Il film sulla love story del Maradona dell'arte Banksy prende forma con una mostra inedita, la prima nel suo genere in Italy, che verrà portata a New York...Dal 30 giugno al 30 agosto 2022, location Jesolo Lido -Venezia.
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Prendiamo coscienza di una realtà nel momento in cui essa è rapportata al suo opposto. Nella diade esiste il maschile in quanto rapportato al suo opposto, il femminile. Affermare una realtà, non è negare l'altra ma dire che entrambe esistono sulla base delle reciproche diversità.
Quando ci riferiamo alle donne dell'Ottocento e alla loro sottomissione, ci riportiamo, anche senza volerlo, alla situazione femminile dei ceti agiati. La donna della nuova borghesia imprenditoriale o della consolidata aristocrazia era costretta agli antichi dettami che la volevano al di fuori delle attività economiche o decisionali.
Il Romanticismo, nonostante la proposizione continua del sentimento di vaghezza, sembra riportare al giusto ordine la realtà, con essa le differenziazioni tra uomini e donne, tra maschile e femminile.
La dimensione del sogno è cullata dalle ninne nanne. Le ninne nanne sono canzoncine elementari diffuse in ogni cultura e considerate senza tempo. Sono le più antiche forme di testimonianza intonata dell'affetto della mamma rivolto al suo piccolo.
Il poeta è per definizione traslato sulle rotte che portano indietro nel tempo. Il passato è la dimensione della pace che sboccia ogni volta lo si racconta.
È sul finire del giorno che si fanno più presenti le mancanze e si consolidano i tormenti. La sera è l'inizio di qualcos'altro che slabbra i contorni in fiamme di vaghezza. Paura e stordimento in una sorda chiamata che sfugge innanzitutto a chi la pronuncia. Il dolore si fa crudo e svenevole, inasprendo tutte le contraddizioni che riposano nell'albero della vita.
La selva per il Romanticismo è la Natura primordiale ereditaria del Kaos prima di diventare Kosmos. È l'apeiron preesistente ad ogni deità che nel molteplice esprime caratteri ben delineati e distinti. La selva rappresenta l'indefinito preesistente alla comparsa dell'uomo che vi ha imposto recinti e interpretazioni.
A volte le foglie cadute e smosse dal vento hanno l'aspetto di labbra mancate o del tutto sprecate, o ancora messe da parte. Diventano membra di pensieri delicati, uno spasmo di velluto adagiato sull'anima. Nei simboli tutto si ritrova e nell'uno noi ritroviamo noi e la parte mancante di cui il desiderio e la nostalgia si fanno richiami senza voce.
"Nomen omen" la locuzione latina mette in relazione nome e destino. Essa si fonda sul legame di appartenenza, incisivo per gli antichi, tra gli dei e il fato e tra gli dei e le creature. Le divinità chiamano l'uomo attraverso il nome, imprimendovi la loro forza.
"Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno..." è questo l'attacco iniziale de "I promessi sposi", che nella sua scrittura essenziale contiene note di lirica e raffinata musicalità. Esso esprime la volontà dell'autore che non si limita a inquadrare il contesto geografico nel quale si svilupperà il romanzo, ma ci fornisce preziosi elementi sul senso dell'intera opera.
Con "I promessi sposi" Manzoni incita la sua Milano e gli "Italiani" a intraprendere il cammino della borghesia. L'uomo che si fa da solo partendo da una condizione di ingenuità, è rappresentato dal personaggio Renzo.
Nella narrazione de "I promessi sposi" la provvidenza e la Divina Provvidenza procedono su binari paralleli. Da un lato assistiamo alla provvidenza che si snoda lungo la trama condotta dallo scrittore che ha chiaro dentro di sé il quadro completo di tutto il tessuto narrativo, dall'altro a un vero intervento divino che andrà ad agire sulle scelte dei protagonisti orientandoli, quasi proteggendoli, verso una risoluzione felice.
"Quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l'aspetto di giganti", pronunciò lo scrittore austriaco Karl Kraus nella seconda metà dell'Ottocento. Una frase che calzerebbe alla perfezione se riportata ai nostri giorni.
Gli amori impossibili sono stelle che brillano nei cieli delle epoche in decadenza. Per quanto travagliati appaiano, da loro emerge una luce senza tempo che non stanca mai di inondare di piacere e poesia l'animo del lettore che si avvicina ad essi tramite la lettura, da un tempo futuro.
Questa nostra epoca somiglia per molti versi al passaggio dall'Ottocento al Novecento. Sono l'una l'immagine speculare dell'altro. Il cambiamento sociale durante il processo d'industrializzazione nel secolo XIX produsse un progressivo allontanamento dalle campagne e un processo di inurbamento delle periferie più marginali.
Il binomio "amore-morte" con l'avvento del Decadentismo si trasformerà in "arte-morte". L'artista diviene un viaggiatore nell'ombra che rifiuta gli algoritmi sulle basi dei quali si impongono le convenzioni sociali, per trovare realizzazione tramite la sua espressività artistica.
La stella a cinque punte o pentacolo con la punta rivolta verso l'alto ha un valore ontologico metafisico perché ci comunica la natura divina dell'uomo. Il numero cinque in rapporto alla simbologia più antica viene collegato quasi esclusivamente al pentacolo, poco all'arte sacra che invece lo contempla e ci consente con un'accurata interpretazione, di cogliere aspetti della fede ortodossa scarsamente menzionati.
"Amore-morte" è il binomio intorno al quale si snoda la letteratura romantica. La contrapposizione tra la dimensione interiore e quanto si svolge nella realtà esterna è spesso ingigantito dalle convenzioni sociali. La società dell'Ottocento mostra diverse increspature nelle quali incespica chi mal tollera gli schemi e preferisce seguire se stesso e il proprio codice morale.
"Vorrei essere per me il tuo pensiero più bello (n.d.a.)". L'amore vero non soffoca, è diluizione. È il mantello che avvolge e in cui ci si distende nel fuire delle cose, per riposare e ritrovarsi nel fiume dell'eternità.
La luce sbriciola i contorni. La luce disperde e confonde, ma grazie alla luce si è avuta l'enucleazione dei simboli partendo dal mondo apparente. Con la luce assistiamo alla rivelazione che non sempre corrisponde alla verità. Da qui l'importanza della figura di Cristo che si fa venendo al mondo nelle sembianze di uomo, non solo portatore ma rivelatore della Verità.
Procura dolore anche ciò che è presente dentro di noi. Per quanto consolatorio possa essere il pensiero o il ricordo di chi amiamo, esso non riesce ad attenuare il dolore della spaccatura tra il desiderio alimentato dalla condizione d'impossibilità e il reale che si svolge fuori di noi.
La noia è una caratteristica determinante che influenza gli errati stili di vita di Versailles. In una realtà distaccata dal mondo, in cui alla totale assenza dell'igiene fisica si accompagna quella dell'igiene morale, la noia è la nemica principale da combattere attraverso fughe amorose che spesso inciampano in gravidanze difficili da gestire che porteranno poi all'abbandono degli sfortunati o al loro affidamento a cameriere o servette di fiducia.
Nel tempo siamo immersi e nel corso del tempo, con il passar degli anni, perdiamo il senso del tempo. È come se la vita dirottata dalle nostre scelte in gioventù, all'improvviso ci sfuggisse di mano facendoci perdere la correlazione tra gli episodi riesumata dai ricordi.
La preghiera è congiunzione di sentimenti e ragione. La preghiera è smussamento di ogni spigolo. È richiesta e ringraziamento della tanto sospirata armonia. Espressione gestuale della preghiera sono le mani giunte intrecciate o con le dita rivolte verso l'alto. Nel primo caso sempre più in disuso, si esprime la volontà di una congiunzione stretta e dinamica di ciò che è terreno con il principio assoluto.
Nell'arte nulla corrisponde al caso. Esiste l'estro, la genialità che personalizzano quanto realizzato dalla mano dell'artista e vivacizzano e ampliano gli spazi interiori di chi guarda e ne gode. Il caso è l'inciampo nell'esecuzione che spesso umanizza e allo stesso tempo esalta quanto realizzato.
Si usa spesso dire che la morte di un figlio è innaturale se precede quella del suo genitore. È così che facciamo dipendere la Natura e i suoi ingranaggi dalla comprensione umana. È così che il destino si posiziona automaticamente secondo l'accezione della Grecia del periodo tragico al di sopra di tutto e degli dei stessi.
Nel precedente articolo ho sottolineato l'importanza dell'etimo "mensa" sulla base della sua origine, il cui significato è stato poi traslato all'ambito sacro liturgico. Uno dei termini di capitale importanza che meritano considerazione e che si riallacciano alla stessa radice di "mensa" è "mente" dal latino "mens-mentis" col particolare significato di luogo di raccolta.
Il Settecento è il secolo dei lumi della ragione e di un mondo sommerso naufragato tra le ombre. L'Illuminismo che abbraccia il Settecento va visto come una conquista graduale e non come un'imposizione, a seguito degli errori commessi dalle dittature monarchiche. Segna pertanto un'epoca che vede in prima linea le conquiste sociali e non abbraccia solo la cultura, in quanto si propone come vessillo di cambiamento di ogni stile di vita.
Leonardo, un vero e proprio genio, esprime anticipatamente nell'ambiguità rivolta al femminile, il pensiero ermetico che prende vigore nel Seicento. Il Femminino incontra con lui l'Arte, trascendendo ogni altra espressione simbolica. Si aprono con lui le porte a un nuovo modo di considerare anche la Chiesa.
Ogni stagione ha un suo inizio. Attraverso i segmenti di tempo riflessi nelle stagioni si sbroglia la vita. Nasciamo e siamo freschi, giovani con il fine di sviluppare saggezza e maturità. Si è bambini, poi giovani, e nella fase discendente della curva, persone mature e in ultimo vecchie.
Ho il timore che si sia messa in moto una terribile macchina del fango tesa a colpire le istituzioni più sane che ancora reggono il vecchio mondo. Mi vado sempre più convincendo da quando è esploso il caso Cucchi, che poteri occulti cavalchino non a caso determinati fatti di cronaca per trarre personale profitto.
Il tempo non esiste. È nell'oggi compimento ed evoluzione. È nell'oggi l'incontro. L'oggi è il presente che contiene diversi segmenti della nostra vita. È nell'oggi il compimento del passato. È nell'oggi quello che sarà il nostro futuro.
Le cose accadono improvvisamente, inaspettatamente. È così che germoglia la vita, o al contrario, la morte. L'essere fatalisti rientra in un gioco sottile per cui ciò che subiamo, quanto incontriamo e ci viene portato dagli altri agisce sulla nostra vita modificandone il corso.
Attorno alla figura di Giovanni Evangelista ruotano non pochi misteri. Su di lui poco si sa e per lo più a livello di notizie frammentarie. Da quanto sappiamo anche attraverso il racconto del Nuovo Testamento, era un apostolo incline alla sensibilità femminile tanto da venire raffigurato con una bellezza e una dolcezza che poco hanno in comune con la virilità e la mascolinità espressa dagli altri apostoli.
Giano e il suo bifrontismo lo ritroviamo e in rapporto a San Giovanni Evangelista e ai due solstizi, così come in rapporto a Gesù Cristo che conclude il Vecchio Testamento e inaugura il Nuovo.
Gesù è la salvezza. Come dice il nome stesso, è colui che indica un nuovo cammino. Come Giano rappresenta la chiusura di un percorso storico e l'inizio di un altro che ha come risvolto la vita oltre la vita. Con Lui si conclude il Vecchio Testamento che aveva in sé il germe profetico della Sua venuta. Gesù, il Cristo, è Colui tramite il quale si adempie la fine dei tempi.
Ricordo gli Alpini quando vennero a Bari, trent'anni fa orsono. Non ho mai visto la mia città gioiosa come in quel periodo. Ricordo Le loro sfilate per nulla folklore esibizionistico, la passione per la vita attraverso anche i loro cori, che seppero in noi giovani infondere congiunti ai valori di semplicità e onestà.
Convertirsi è intraprendere un nuovo cammino di fede. Dico nuovo e non un cammino di fede. Dov'è la differenza?
Per assicurare a noi la vita in tanti la perderanno. È nell'ordine delle cose. E non mi riferisco alla vita dei nostri consimili, bensì alle altre forme di vita esistenti.
Il Puntinismo focalizza l'istante, scansionando il tempo in attimi. La realtà è pulsazione, sequenza di atomi lungo la linea del tempo e l'espansione nello spazio. Il Puntinismo e il Divisionismo educano a una nuova frontiera di fruibilità del reale che consiste nella visualizzazione a distanza.
Il Simbolismo è poliedrica visione del tutto in relazione all'uomo. Nell'Impressionismo apprezziamo la visione della luce che nutre e assorbe i contorni, ponendo in secondo piano la definizione del disegno.
È quando si è giù che si fanno i peggiori sbagli. Ma a volte la vita ci presenta la necessità di sbagliare, per andare avanti. È questo il suo scopo, andare avanti.
La maschera non copre ma rivela e proprio l'introduzione e la riscoperta della tragedia in chiave lirica rappresentano il passaggio dal Romanticismo al Novecento. La prima fase dell'Ottocento è fortemente influenzata dalle teorie vichiane e dall'impronta neoclassica che rielabora e riattualizza il Mito.
L'artificio, la finzione sono una forma di crudeltà perché contro lo spirito della Natura. I personaggi delle opere romantiche possono esprimere forme di crudeltà in quanto veri. La verità è intesa come conformità alla mutevolezza della Natura che in campo sentimentale può arrecare gravi danni.
Che strano vedere di questi tempi le mimose fresche di fioritura, insieme a papaveri e violette sparsi per i campi! È come se la natura incalzasse il suo lieve passo di fata per il timore che mai più nulla di tutto questo potrebbe ripetersi.
L'uomo di oggi non sa più cosa sia la luce e misura le stagioni in base al caldo e al freddo che tra l'altro si alternano caoticamente. L'ingresso della luce artificiale nel quotidiano ci ha estraniati ulteriormente dalla fonte primigenia di luce e calore rappresentata dal sole.
L'estate è la stagione che brucia le illusioni e i sogni risvegliati dalla primavera. È l'esaurimento della vita che si rende palese col clima di festa. La Primavera è l'attesa che in sé già contiene sogno e illusione.
Il dolore spesso indurisce e contribuisce all'egoismo, se associato all'infelicità. Il continuo confronto con gli altri ci mette a dura prova, specie oggi in cui sembra che la dimensione privata sia vanificata dal continuo apparire spesso falsato da vari espedienti come fotomontaggi e foto ritocchi.
È delle anime forti la solitudine e il silenzio dell'amore. L'amore, quale dolce tormento, guida gli ossimori e ogni figura retorica del periodo romantico.
E si compie la notizia. È Pasqua. La notizia che corre di voce in voce, di gente in gente resterebbe tale e fine a se stessa se non fosse supportata dal fatto. E il fatto consiste proprio nella Resurrezione dalla morte che ha in sé il germe di una nuova vita.
La cultura favorisce il ricordo e facendo ciò, prepara a convinzoni che vanno oltre la logica personale. L'ermeneutica non è solo fredda rielaborazione a cui lo studioso accede tramite il confronto con altri lumi del sapere, bensì apre a nuovi orizzonti del cuore. È quanto si realizza attraverso lo studio attento della letteratura.
Niente accomuna e unisce quanto la morte, ed è questo il contenuto più vero che ci restituisce il mondo del passato, la sua arte, il suo pensiero. La morte diviene la vera casa, l'unica patria che ci appartenga nel bene e nel male, e non solo perché sconfigge le vanità umane, ma e soprattutto, perché ci porta a una maturata conciliazione con chi abbiamo o ci ha ferito. La morte allora si rende indispensabile per quella calma interiore di chi è trapassato e di chi rimane in vita.
La varietà del paesaggio italiano trova la giusta rappresentazione nel patrimonio pittorico espressivo del Romanticismo. I colori descrivono e riproducono profondendosi nell'animo dell'osservatore in un'operazione sinestetica che matura dalla suggestione provocata dal reale.
La ricerca del sublime e le sue notevoli rappresentazioni caratterizzano in modo incisivo e distintivo la prima fase del Romanticismo. Vi è nelle svariate espressioni che connotano questa epoca la volontà di imporsi sui rigidi schemi dell'antecedente cultura illuministica.
Luna o sole? A volte la differenza è labile. Le cose entrano in noi e dalla pancia della nostra anima fuoriescono, plasmando il reale. Somigliare è essere e questo concetto ci riporta al senso di unità primordiale e perduto.
La letteratura russa è un concentrato di bellezza. Questo si deve in buona parte alla tradizione orale che lì ha fatto da padrona per lunghi secoli e millenni. Come ho già spiegato in altri elaborati, l'uso costante della trasmissione orale di contenuti letterari non solo epici, consente lo sviluppo di un importante immaginario che fortifica a lungo andare il popolo interessato.
Siamo soliti riferirci al Romanticismo come a un'epoca in cui tutto splende di situazioni uggiose. In cui l'autunno trova la sua giusta collocazione in sintonia col sentire umano. L'autunno è la stagione dei contrasti che ben si abbinano ai sentimenti agitati umani.
Ci soffermiamo sul valore della gioia che anima la Pasqua senza considerare più quanto avvenuto prima. È come se la sete di vita prendesse il sopravvento sulla precedente sofferenza. La fioritura ci porta a non soffermarci adeguatamente sui momenti di silenzio che restano confinati agli episodi di fustigazione e crocifissione.
Con Gesù abbiamo crocifisso noi stessi e il buono che germogliava allora. Son serviti anni di menzogne, tegole su tegole, a ricostruire con semi marci che divorano la bellezza in seno alle cose. Con Gesù, a quel tempo e nei giorni a venire, abbiamo crocifisso noi e l'eco bella del mondo.
"Capire" e "capienza" derivano dalla stessa radice che contiene al suo interno il riferimento al capo, ossia alla sommità del corpo. Il latino "capere" inizialmente significava "contenere" e ancora adesso nei dialetti meridionali, in quello calabrese nello specifico, viene adottato con lo stesso significato. "Non ci cape: non entra".
Il governo della ragione sull'anima è un forte tema dell'antichità che ha presentato distorte o acute interpretazioni, a partire dal Cristianesimo. Nel Medioevo il dissidio tra anima e mente ha portato a una fioritura di esempi artistico letterari.
Il borghese è colui che si crea da solo e si autodetermina, definendo il suo destino, imponendosi ad esso. È quanto il Manzoni ci trasmette attraverso "I promessi sposi" intervenendo nella storia. L'agire umano cambia il corso degli eventi e in questo si esprime il pensiero del Risorgimento, applicando la teoria della responsabilità umana alla storia.
È difficile porsi dei limiti quando si prende una certa via. Si va avanti senza avere consapevolezza di quanto accade. Questo è un punto su cui la società è chiamata a riflettere.
L'intelligenza intuitiva è di chi incanala la sua sensibilità nella ricerca dell'armonia col tutto. L'intuizione ci porta in avanti, in vantaggio rispetto alla comprensione logica della realtà ordinata secondo la legge meccanicistica della causalità.
Le donne che caratterizzano il firmamento dell'arte romantica sono astri che splendono di una luce non materica. Non seducono con l'intenzione ma in quanto contraddistinte di particolarità che le rendono sacre come sacra è la Natura. Questa forma di ancestrale e nascosta bellezza si sposa molto bene con le adesioni e iniziazioni di artisti e pensatori romantici a circuiti esoterici.
L'Ateismo che impregna il Pensiero romantico sembra confliggere con la spiritualità che lo connota. Siamo soliti riferirci all'ateismo come a una posizione dogmatica che rifiuta in tutto ciò che non è materia tangibile.
È della nostra cultura post pagana fare confusione tra spiriti, spettri e fantasmi, associando questi ultimi alla luce. I fantasmi per tutti noi sono bianchi, lenzuola fluttuanti o vaghe sembianze di corpi che guizzano o frusciano attraversati dalla luce.
Le ossa sono ovunque. La magia della profondità della terra che fa sì che la quotidianità abbia il suo splendore. Abbiniamo a quanto splende la ricchezza luccicante e sfarzosa di quanto andiamo ad aggiungere. La distrazione dalle cose nuove che riflettiamo nella vita e nella realtà che ci circonda, allenta gli occhi su quanto c'è di completo e di esaustivo.
Dove finiscono le storie non raccontate, i finali irrisolti e le probabilità scartate? L'autore romantico non se lo chiede. Esiste in lui ed esisterà nel lettore solo quanto è espresso e ciò rientra nel discorso formativo che ritroviamo nel rapporto cantore- mito- ascoltatore.
È incredibile come l'uomo romantico nell'infinito rintracciasse chiazze di chiarezza. Tutto parte da dentro rendendo tangibile la profusione di infinito e indefinito. L'indefinito, diversamente da quanto accade nell'interiorità dell'uomo decadentista, nel Romanticismo sviluppa paludi di splendore che rendono insufficiente l'uso del verbo.
L'oggettività si perde quando amiamo. Chi il nostro cuore sceglie, si confonde con chi siamo. Insieme diventano uno e i nostri occhi guardano e fissano e comprendono come fossero anche gli occhi di chi amiamo. Cercano se stessi e cercano noi coppia, quegli occhi. Nonostante la coppia non esista più o non ci sia mai stata, quegli occhi vedono ciò che appartiene a loro, anche a distanza.
Il Romanticismo si rifà al tempo dei miti, ma esclude il dogmatismo anche religioso. Ciò sembra contraddire la spiritualità che permea pensiero e arte romantici.
Il Romanticismo sviluppa i concetti di ampiezza e profondità. Come sopra, così dentro. Al mare tumultuoso guarderà anche il Decadentismo come metafora della confusione sull'identità dell'uomo. A proposito dell'infinito come espansione, un esempio ci giunge qui in Italia non solo dal Leopardi, ma riguardo alla ricerca espressiva anche dal Manzoni.
Sulla figura di Maria Maddalena è stato scritto tanto. Ella rappresenta un anello fondamentale di congiunzione tra l'antico mondo ebraico e quello nuovo evangelico. Il silenzio della Chiesa ufficiale su di lei motivato dall'equivoco esegetico che l'ha confusa con la peccatrice, ne ha accresciuto il fascino a partire dal Medioevo fino al Romanticismo.
Di elementi che accomunano il Romanticismo e il Decadentismo ce ne sono tanti, tra tutti spicca la profondità. Quando parliamo di infinito, la mente fornisce un'immagine estensiva. L'infinito è vastità a cui fa seguito la profondità.
Napoleone Bonaparte autoincoronandosi costruì un mito attorno a sé. Dobbiamo però tenere a mente che l'uomo dell'Ottocento era totalmente diverso da quello attuale e a caratterizzare le enormi differenze non è solo il tempo storico ma anche i modelli d'ispirazione.
Anche gli animali hanno un loro destino. Tutto in Natura a un'anima, la Natura è essa stessa spirito illeggibile attraverso la ragione e può essere colta solo come viaggio delle sue singole parti. È quanto il Romanticismo sostiene risvegliando l'arcano.
In un'epoca condizionata dalla forte presenza dell'irrazionale all'interno delle singole esperienze umane non può che ricollocarsi in maniera incisiva la tragedia nel suo significato più dirompente.
La necessità di concentrarsi sull'unificazione porta l'uomo romantico italiano, armato di patriottismo, a soffermarsi sul tempo storico. Crescere significa leggere, interpretare e saper trasmettere quanto accade. Saper districare la matassa degli eventi.
Come da me già puntualizzato nei precedenti articoli, l'Italia a differenza degli Stati europei, arriva tardi alla realizzazione dell'unificazione nazionale. Il concetto di nazione aleggia già nel Medioevo e ancor prima all'impero romano, ma tanti sono i fattori contrastanti che ne impediscono la realizzazione.
Il cuore è il sangue. In esso contenuto e contenente si identificano. È del pensiero gotico romantico traslare il fruitore verso i significati reconditi delle parole e ritornare alla primitività delle immagini.
Di contro tendenza rispetto al tema della figura femminile durante il periodo romantico, appare di primo acchito la Lucia di Manzoni.
L'idea di patria, quasi sogno infinito, incita lo studio del Mito che viene ripreso e reinterpretato col Neoclassicismo. L'Illuminismo e le visioni politiche che ne conseguono espresse in termini di nuove conquiste sociali al servizio di un più autorevole disegno di uguaglianza, si scontrano con una realtà aristocratica recalcitrante a privarsi dei suoi consolidati privilegi.
I volti di Renoir hanno sempre una loro definizione che li fa apparire nitidi. Sono un sole che va vissuto più che visto e ascoltato. Tutto ciò che è tondo ha una sua pienezza e in questa pienezza va colto il senso della vita.
A sfoglie il cielo si adagia, va a posarsi sul sole e alle pendici della vita. È la conclusione del tramonto e un nuovo inizio. Gli sfilacci delle nubi sono pagine che si riavvolgono e concludono il romanzo del giorno.
Abbiamo bisogno del tramonto per ricordarci che la vita è diluita in attimi e che ogni giorno si apre e conclude un capitolo.
Il concettualismo con cui si esprime l'intelligenza dell'artista dovrebbe essere sempre controbilanciato da una convincente rimodulazione estetica. L'arte evoluta è sintesi di cultura dell'essere e ricerca del bello che non può essere assolutamente negata.
E' attraverso gli altri che cogliamo noi stessi.
L'infinito è una lunga attesa. Sa essere pace come anche estenuante afflizione. L'infinito è un profumo che aleggia nell'anima dei giusti così come in coloro che non hanno visione di se stessi.
Le cose hanno un'anima e l'anima è nella Natura. L'anima nel regno inanimato è il mantello che le avvolge. Se nella Natura l'anima è il senso e il contenuto, nel regno delle cose è il contenente.
Negli esseri viventi contenuto e contenente sono presenti e basta questo a renderli infiniti. Basta questo a rendere la Natura infinita.
La libertà è un valore sacro, non di certo significa scimmiottare come un travestito. Con il nuovo significato di libertà propinato dall'Americanismo oggi la libertà si traduce nell'offesa di tutto ciò che abbia connotati di sacralità. È quanto l'assenza di contenuti nell'epoca odierna ha di fatto causato.
Da uno stato d'emergenza si passa all'altro. Tramonta quello Covid e sorge il nuovo legato allo scontro bellico tra Ucraina e Russia. Il secondo ventennio del 2000 non poteva aprirsi in modo peggiore, ma come quasi sempre accade nei processi storici, la sfortuna c'entra ben poco, cruciale è la volontà dell'uomo.
Essere nudi è l'opposto di essere spogli. È combaciare con la propria integrità. È un valore morale prima che sensuale. Chi è nudo si ritrova in se stesso e in piena corrispondenza col proprio involucro. È l'evidenza della riconduzione all'uno, di contro alla via dispersiva del molteplice.
Occorre possedere in sé la meraviglia per stupirsi di quanto accade. La meraviglia è una finestra spalancata sul dentro e sul fuori. È la certezza di ogni accadimento. È chiamare da dentro se stessi quanto succede.
All'improvviso la luce appare. È il balenio di una presenza cara, avvertita soltanto, che mette a tacere i turbamenti e spinge l'anima in salita, verso il cielo e la leggerezza.
Noi da sempre camminiamo sui principi spianati da chi ci ha preceduti. Un principio salva intere generazioni. Un desiderio uccide tutto. Dovremmo imparare a discernere ciò che è principio da ciò che è desiderio. Il desiderio è la caduta di una stella.
Se le ali nella cultura giudaico-cristiana e di derivazione persiana inducono a stati di elevazione spirituale, altro è il messaggio che suggerisce il mondo greco-romano. La catarsi concepita attraverso le ali e che educa al principio di una vita orientata alla santità viene meno nel razionalismo classico secondo cui gli dei provvisti di ali sono da considerarsi sul podio dell'Olimpo per fattori e di derivazione genealogica e per caratteristiche proprie.
Pulsano di sangue e aria. Sono seta che si adagia con una carezza sulla pelle di chi amiamo. Sono palpebre stanche nelle case all'imbrunire. Sono racconto di legno o acciaio nelle mani operose degli uomini dal cuore d'oro. Sono immacolate come il mantello di Maria che culla il Salvatore. Materne sillabe delle donne in dolce attesa.