Il Medioevo, la croce e la spada
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Il Medioevo, la croce e la spada

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Il Medioevo, la croce e la spada
Il Medioevo, la croce e la spada

 

L'immagine del volo sembra contrastare con la severità della pietra che diviene simbolo dell'architettura sacra medievale, in particolare del Romanico. Sebbene le abitazioni e le costruzioni nel Nord Europa fossero prevalentemente in legno, la pietra ha la sua rilevanza ovunque e ci ha lasciato testimonianza di sé attraverso gli imponenti castelli.

Quello che ci restituiscono i documenti medioevali è il ritratto di un mondo chiuso, basato su un'economia a prevalente carattere di sussistenza. Questo è vero in parte e soprattutto in relazione al primo Medioevo caratterizzato dalle invasioni barbariche e dallo sgretolanento del Sacro Romano Impero. Per quanto riguarda l'Italia, le aree peninsulari e le città che affacciano sull'Adriatico, queste hanno sempre goduto di scambi commerciali e culturali con l'Oriente, favorite anche proprio dal suddetto mare che è una lingua stretta da Nord a Sud.

Parlare del Medioevo come di un tempo unitario e di un unico mondo compatto è pressoché limitante. Sono tanti i fermenti culturali che lo plasmano e tutti ascribili a contesti geografici con una propria identità e autonomia.

La croce sembra unire tutte le microrealtà che compaiono e si autoregolamentano attorno dapprima alla struttura onnicomprensiva del castello e poi dei comuni che introducono a una configurazione moderna delle città. La lotta e la fede si accompagnano sostenendosi l'un l'altra, così come combattendosi a vicenda. La spada agitata nel nome di Cristo è anch'essa una croce che riporterebbe in terra una giustizia quasi mai acclarata o super partes.

La spada impugnata dall'elsa e tenuta in verticale con la punta verso l'alto suggerisce il triangolo superiore che governa i cieli delle alte guglie delle cattedrali gotiche. È qui che sorge l'idea del trionfo della figura dell'Arcangelo Michele che assorbe in sé e ispira le qualità degli ordini cavallereschi e che sembra flettersi alla coppa rappresentata dalla figura della Maddalena, la Maria dei Vangeli gnostici che secondo la leggenda avrebbe dato a Gesù tramite il figlio una nuova stirpe terrena, quella dei Merovingi.

Il simbolo della croce lo ritroviamo anche qui nell'incrocio tra le due figure completamente opposte: dell'Arcangelo che sconfigge il male e lo relega negli Inferi, secondo un moto verticale ben rappresentato dall'impugnatura della spada e quello che dell'orizzonte terreno sale verso l'alto porgendo a Dio la sua nuova stirpe.

La croce attraversa i secoli del Medioevo in lungo e in largo, espandendosi ad Est verso i luoghi sacri riferiti al Vecchio e al Nuovo Testamento, meta dei crociati. Al di là della croce come mezzo di conquista a giustificazione divina, abbiamo chi nella chiusura dei propri studi estrae teorie nuove che legano il suddetto simbolo alla Trinità e quindi alla spartizione del tempo nelle sue tre grandi aree. La prima del Padre, la seconda del Figlio e la terza dello Spirito Santo, cercando di collegare in un rapporto di continuità il Vecchio e il Nuovo Testamento. È questa la lettura della Trinità proposta da Gioacchino da Fiore, il mistico filosofo alla base dell'ordine florense che verrà citato da Dante nella sua Commedia. Il Calabrese dotato di spirito profetico si colloca nel 1100 e benché concentrato sui suoi argomenti teologici, avrà una grande influenza seppur silenziosa, sugli ordini che si andranno a costituire, non ultimo su quello cistercense. La comunicazione tra Calabria e Francia verrà ribadita in seguito dalla figura di San Francesco di Paola, nonostante la suddetta regione sia tagliata fuori dalla cosiddetta via dell'Angelo intitolata a San Michele Arcangelo. Via che partendo dalla splendida cittadina di Mont Saint Michel si concluderebbe nel Sud dell'India. Si tratta di una linea retta obliqua che collega tutti i siti legati al culto dell'Arcangelo Michele che nel Medioevo si racconta attraverso opere e superstizioni, espressioni di un forte sentimento collettivo.

 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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