Il recupero della Magia a fine Ottocento, alle soglie dell'oscurantismo industriale
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Il recupero della Magia a fine Ottocento, alle soglie dell'oscurantismo industriale

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Praga - Cattedrale di San Vito - Un particolare delle vetrate di Alfonso Mucha
Praga - Cattedrale di San Vito - Un particolare delle vetrate di Alfonso Mucha

 

È dal di dentro che cogliamo la magia. La magia accade dall'interno e parla all'interiorità più primitiva. Ecco perché oggi si è nascosta. Di primitivo cosa è rimasto?

Non è il reale a contaminare la magia ma è la magia a svelare il reale e a rivelarlo per come esso è nella sostanza. È curioso come la parola "reale" possa essere riferita alla regalità così come alla profanità. Più di una volta mi sono soffermata sul bifrontismo di un termine che ha una valenza e il suo opposto. "Reale" associato alla regalità c'immette nel cosmo dorato della sapienza. L'altro, il suo opposto, nella profanità dell'esistenza. Se la Semiotica è materia di studio che completa la formazione dello Storico, la Simbologia invece, è materia che completa l'Antropologo che con gli strumenti a sua disposizione e con una speciale inclinazione rivolta alla sfera sacra oltre l'apparenza delle cose, ci porge il tessuto vero culturale e spirituale di un popolo.

La magia è il seme della vita ed è quanto oggigiorno a livello di contenuti tenta di trasmetterci il Realismo Fantastico, consentendoci di abbandonare il carattere denotativo e di penetrare in quello connotativo che ci fa cogliere ogni cosa come prodigio. Questo ci consente di comprendere come anticamente la realtà, riferita all'Universo di cui l'uomo e il suo ambiente sono misere quanto significative cellule, fosse oggetto di studio dei Sapienti che nelle più evolute società di un remoto passato rappresentavano la casta propriamente reale. La corruzione all'interno della classe sacerdotale, cosa purtroppo esistita, ha portato a un'ulteriore degenerazione della società con la separazione tra regalità e sapienza. Presso i popoli mesopotamici inizialmente, nel mondo egizio il re era anche sommo sacerdote e ciò ha permesso la conservazione di una visione magica e affatto profana della realtà. Per quanto allora fosse dall'uomo distante, il firmamento era concepito come un tutt'uno col mondo terrestre. Il cielo era congiunto al mare e tutto ruotava attorno a una visione sferica.

Il cerchio, la sfera e sulla sommità il triangolo come forma geometrica che intercetta con il suo verticismo superiore le forze del Cosmo. Quanto più l'uomo ha disgiunto (e in questa operazione un ruolo significativo ma in negativo l'ha svolto il Papato) la scienza da una visione unitaria del Cosmo, tanto più l'uomo ha perso il significato profondo della vita e del proprio ambiente. Quanto più si è espansa la logica nello studio scientifico e analitico dell'Universo, tanto più l'uomo ha posto dei confini tra ciò che è di sua pertinenza e il resto costretto tra i rigidi paletti di un mistero improduttivo.

È proprio su questo concetto che si sofferma la cultura spiritualista che conclude L'Ottocento, preparando il terreno al nuovo secolo che si preannuncia di forte crisi emozionale e spirituale. Convertire il mistero da improduttivo ad attivo e produttivo è quanto già si prefiggono di fare i Preraffaelliti e gli ispiratori del Liberty, partendo dal sentimento puro del Romanticismo che, riportandosi all'indietro, ha mirato a recuperare il significato di primitività.

La primitività considerata da questi nuovi ispirati è proprio il contrario di quanto verrà inteso dai Positivisti accanitisi su una visione scientifica e tecnologica della società. Primitivo non è sinonimo di selvaggio e arretrato e su questo concetto si scontreranno l'antropologia nascente e il Simbolismo spiritualista, bensì è un ritorno al recupero di quella cultura di integrazione unitaria tra uomo e ambiente che va sfilacciandosi e tende a disintegrarsi con i nuovi processi della società industriale e capitalistica. La primitività ha una sua regalità. È rappresentata dalla donna dea di fine Ottocento. È vedere magia e mistero con una nuova quanto primordiale ottica che conduce a riconsiderare il profumo delle resine preziose associate alla luce dorata che avvolge l'antichità. È progettare la realtà sulla base di una riconversione dell'uomo sui passi dimenticati della storia non concepita secondo una configurazione lineare, bensì ciclica andando oltre Vico, fondata sulla comunicazione sottile tra l'uomo e gli infiniti mondi.

La verità si sta frantumando è il monito di Nietzsche. La realtà , quale realtà? Ha preso il posto della verità e della regalità mal rappresentate dal gota aristocratico. La fine dello Zarismo col massacro dei Romanov e l'affermazione del nuovo assetto bolscevico siglerà la morte della cultura nel mondo occidentale che espanderà i raggi del suo sole nero fino all'estremo Giappone. È l'implosione del mondo con la caduta degli dei.

 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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