L'intuizione della vita oltre la morte è un punto decisivo nella storia dell'evoluzione dell'uomo. Nonostante si creda che lo abbia reso fragile alimentando il carattere di ingenuità su cui hanno insistito i governanti per tenere pressato il popolo.
L'uscita dal ciclo naturale terreno è una realtà che emerge a seguito di un affinamento della sensibilità che ha schiuso le sue porte incoraggiata dalle emozioni. L'uomo che sa emozionarsi scopre attraverso la sensibilità nuove percezioni che traducono le sue intuizioni e aprono a nuovi scenari possibili. La necessità ha affinato tecnica e praticità. La sensibilità si è tradotta in cultura più raffinata che ha guardato oltre il pragmatismo.
Ad aprire le porte alla sensibilità è stata la bellezza trasfusa dalla Natura. La Natura non più solo come dea protettrice o primordialmente punitiva, ma come culla della vita in una scala infinita di variazioni.
La bellezza va oltre l'uomo e qui ritroviamo i maestri della lirica greca poi trasfusa nel poesia neoclassica e romantica. La bellezza ispirazione della nostalgia e come verifica dell'immortalità attraverso il ricordo che si fa parola e arte. La bellezza intellettualmente resa e ingabbiata in rigidi schemi è quanto di più lontano esista dalla primordialità e qui è forse il limite della poesia italiana ottocentesca rimasta vincolata alle severe configurazioni metriche, nonché a un lessico troppo antico e accademico.
L'intuizione della vita oltre la morte avviene tramite l'accesso a questa vita che si concretizza attraverso il feto e la dimensione intrauterina. L'uomo antico aveva ben poche distrazioni rispetto all'uomo moderno. La sua attenzione si concentrava oltre che sui fabbisogni quotidiani, sull'attesa, un vero e proprio sentimento, trasferita in lui dalla donna gestante. Il dolmen è un abitacolo, una via di mezzo tra un santuario e una casa raccolta perché dove c'è contenimento dello spazio, c'è minore rischio di dispersione energetica. È la culla di una nuova vita che transiterà nella dimensione degli astri. La copertura scivola sul piano della terra a ricordare il parallelismo tra il cielo e la terra. La configurazione parallela apre a forme di connessione non geometriche ma spirituali, ben rappresentate dalle stele verticali. Il cielo domina proseguendo all'infinito nel tempo e nello spazio, un'intuizione forte e tramandataci dall'uomo selvaggio che gli ha permesso un'evoluzione più sottile ma meno pratica e di scavalcare i confini di ogni epoca.