L'immaginario dell'opposto nella visione politica della cultura
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L'immaginario dell'opposto nella visione politica della cultura

Invito all'Arte
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Opera di Fabrizio Ferrari
Opera di Fabrizio Ferrari

 

Il simbolo nella sua semplicità ci porta a visualizzare realtà complesse. Nulla ci trasporta nel regno del tangibile più di una immagine e anche quanto il contenuto da essa veicolato si profila il più lontano pensabile da quanto appare, essa ce lo trasla in rappresentazione.

La forma racchiude i colori così come è vero il contrario. Ossia che i colori circuiscono la forma. L'equilibrio tra i due è reso dalla figura del cerchio, somma armonia.

Basta un oggetto rappresentato fuori posto a rendere l'immagine evocazione di un mondo sommerso che si rende visibile oltreché intuibile attraverso l'opposto. L'occhio è talmente abituato all'oggettività imposta dal pensiero educato alla percezione secondo una dato indirizzamento, da cogliere l'improbabile nella sua immediata comparsa. Improbabile, che nei casi di coloro che hanno una bassa coscienza interiore viene colto come errore o delirio, da parte degli altri invece come segno e invito a scendere per ulteriori profondità, e quindi di minaccia al potere.

L'immagine ci connette col pensiero che è individuale ma anche particolare, ossia una parte del tutto che crea la definizione del reale su un doppio filo. L'occhio è ciò che siamo e ciò che la collettività vuole che diventiamo. Salvaguardare la capacità di crearsi un proprio immaginario eleva l'uomo e lo porta all'identificazione della propria persona nel mare di un collettivo indistinto e senza carattere.

La parola "carattere" ci riporta a "caratura" e per gli antichi era il parametro a cui rapportarsi per definire la grandezza di una persona. Quanto più di pessimo carattere appariva, tanto più si riteneva avesse qualità. Ciò al contrario di oggi in cui la persona di carattere è vista come ostacolo o disturbo. Avere carattere non significa necessariamente avere un brutto carattere, ma come ben possiamo constatare sulla base delle nostre personali esperienze, le due cose vanno talmente insieme da sovrapporsi. Chi ha carattere è di disturbo perché marchiato di quella qualità che è l'autorevolezza.

Oggi si tende ad avere padronanza degli altri e non di sé stessi, ragion per cui il pessimo carattere è d'introduzione all'autorità e non all'autorevolezza.

Su questi discorsi è improntata l'opera nobile "La bisbetica domata" di Shakespeare che da bravo italianista e prima ancora classicista si riconduce alla commedia plautina dello scambio di ruoli e degli equivoci, portando la realtà autentica a sdoganarsi dalle convenzioni conformiste della società cinquecentesca e ad assumere una propria valenza d'identità che eleva al di sopra delle parti.

È del colto e nel caso di Shakespeare calzerebbe a pennello la definizione di "sapiente", riuscire a riportarsi alle forme semplici di comunicazione per trasmettere contenuti altamente qualificati. Le parabole, i racconti sufi, i racconti degli sciamani, così come anche un po' i miti e i racconti popolari sono d'esempio a questa via di intendimento della cultura che ha per fine l'elevazione dell coscienza sociale partendo dalla costruzione dell'individuo. Innalzare le barriere delle discriminazioni sociali e portare sempre a un maggiore squilibrio le componenti sociali, non fa altro che indurre il popolo a sviluppare richieste di soddisfacimento di quelle esigenze elementari che gli impediscono di compiere salti sempre più alti di consapevolezza. È la consapevolezza o altresì coscienza che caratterizza l'uomo e lo rende sapiente nell'insipienza generale che parte dai piani alti e si diffonde e moltiplica agendo come descritto sulle parti deboli. Da ciò deriva che pensare a una cultura che non sia "politica" non è solo un'assurdità, ma una vera eresia. Altro è la visione politicizzata della cultura, il male che segna marcatamente di nero la nostra epoca ricca di mezzi e strumenti usati però male da chi gestisce il potere.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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