pubblico non va mai ostentato.

Le gambe delle donne dovevano essere assolutamente sempre coperte e rivestite di mutande lunghe su cui venivano adagliate le vesti. Le mutande erano un indumento intimo considerato di grande sensualità specie se adornato di trine e lustrini. Sotto di esse le calze completavano la copertura. Il vedo e non vedo era riferito alle scollature a volte esagerate ma sempre decise sulla base della grandezza del seno. In caso questo fosse abbondante, la scollatura della donna stimata non doveva essere esagerata. La scollatura accentuata non era all'epoca considerata sconveniente in quanto non in attrito con la serietà della donna. Lasciava risuonare l'immagine della donna legata alle rappresentazioni della Maternità.

I gusti dell'epoca prevedevano un seno piccolo e gli ampi fianchi, ma variavano in base alle latitudini. Le donne del Nord Europa preferite erano esili e pallide, creature lunari. A latitudini più basse si tendeva a preferire la donna loquace e perfetta signora di casa.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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