L'erotismo nella maschera. La seduzione oltre la gioia e il dolore
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

L'erotismo nella maschera. La seduzione oltre la gioia e il dolore

Invito all'Arte
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times
Giuseppe Molteni, ''La confessione'', 1838
Giuseppe Molteni, ''La confessione'', 1838

 

L'uomo ha bisogno dell'immaginazione per vivere, e spesso l'attivazione dell'immaginazione è il pretesto per nascondere altre verità. Abbiamo visto il significato dei guanti bianchi e del guanto durante il baciamano. Collochiamo questo accessorio di eleganza femminile nel tempo passato, attribuendovi grande significato in rapporto all'età romantica anche sulla base dei film ambientati in quell'epoca e realizzati tutt'oggi.

Effettivamente il guanto come accessorio che completa l'immagine di severa femminilità trova spazio nell'immaginario romantico aristocratico, ma il suo uso risale a tempi ben più antichi e non solo in rapporto alla donna.

Ritrova il suo splendore in forma rinnovata negli anni Sessanta dello scorso secolo e grazie alla raffinata Jacqueline Kennedy Onassis che sfoggiava guanti in pubblico con estrema disinvoltura, lanciandone la nuova moda. La ragione della scelta in questo caso la si ritrova però non tanto in una questione di stile, quanto nella funzione propria del guanto che è quella di coprire e nascondere. La signora Kennedy era di fatto una grande fumatrice e i guanti servivano a nascondere il colore giallastro antiestetico depositato sulle dita dalla nicotina. Le donne che fumano troppo sono tristi, ricorda la scena di un celebre film anni Cinquanta e Jackie Kennedy ce ne dà triste conferma in quanto vittima dei continui tradimenti del marito.

Sobrietà sacra ed erotismo contrassegnano anche il guanto nero, a prescindere che abbia o no il pizzo. Lo stesso discorso vale per la veletta nera, ancora oggi in uso presso le famiglie reali a completare l'immagine di lutto nelle donne. La veletta da noi collegata alla cultura romantica e all'ancor prima frivolo Seicento quando venne anticipata dalla maschera ad occhiale, è oggetto di seduzione ma anche di dolore. L'accostamento appare bizzarro. Il volto mette a nudo emozioni e sensazioni che il nobile deve assolutamente correggere mascherandole. La sobrietà è una forma di autocontrollo richiesta anche dalla religione ufficiale che vuole al cospetto di Dio ritegno e compostezza. L'impassibilità come frutto dell'autocontrollo personale veniva raggiunta a seguito di un'educazione ferrea impartita nei collegi. C'era alla base il principio che l'aristocratico dovesse essere al di sopra di ogni forma di esternazione dei propri sentimenti e ancora oggi presso le monarchie esistenti, non ultima quella britannica, vige questa regola.

L'intraducibilità dell'espressione che passa attraverso lo sguardo accende l'immaginazione e l'erotismo che a differenza del sesso nudo e crudo trova terreno fertile nell'immaginazione. Anche Dio è costruito sull'immaginazione che si esprime attraverso l'arte figurativa. Le maschere di Dio costruite dall'uomo nel corso delle civiltà accendono di curiosità la fede e rendono presente l'invisibile. "Maschera" deriva dal greco "Muo: nascondere". Quanto più nascondiamo, tanto più di noi riveliamo e la fede si fonda sulla rivelazione del non conoscibile. Il confessionale nacque a Milano per evitare che il prete cadesse in tentazione. In quello tradizionale, interposta tra il prete confessore e il fedele penitente, c'era una grata che nascondeva il volto del ministro della Chiesa allo scopo di determinare l'illusione che fosse Dio ad ascoltare oltreché a concedere il perdono. A questo motivo si soggiunge anche la necessità di nascondere ambedue le parti per evitare imbarazzo e chiacchiere. I confessionali, in quanto luoghi di segreta confidenza, diventano occasione di incontri intimi lontano dagli occhi indiscreti della comunità. Essi sono di stimolo alle fantasie reciproche che non sempre vengono represse da ambedue le parti. Complice di questi innamoramenti segreti è sicuramente la voce che nell'oscurità dell'ambiente affascina e seduce.

Ho scritto e condiviso questo articolo
Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

Ti potrebbero interessare anche:
home-2-ads-fsp-cca-001