"Notte" è una parola che può dire tutto, ma in questo tutto ci sono deserti popolati di vite.
La notte è un disegno dell'infanzia stretta nell'abbraccio caldo, oppure un ricordo che torna a visitarci dopo tanto tempo. La notte è un cielo grondante di stelle per il sognatore, o un cielo sepolto per chi vive la miseria dell'abbandono.
L'esperienza dell'abbandono e' un notturno luccicante per chi ha il cuore romantico, oppure un delirio interminabile. In ogni caso, la notte richiama i sogni allo stesso modo con cui attrae l'impietosa morte che nell'esperienza dell'abbandono intesa come privazione, denuda l'uomo e atrofizza l'anima. Proprio perché la notte non ha pareti né profondità, appare soverchiante ed è poesia pura in chi vive una condizione felice o di riposo.
Nel libro che ho scelto questa settimana, la notte è un lungo tunnel dal quale sembra non si possa sbucare mai e assume le fattezze di un incubo infinito. Se l'incubo è l'alter ego del sogno e sbrana la nostra aura di luce, in questo romanzo l'incubo è molto di più perché incrocia i passi con esperienze di vita dure da dimenticare. Se la notte per il pittore che vive di incanti è mistero fecondo che nobilita il suo esistere, in questa storia essa è il resoconto di uno spaccato epocale in cui l'uomo è messo a nudo dinanzi alle proprie fragilità per l'assenza di libertà. Se per troppa libertà si muore, in quanto impossibile da contenere e condividere in una vita, per assenza di libertà si soffoca. E' un ripiegarsi su se stessi nel detrimento strutturato dal proprio ambiente sociale. A farne le spese sono soprattutto i bambini privati del loro onirismo fanciullesco che li porta a ricercare ovunque l'illusorio bouquet di giardini mai calpestati. Si vive di ricordi in un mondo che ha a cuore la salute dell'anima, altrimenti di funesti fantasmi che cancellano l'età. Nulla spaventa più di un bambino vecchio e al contempo nulla più di costui può ispirare tenerezza.
Il romanzo Alla fine della notte che conclude la trilogia dedicata alla Cina dello scrittore tedesco Jan-Philipp Sendker è molto più di un viaggio introspettivo nella Cina dominata dalla dittatura comunista. E' una scansione passo passo di ciò che resta dell'essere umano in cui sia stata sbriciolata ogni cellula di dignità. La corruzione è la controparte del regime in cui ognuno è smembrato e isolato e privato di ogni contatto umano. La fiducia non esiste, è un'utopia che ti fa crescere malignamente e selvaticamente senza alcun appiglio alla dolcezza. La collaborazione e la solidarietà sono il bacio del sole che torna a scaldare tra le ultime pagine. Ma anche qui, una volta sbucata dal tunnel della notte, la fuga per la coppia protagonista non sembra concludersi. La vita del figlio David e' ancora in pericolo in una società priva di ogni credo e affidata all'ingordigia del potere.
Leggi la poesia: Viaggio nella notte