Il sentimento di fede nel Medioevo oscurantista
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Il sentimento di fede nel Medioevo oscurantista

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Tristano e Isotta. Dipinto murale nella camera da letto, August Spiess, 1881 (particolare)
Tristano e Isotta. Dipinto murale nella camera da letto, August Spiess, 1881 (particolare)

 

La corrispondenza ha sede nel cuore. Anche laddove la croce non si palesa chiaramente ed è velatamente presente, rappresenta il nocciolo dell'esperienza medievale. La ritroviamo difatti nell'incontro che fa scoccare la scintilla tra i due innamorati.

La nobiltà nell'amore è un tema delle corti che conduce all'esaltazione dell'opera stessa attraverso l'incontro sorretto dal simbolo della croce. L'immortalità del sentimento è condotta di voce in voce e di canto in canto dai poeti bardi delle corti di Normandia e Britannia e riecheggia più a Sud nella florida Provenza. Non è un caso che i grandi poeti della tradizione orale e cantata citassero l'espressione delle gesta moltiplicatesi di cuore in cuore, ponendo l'accento sulla funzione di divulgazione compiuta dagli stessi, che ha dato adito a svariate versioni dello stesso tema. Lo stesso accade per le danze e i ritmi che le supportano. Per le ballate popolari che sfondano i muri invisibili dei confini.

Il Medioevo è un tempo sacro, nonostante oggi si faccia un gran clamore e una grande opera di propaganda della corruzione di allora agli alti ranghi della Chiesa e non solo, infarcendo di proposito di scandalo e segreti la narrativa che vorrebbe ridiscrivere quei tempi.

La sacralità era nel respiro della profezia che portava gli arditi nel bene e nel male a sfidare se stessi, ben consapevoli dei rischi. Se c'è timore c'è ammissione e il Medioevo è l'epoca dei timori supportati da un acuto senso di venerazione che travalicava i confini della misura e dell'ordinarietà attuali.

È stato forse proprio il senso di timore a condurre il declino nella lussuria e nello sperpero di ricchezze. È stato il trsmite con cui si è minata nel tempo la vera e sacra dedizione. Lasciti, tesori trafugati, traffici di reliquie hanno portato alla deriva il sentimento di fede, sostituendolo con l'avidità e il prestigio personale. È la fede ad aver attraversato i suoi momenti bui tra sostegno animoso ed egoismo dei forti, eclissando l'aspetto di luce che è proprio della Cristianità. L'ubbidienza soggioga e produce catene di schiavi tra gli oppressi e gli stessi potenti proni alla propria incontrollabile sete di potere. Il Medioevo è anche il tempo della Magia arbitraria o male interpretata. Della distinzione superba tra ciò che è pagano e ciò che è spirituale e cioè cristiano. Mai Dio e il demonio si sono incontrati come nel Medioevo e paradossalmente, la croce nella sua eccezione di mistero compiuto e travagliato ne è la testimonianza.

Dio ha fatto l'uomo e Dio ha fatto tutte le cose. L'uomo in quanto creatura, è dominio conteso tra il riflesso divino e la superbia del demonio. È terra del confine violato come lo sono i boschi degli antichi popoli nordici dove la spiritualità attinge da pozzi oscuri.

È così che le nebbie di Avalon vengono sostituite dalla valle chiara in rapporto al Cristianesimo del paladino Parsifal, l'eroe che ha piegato il paganesimo celtico ai nuovi orizzonti di Cristo, tramite la visione del Graal.

Se il simbolo della croce è molto antico e universalmente presente in tutte le civiltà, lo stesso non si può dire del Graal concepito direttamente dal Cristianesimo delle origini. Nasce difatti come simbolo di espiazione del tradimento di Giuda. L'ultima cena è l'episodio della condivisione tradita che si compie nel gesto dello spezzare il pane, compiuto da Gesù stesso. Gesto che ultima con la bevuta del vino che accommiata i commensali. Le antiche Compagnie medievali nascono da questo humus sacro della nuova mitologia di fede relativa al Cristo. Il termine "Compagno" da "cum panem" definisce un rapporto di fiducia e di fedeltà in orizzontale tra chi è sullo stesso piano, ma anche di quella tributaria venerazione alla base del vassallaggio. Il calice è nelle investiture vere e proprie e nel cavalierato che si riconduce all'immagine delle alte schiere angeliche.

Come possiamo vedere, il Medioevo è epoca di conquiste guidate dalla fede. Di quello spirito di missione che investe il cuore di chiunque si senta chiamato a perpetuare una tradizione che pur nei suoi tratti profani ha un cuore sacro, riflesso proprio dal sentire comune che omaggia il tramandamento.

La croce è la via delle tenebre e della luce illusoria profusa dal potere terreno. Nonché della ricerca della fonte suprema. Si è tutti naviganti inquieti nel Medioevo e la stella polare è la nuova cometa che indica la via non da tutti intrapresa. Meta di arrivo e conquista personale dopo numerosi giri e sbandamenti.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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