La scultura e la quintessenza dell'uomo. Canova
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

La scultura e la quintessenza dell'uomo. Canova

Invito all'Arte
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times
Paolina Borghese (Antonio Canova)
Paolina Borghese (Antonio Canova)

 

Attraverso la scultura l'uomo rinasce e questa rinascita si converte nella rappresentazione univoca dell'uomo che rinasce Dio. È la nuova alba che si compie e Canova realizza questo lavorando e levigando fino allo stremo le sue opere che appaiono divine.

Che cos'è l'eternità se non il sublime che campeggia sulla rigidità delle forme? E qui l'impegno dello scultire si traduce in mitopoiesi che si compie attraverso le figure. Prendiamo ad esempio Paolina Bonaparte da lui ritratta con l'austerità di una matrona romana. L'opera per quanto statuaria e governata dall'impronta di una immobile sontuosità, spinge l'anima a incontrare altre anime e in ciò si sbroglia lo spirito divino alla cui realizzazione assolve l'opera stessa.

Dov'è la differenza tra Canova e le opere antiche compiute dagli scultori romani?

La differenza poggia proprio nel richiamo al senso di eternità promanato dalle opere di Canova capace con il suo scalpello di travalicare i confini della storia e di creare un'immagine di sacralità fluttuante, come fluttuante è di per sé il sublime scatenato da gomitoli di nubi che si scontrano e dalla potenza delle onde che s'infrangono. Il sublime è l'attimo che incrocia l'impeto dell'eternità. È l'espressione del furore divino che s'impadronisce dell'uomo.

Il concetto che risveglia Canova attraverso la sua scultura è che l'anima pur essendo individuale coesiste con altre anime richiamate dall'opera. Immortalare equivale a trascinare l'opera oltre la furia distruttiva del tempo e quindi a divinizzarla. Non è forse il divino rappresentato dal sole equivalente a un coro di raggi ciascuno con una propria identità? Non è quella del Paradiso l'immagine di tante anime smosse dall'unico vento che le accarezza senza scomporle?

La coralità delle anime, concetto prettamente medievale, si converte nel Romanticismo in cerchio o intreccio o scala a immagine della scala di note riportata allo strumento pianoforte. La fratellanza delle anime e il senso di appartenenza che le fa ritrovare sono concetti dell'immaginario poetico e idealistico romantico che però ritroviamo, specie l'ultimo dei due, nelle opere di Canova. In lui il mondo classico è la scuola di partenza su cui il maestro lavora applicando il suo estro magico. È un modo la scultura per slanciare nel repertorio delle idealità ciò che è transitorio, ripescato e poi convertito in plasticità riapplicando quanto è nel pensiero platonico. Le idealità sono oltre il confine delle idee del singolo sorte dalla sua misurazione col mondo empirico. Le idealità, per quanto obliate, camminano nella e sulla storia. Non tutti i Romantici credono in un dio religioso. Per molti di loro le idealità sono quanto di più sacro esista e riportano l'uomo al senso di eterno effuso nella storia. Le idealità ritornano tra i grandi uomini e le opere di Canova sono di richiamo al mondo obliato dall'Illuminismo delle idealità che muovono i grandi progetti della storia spesso lasciati interrotti o persi di vista. E qui assume il suo senso il mondo dei ruderi che campeggia nelle pitture romantiche. Il rudere è l'oblio che lancia raggi per la sua riesumazione. La memoria è il sole completo dell'uomo che lo riporta al reale nella sua luminosa grandezza. Il rudere è il cammino dei grandi uomini interrotto che aspetta di essere ripreso e qui l'urgenza di richiamare nel reale i grandi del passato per costruire una memoria eterna.

La memoria storica affrontata in modo serio e capillare è un tema che impegna il Romantico sfaldandosi in più ambiti che toccano tutte le discipline umanistiche. La riesumazione dall'oblio non può essere più competenza limitata allo storico o al geografo o al linguista... dev'essere affrontata da tutti e ogni specialista deve poter sconfinare anche in altri ambiti, perché sconfinato è l'animo umano come infinito è l'uomo e infinite sono tutte le cose.

Ho scritto e condiviso questo articolo
Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

Ti potrebbero interessare anche:
home-2-ads-fsp-cca-001