La civiltà contadina. Il risveglio dell’arcano
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La civiltà contadina. Il risveglio dell’arcano

La civiltà contadina. Il risveglio dell’arcano

Invito all'Arte
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È nei momenti di crisi che l'uomo è spinto a riesumare dentro di sé le arcane radici che dal Mesolitico lo connettono al lavoro agricolo e allo studio della terra

La Natura viene riconosciuta come punto di partenza per ogni tipo di evoluzione e culturale che economica, ma anche la depositaria di ogni tradizione secolare. Rapporti umani s'intrecciano attorno ai frutti del lavoro che esprimono la sapiente generosità della Natura con la quale l'uomo può intessere un dialogo che tenga conto delle varie fasi di crescita necessarie affinché essa stessa si esplichi e si determini.

 

La raccolta di Camille Pissarro
La raccolta di Camille Pissarro

 

Il tempo dell'uomo pertanto è incline a seguire i tempi della Natura in cui tutto obbedisce a un ordine che ingloba ogni singola fase del processo di sviluppo. L'uomo impara così a guardare con gli occhi di chi non osserva l'esterno con l'intento di procacciarsi il cibo, bensì come chi vuole apprendere e comprendere i ritmi della vita. La Natura è espressione di vita e consta di vari minuziosi tasselli a cui l'uomo non può rimanere indifferente ed estraneo. L'evoluzione da raccoglitore a piantatore e infine a coltivatore si colloca nel Neolitico, lo definisce. è qui che l'uomo riesce a far collimare il viaggio spaziale dei corpi celesti con il viaggio temporale dei frutti della terra. L'orizzonte non recide i due regni di aria e terra, ma diviene il tramite dell'influenza celeste sulle cose terrene (da qui il senso dell’espressione “come in cielo così in terra” presente nel Padre Nostro) e all'uomo il compito di fare fruttare tale influsso che vede nella luna la prima forma di calendario rurale. Al sole del Paleolitico, regolatore dei ritmi cacciatoriali, si sostituisce la luna sorella gemella della Terra, nonché guida delle opere agricole.

Le opere e i giorni di Esiodo
     Esiodo, Le opere e i giorni

La visione circolare dei mondi superiori ha il corrispettivo in quella dei mondi di mezzo, lo strato visibile della terra e degli strati inferiori, gli inferi o interiorita’, associati al ventre materno, alla notte e all'inverno che proteggono il seme per poi cederlo al vigore del sole. È da tutto questo che prende vita il concetto di cultura imparentato non solo foneticamente con quello di coltura. La cultura abbraccia e forma una comunità e ne traccia l'evoluzione, riorganizzando il bagaglio di esperienze accumulate in Tradizione. Ed è proprio quando l'uomo vede vacillare la tradizione che lo ha formato, e ciò accade nei momenti di profonda crisi spirituale che investono la comunità e si riflettono sul singolo, egli recupera dentro di sé la necessità di ritornare al lavoro agricolo. È quanto ci comunica il grande poeta Esiodo della Grecia arcaica nel componimento “Le opere e i giorni” risalente all'VII sec. a.C. Riscattatasi dalla fase di decadenza, nota anche come Medioevo Ellenico, conseguente all'invasione dorica del 1000 a.C., durante la quale i Greci persero persino la scittura, costoro spinti dal forte incremento demografico, videro nella conquista di nuove terre la promessa di un futuro ostacolato dalle guerre e dalla sete di potere che definiscono l'Età del Ferro.

 

 

Virgilio. Georgiche
            Virgilio. Georgiche

Lo stesso messaggio ritroviamo per vie diverse espresso dal poeta latino Virgilio nel I sec. a. C. nelle “Georgiche”. Con la morte di Giulio Cesare, il popolo romano si prepara a vivere una fase d'inquietudine fino all'ascesa di Ottaviano. Nelle Georgiche il poeta esalta il lavoro agricolo che oltre a rilasciare serenita’, nobilita l'animo umano. Nel componimento di genere epico didascalico riecheggia l'opera di Esiodo, e al concetto bucolico, idillico della natura, si contrappone quello di un ambiente non arcadico, ma definito nella sua concretezza dall'intervento dell'uomo che acquista così dignità e valore.

L'attività agricola riconduce l’uomo ai ritmi naturali e a se stesso, e insegna il valore della pazienza intesa come attributo dell'attesa. È lavorando la terra e facendola fruttificare che l'individuo si reinscrive nei processi armonici della Natura che gli rilasciano sicurezza e serenità. Ragion per cui nell'Alto Medioevo con le prime invasioni barbariche si verifico’ una massiccia fuga nelle campagne dove trarre respiro e sostentamento attraverso la cura della terra. In cio si esprime l’esperienza spirituale del Monachesimo, nonché la tradizione feudale destinata a perdurare nelle sue contraddizioni nei secoli, fino a lambire i giorni nostri.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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