La narrazione romantica all'ombra di una fiaba. La semplicità nella sacralità pagana
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La narrazione romantica all'ombra di una fiaba. La semplicità nella sacralità pagana

Invito all'Arte
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Peder Severin Krøyer - Sulla spiaggia sud di Skagen
Peder Severin Krøyer - Sulla spiaggia sud di Skagen

 

Tutto nasce da un racconto e quale racconto si mostra a tutti facile da leggere che non sia un paesaggio? Ogni racconto riposa all'ombra di un paesaggio. Sembra una definizione romantica e in parte lo è perché proprio il Romanticismo inglese nasce con questa particolare impronta che avvicina tutta la narrativa ottocentesca al regno degli archetipi.

È curioso come più semplice sia il paesaggio che ispira e in cui nasce la storia, più contorto sarà lo svolgimento e non parlo tanto a livello di trama, quanto proprio delle emozioni e dei significati raccolti nello scrigno delle parole dipanate. Questa premessa è già un avvertimento indirettamente diramato dall'uomo sulla complicazione del mondo delle illusioni, artificializzato dal progresso che seduce e irretisce. La verità è semplice e complessa. Mai complicata.

"C'era una volta una casa con accanto un albero su un prato, un po' fuori dal paese."

È già un inizio che lascia presagire l'internamento in un mondo misterioso che smuove le corde della sensibilità. Può essere un inizio che conduce a un racconto sciocco o al contrario, a qualcosa che pochi intendono. Certo è che, più semplice e visualizzabile è la scena iniziale, più ricco di emozioni sarà il racconto.

È interessante come la narrazione romantica sia quanto di più simile a una fiaba esista. Eppure sappiamo quanta verità all'ombra dei simboli si nasconda in una fiaba. La lettura si spinge per una scala in discesa. Ciascuno dei gradini suscita un effetto diverso e più connotazioni, fino al fondo della botola a cui non tutti giungono. È un viaggio in discesa nella profondità della terra o fino al suo centro (e sovviene alla memoria il romanzo di Vernre "Viaggio al centro della terra" in cui quanto intuito per via letteraria decenni prima, viene supportato dalle nuove teorie sull'inconscio).

Se chiediamo a un bambino di disegnare una casa, lui la farà sicuramente singola, col tetto e con un albero a un lato. Probabilmente con la finestrella della sua cameretta incassata nel tetto. È un'immagine visiva completa di un archetipo che rimanda alla capanna preistorica, come anche a qualcosa di più profondo e inspiegabile. Di universale e assoluto.

Se chiedessimo al bambino di proseguire il suo disegno, probabilmente nella cornice del foglio inserirebbe un ruscello con il cielo sereno sullo sfondo, con qualche nuvoletta e a completare il tutto, traccerebbe il sole, più raramente la luna. Questo è già l'incipit di un racconto. Un paesaggio dicevo, è già un racconto porto alla vista. La Natura ha il suo svolgimento che dai primi passi ha coinvolto l'uomo.

I quadri romantici sono tutti rappresentazione della Natura che si racconta a chi la ritrae con il pennello e a chi ammira l'opera conclusa. La sinergia sotto forma di sincretismo tra le varie arti è tipica del mondo nordico e russo e un po' di tutto il mondo che ha mantenuto acceso e vitale il faro sull'ambiente. Che questo sia indispensabile alla vita dell'uomo è fuori da ogni dubbio, ma la devozione verso l'ambiente ha anche altre ragioni mai avvertite alle latitudini più basse. Ossia l'assoluto della Natura. La Natura è spirito pulsante a prescindere dall'uomo. Per noi Cristiani agganciati alla visione giudaico cristiana secondo cui la Natura è stata creata da Dio per ospitare l'uomo, il discorso cambia e cambia anche di riflesso il sentimento romantico verso la Natura.

A prescindere dall'uomo, la Natura ha il suo racconto che si rende manifesto col paesaggio che trova risposta nell'esecuzione dell'artista. È quanto ammiriamo nei quadri inglesi, tedeschi ma anche danesi del Romanticismo.

È curioso a tal proposito che "racconto" in inglese si dica "tale" dal verbo "to tell: raccontare" e che alla stessa radice si riferisca il termine italiano "tela". Il nostro "racconto" ha il significato di "calcolare". È quindi il sunto dell'elaborazione del pensiero. Questa differenza appena enunciata apre a un diverso modo di concepire una narrazione tra noi e gli Inglesi e in genere i popoli nordici. L'intromissione dell'uomo nel racconto da loro non è prevista. Il fatto si dipana da solo ed è suggerito dall'ambiente che apparecchia suoni e colori. La Natura è la scena, la divinità primordiale e ciò s'inserisce bene nella sacralità pagana. "Il dio fattosi uomo" ha posto un intermediario tra noi e la Natura, portando l'uomo a una intromissione sul piano del pensiero narrativo, come ben dimostra l'onniscienza di Manzoni. Nel nostro Romanticismo il racconto è rappresentato dall'uomo che riempie la scena e le dà un senso compiuto anche sulla tela. Racconti di contadini nei campi, di pescatori lungo le marine, di venditrici al mercato. Le opere pittoriche appaiono brulicanti della presenza vibratile dell'uomo che porta il computo del tempo nel paesaggio che invece, ad esempio in Inghilterra, riempirebbe la tela e racconterebbe da sé. Il racconto da noi si fa raccolto: espressione di un'impressione ricevuta dall'uomo di quanto accade nel mondo della Natura esterna a lui stesso.

 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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