Le fiabe e il filo spezzato con la leggerezza
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Le fiabe e il filo spezzato con la leggerezza

Invito all'Arte
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Henry_Meynell_Rheam_-_Once_Upon_A_Time_1908
Henry Meynell Rheam - Once Upon A Time 1908

 

Abbiamo dimenticato cosa sia l'intensità e l'osservazione delle nuvole ce lo ricorda. La mancanza di intensità la associamo alla leggerezza dimenticando che essere leggeri è altro dall'essere superficiali. Oggi abbiamo smarrito il senso dell'intensità ormai ridotta a catastrofe e a confusione a seguito degli eventi climatici.

Così come abbiamo perso la leggerezza che nonostante tutto ricerchiamo nella difesa dell'ambiente e delle api e delle farfalle. La leggerezza è non far rumore e per questo oggi è sottostimata. Siamo talmente succubi di ogni tipo di confusione da non accorgerci che vi è vita laddove dimora il silenzio, una vita peraltro costruttiva che ha un'origine e un punto di arrivo.

Se vogliamo riscoprire la leggerezza, dobbiamo recuperare il filo smarrito con le fiabe antiche e con Cenerentola la cui scarpetta è proprio la dimostrazione dell'inconsistenza del clamore e dell'effetto che invece desta colei che il silenzio esala e non passa quindi inosservata. Nel tempo che segna il confine tra l'oggi e il domani e la corsa insulsa dell'effimero, la leggerezza lascia un'impronta che non si abbandona al caso. La leggerezza brilla e si lascia cogliere dall'anima affine che anche nel buio di una sala la sa riconoscere perché alquanto rara soprattutto negli ambienti frastornati dall'abbaglio di luce.

Cenerentola è la mite che risveglia nei sogni di purezza la leggiadria nascosta delle fate. La loro semplice e austera eleganza che si cela a chi non spetta coglierla. Le api, le farfalle e le loro società ben costruite ed evolute hanno insegnato che si gioisce della vita fluendo nella corrente del tempo senza opporre resistenza. Questo concetto sembrerebbe stonare con quello che era il sentimento dei contadini desiderosi di una vita agiata e costretti invece alla fatica dei giorni tutti uguali. Esiste una regalità che è leggerezza anche presso donne e uomini degli ambienti rurali e che la società purtroppo nel tempo è andata smarrendo oltreché scolorendo con l'emancipazione dell'industrializzazione che ha messo nell'angolo la poesia dell'operosità.

L'operosità è capillare e minuziosa organizzazione che si esprime in leggerezza. Tutt'altro rispetto alla catena di montaggio delle prime fabbriche basate sulla forza lavoro degli operai e sulla logica dello sfruttamento.

La leggerezza matura di una danza popolare non ha nulla da invidiare al minuetto di corte dove la leggerezza è altro dalla spontaneità. Sappiamo perché appreso da più fonti, quanti nobili possidenti e non solo con lo spirito di abile seduttore abbiano tentato di conquistare il cuore delle contadine al loro servizio e per amore. Tanti casi e anche nel recente Ottocento.

Cosa c'era in queste figure troppo umili di così accattivante? Proprio il senso di obbedienza alla loro natura fatta di silenzio e di nobile libertà che si librava al di là del rigore opprimente della vita signorile. C'era il loro il non aspettarsi nulla in una vita piena di per sé e del contatto della natura che poneva in secondo piano le offese ricevute, facendo cadere il desiderio di un riscatto. Non era spirito di sottomissione, Tutt'altro a designarle. Bensì, una regalità mai vista e sfuggente di chi indossa ali leggere di angelo e vola oltre i soprusi del mondo.

C'erano anche e non lo nego le contadine ambiziose al punto da intraprendere la vita nuova e salottiera di cortigiane, ma la loro era una leggerezza storpia di chi non dà valore a sé stesso e alle proprie radici.

È questo ciò che la modernità ci ha tolto. L'aderenza a chi siamo e alla voce che ci chiama da dentro a intraprendere e proseguire lungo un percorso che sappiamo essere il nostro. Oggi non c'è più leggerezza, così come si è spenta l'intensità di uno sguardo. Siamo tutti fuori posto e naufraghi in un mare che non vediamo.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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