Incipit e rappresentazione della vergine nella narrativa romantica
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Incipit e rappresentazione della vergine nella narrativa romantica

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Dipinto di William Affleck (British, 1869-1943)
Dipinto di William Affleck (British, 1869-1943)

 

C'è sempre un antefatto che introduce pur essendone parte, la storia stessa. La burrascosità frenetica del nuovo secolo fa scalpitare le azioni che come nei romanzi gialli dove forte è l'impronta del climax, fanno precipitare i fatti.

L'armonia lenta della narrativa romantica fa sì che l'incipit parta da molto lontano e si tuffi nella scena del paesaggio che nel caso del Romanticismo europeo e russo non è di semplice cornice. La necessità di ambientare i fatti specie se molto articolati, è una prerogativa italiana e della prosa mediterranea. Ciò non esclude che si possano esprimere esempi di splendore che compongono quasi una poesia nella parte introduttiva e impreziosiscono il valore della narrazione. È quanto ammiriamo nel primo capitolo de "I promessi sposi" a proposito della descrizione delle località interessate dalla trama in cui quel ramo del lago di Como focalizza l'attenzione su quanto è lì presente da tempo immemore e fa da contraltare alle vicende sul punto di incamminarsi. L'acqua placida è un richiamo al flusso vivente delle azioni lì lì per sbrogliarsi e prendere vita per volontà umana e guidate dall'autore consapevole di conferire splendore a Dio, magnificandone la regia nascosta.

Come accade nel teatro, il paesaggio è scena scolpita sul foglio delle emozioni e ha il valore di ambientare la storia nella cornice del tempo. L'incipit spesso lento ed elaborato fa sì che s'intuisca quanto non verrà detto ma è dentro lo scrigno delle emozioni e delle esperienze private dei protagonisti.

Al principio di ogni storia c'è già una storia che si diparte dal binario della premonizione. È qui la dimensione del silenzio che si fa regale e sacro. È qui la presenza velata dell'Assoluto che mantenendosi a distanza nutre il respiro della narrazione, muovendosi a passo col tempo prestabilito dall'autore e scandito dalle azioni.

C'è molto di biblico nella narrativa romantica. L'attesa e i suoi tempi e l'inquadratura della protagonista quasi questa fosse una vergine o presenza alata distante dal mondo. Se la narrazione evangelica contempla Maria dal momento della scelta di Dio che cade su di lei, nelle trame romantiche c'è un respiro buio che muove i fili della narrazione e si illumina via via, senza mai raggiungere l'evidenza pregnante del sole. Il riserbo è la condizione primaria del sacrificio insito nel cuore di ogni donna, indecifrabile nella sua elementarietà che contrasta con il gomitolo di sentimenti oscuri che pullulano nel cuore del mondo. La vergine ben ritratta dall'arte romanziera di Hardy è colei che possiede tutto e per questo in antitesi col mondo che ricerca il nulla nell'effervescenza della sua propensione al dinamismo. È la sconfitta santa tra le regole dell'avvenenza a cui lei per costituzione si sottrae. Nessun premio le viene accordato alla fine. Spesso solo il volo nella sua dimensione propria in cui ritrovare la felicità che ha mosso i primi passi della storia quando si godeva la Natura, ignara della tragedia del poi. In qui lo spirito greco e tragico shakespeariano. La mente in conflitto con l'animo. Il sociale come via della spersonalizzazione. La vergine, rappresentazione armonica di ciò che al mondo si palesa in accentuata dicotomia.

È pagana la vergine prima che cristiana. È la necessità che la vita impone alla donna di recidere ciò che non deve resistere al cambiamento, per lasciare emergere la completezza della luna che nel suo contenuto bagliore non da tutti può essere ammirata.

 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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