Il passaggio dalle mani prima alla zappa rudimentale e all'aratro poi, ha seguito un percorso che ha modificato il rapporto uomo Natura, uomo animale. Il bue, animale di tre lettere associato a una sacralità primitiva e discendente dall'uro, è diventato il tramite del capovolgimento del rapporto uomo rispetto all'ambiente.
Se in un primo momento il bue rappresentava la solidità della terra a cui portare il dovuto rispetto, l'aratro ha fatto sì che all'obbedienza a cui l'uomo si soggiogava in quanto inscritto nell'ordine sacro e inviolabile, venisse sottoposta tramite rigide pressioni proprio la Natura. L'aratro ha difatti spostato l'attenzione dal bue all'uomo che ha con forza acquisito potere sull'ambiente. Prendere il toro per le corna significa imporre la propria supremazia sulla terra e sull'ordine tutto naturale. In senso figurato invece vuol dre affrontare di petto una situazione. Il Toro è difatti una costellazione rappresentativa in astrologia dell'attributo di stabilità in relazione alla solidità, proprio della Natura governata da leggi intrinseche che riflettono quelle del Cosmo. La cultura del Sacro non prescinde inizialmente dall'inclinazione al principio di ordine e difatti i sacerdoti come gli auguri e gli auspici avevano lo sguardo puntato al cielo, a varie profondità, a seconda del ruolo di cui erano investiti, e dal cielo traevano le giuste informazioni per il bene di tutti, nessuno escluso.
L'etimo "corna" è simile a "corona". È "corona" senza la "o". C'è un'affinita' tra le due parole e non solo consonantica. La radice comune Krn sottolinea l'importanza del significato delle due parole che va a interessare direttamente chi le possiede o la indossa. Le corna suggeriscono potenza, la corona designa il potere. Nel tempo l'uomo ha sovrapposto i due concetti e questo ha fatto sì che egli perdesse il contatto autentico col Sacro.
Dalle corna l'uomo ha preso spunto nella creazione del manubrio con cui orientare il destino rappresentato dalla strada e piegarlo alle proprie necessità. Negli anni Settanta la moda degli Easy Rider a bordo delle Harley Davidson illuse chi riteneva di impugnare uno stile di vita totalmente libero da imposizioni e costrizioni. La libertà non si può impugnare altrimenti diventa libertinaggio ed è proprio su questo punto che il movimento sessantottino rivelò da subito le sue falle. "Sulla strada" il romanzo di Kerouac è il manifesto che descrive un'epoca ed è d'ispirazione a un genere cinematografico americano che vede protagonista la gioventù anni Settanta ben interpretata da attori come Peter e Jane Fonda e da Robert Redford.
Le corna dell'animale rivelano molto del suo adattamento all'ambiente col quale l'animale instaura un rapporto di rispetto e integrazione. Rapporto violato dall'uomo anche per tramite dell'acquisizione simbolica dell'oggetto in sé che traslato nell'attività erotica assume connotati di violenta passionalità. Il rodero che afferra il toro per le corna nella sua esibizione, invia messaggi negativi che si ripercuotono e attecchiscono nella sfera della sessualità. L'immagine di violenza s'inserisce in un discorso che lega l'uomo a una tradizione distorsiva che investe il rapporto con l'ambiente e anche quello dell'uomo con la donna. L'uomo che cavalca il toro e l'uomo che cavalca la moto inviano lo stesso input fortemente sessista e degradante nei riguardi della cultura femminile. Un input che a partire dagli anni Settanta ha attraversato i decenni successivi, imponendosi a tutto spiano negli anni Ottanta Novanta in cui faceva da eco all'uomo in moto la donna seduta dietro di lui con minigonna di pelle e calze a rete. Un mito questo che ha scavalcato i confini tra il vecchio e il nuovo millennio e si perpetua ancora oggi.