L'INTERVISTA. Robert Steiner. Il talento, il musical, l'uomo
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L'INTERVISTA. Robert Steiner. Il talento, il musical, l'uomo

In Italia un po' tutti lamentiamo l'esasperata settorializzazione che investe tutti i campi, non ultimo quello della cultura.

Se per un verso tendiamo ad equipararci a quelli che sono i parametri europei, dimostrando ubbidienza ai diktat in materia economica, per quanto concerne tutto ciò  che ruota attorno alla Cultura mostriamo reticenza e pigrizia a portarci ai livelli  europei. Ciò è sicuramente squalificante ed è la ragione del forte calo di quella dignità che ci ha resi grandi in passato, portatori di principi alti trasferiti e rappresentati da quell’arte e da quella genialità  ammirate in tutto il mondo.

VIDEO: CANTERVILLE - IL MUSICAL presentato in chiave concertistica il 6 Novembre, 2012 all'Auditorium della Conciliazione (Roma)

 

Complice della mediocrità dell'attuale Italia è  sicuramente il disinteresse veicolato proprio dalle istituzioni preposte alla cultura, a considerare l'individuo nella sua completezza e a formarlo  nei suoi molteplici aspetti. L'arte e la cultura italiana sono in forte decadenza e cio’ è  un vero peccato  se si considera che poco viene fatto per invertire la rotta, nonostante i molteplici segnali ricevuti. Si parla tanto di cambiamento, si sventola questa parola ai quattro venti nonostante pochi interventi siano fatti in tal senso e sempre e soltanto finalizzati a un discorso economico politico. Si tende a nutrire il popolo con la parola cambiamento  proprio per non cambiare niente, recuperando così  quanto anticipo’  ne “Il Gattopardo" Tomasi Di Lampedusa. Proprio su questa precarietà e sul senso di fatiscenza che respiriamo è incentrata l'intervista di oggi rivolta a un grande del mondo dello Spettacolo, che ha a cuore il destino e il futuro  della cultura e dell'arte della nostra nazione. Robert Steiner attore e prima ancora cantante tenore abbiamo imparato diffusamente ad apprezzarlo nel musical “Notre Dame de Paris" e ne “Il conte di Montecristo".

VIDEO: Robert Steiner Robertsteinermusical - Bella - Ospite durante la finale di A Voice for Music (2015)

 

Professor Steiner, lei è un uomo di spettacolo completo. Dentro di sé si sente più attore o cantante?

“Sicuramente cantante. Ho studiato canto privatamente, da 20 anni mi dedico al musical. L'attività attoriale è subentrata dopo. Sono un tenore e attualmente insegno canto.”  

Il musical “Notre Dame de Paris" l'ha avvicinata anche a un pubblico meno colto. Quanto di Hugo sente essere presente in lei?

“Nel musical interpretavo Frollo, il personaggio cattivo e la cosa mi ha divertito molto. Comunque, nella vita mi sento più Quasimodo per una questione filosofica, o Pierre Gringoire, il personaggio aggiunto da Cocciante.”

Lei è  molto severo ed esigente sul lavoro, quindi molto stimato da chi ha una visione responsabile e professionale, e criticato invece dai faciloni. Si sente quindi più  italiano o austriaco?

“Entrambi. Mi sento italiano per il carattere estroverso, ma tedesco per la precisione e l'impegno che mi contraddistinguono nel lavoro. Sono cresciuto in Canada dove sei obbligato a rigare dritto come un trattore. Di conseguenza sono esigente e molto, ma non con l'intenzione di chi vuole alzare la voce e soggiogare il prossimo, ma per senso del dovere e per raggiungere il massimo rendimento. Per questo occorre essere umili e da professore educo i miei alunni all'umiltà che ti pone in una condizione di apprendimento e ti fa crescere all'insegna della produttività  e della professionalità.”

Professor Steiner, cosa pensa del musical attuale, per di più  italiano, a seguito di quanto ha detto poc'anzi?

“Io provengo dalla scuola del musical americano, di Broadway. Il grosso limite del musical italiano è la scarsa presenza della figura del produttore. Accade talvolta che quelli che operano in questo settore non siano onesti e trascurino l'aspetto artistico per curare solo il proprio tornaconto.Il produttore non deve essere soltanto il ricco disponibile di turno ma deve avere delle competenze artistiche che qui in Italia non ha. Di conseguenza accade che i produttori accettino di finanziare quel determinato prodotto giusto per guadagnare accontentando i gusti della gente, senza impegnarsi più del dovuto. Succede allora che il lavoro, ad esempio un film, abbia successo nell'immediato, registri un forte incasso e tutto finisca li, senza un seguito. Se Broadway in un anno fattura due miliardi di dollari, in Italia ci fermiamo a 60 milioni complessivi in tutto il paese, e questo è un dato indicativo.”

In un'intervista  lei ha bacchettato i giovani per lo scarso talento canoro. Avverte una certa superficialità nei cantanti italiani nell'intraprendere questo  percorso senza adeguati studio e preparazione?

“In Italia c'è tantissimo talento, ma viene spesso messo al servizio di una facile notorietà e ciò comporta una scarsa preparazione. Purtroppo, per colpa dei talent, i giovani si sono abituati al tutto e subito, preferendo la popoplarità alla preparazione, credendo l'uno un sostituto dell'altro.”

Sicuramente. Al momento  i suoi rapporti  con Cocciante sono vivi?

“No, nel senso che la mia tournée con lui è  terminata da tempo e di conseguenza non ci sentiamo.”

Non avete in mente progetti per il futuro?

“No, ognuno sta lavorando per conto proprio. Cocciante sta mettendo in scena lo spettacolo di Notre Dame di 15 anni fa col cast originale. Io ho partecipato nel 2002 alla prima edizione.”

Come mai sono cambiati gli attori?

“I motivi sono tanti e tutti ragionevoli. A Broadway gli attori del cast di un musical cambiano ogni sei mesi. Si fa per immettere sulla scena nuovi talenti, o perché  nel tempo gli attori si adagiano su quel ruolo e rendono meno, o perché  capita che non ci sia adeguata qualità e che quindi occorra sostituirli.”

Professor Steiner, di lei sorprende la cura e il tempo che riesce a dedicare ai suoi molteplici interessi. Ce li racconta?

“In effetti sì. Spazio dalla filosofia al tema degli alieni, per poi cercare di approfondire determinati aspetti dell'archeologia più antica. Sono attratto dal mistero, dalla scienza e dalla tecnologia.”

Lei si dedica  nei suoi lavori a questi temi affascinanti?

“Sì, scrivo tanto su questi argomenti e su Dio. Tra romanzi, sceneggiature... Dio, diverso da come lo immaginano molti, è presente anche nella mia trilogia di prossima uscita. Ultimamente mi sto dedicando alla stesura di tre commedie e altrettanti musical. ”

Il palcoscenico e’ un microcosmo in cui si concentra il macrocosmo, mi viene da pensare a seguito della conversazione con il maestro Steiner. Se vogliamo raggiungere Dio, dobbiamo respirare l'arte sacra dei rituali antichi che congiuntamente ritroviamo nella consapevolezza di pochi oramai, tra autori, registi e attori. Il resto è  solo palcoscenico. Forse se si ritornasse a studiare in modo più  approfondito e contestualizzato drammaturghi e commediografi del passato, ci accosteremmo a una visione altra della realtà  e avremmo la percezione di una ridimensionata distanza dal cielo stellato con i suoi infiniti mondi e da un passato fatto di Miti e costellazioni narrate che i grandi hanno il potere e la capacità  di saperci ancora porgere.  Se solo fossimo più  allenati a udirne il canto...

Ringrazio il professore Robert Steiner a nome di tutta la Redazione per averci aperto la vista e il cuore sugli inesplorati mondi della cultura e del teatro, con la speranza che sempre più  persone si appassionino alla sacra bellezza dei contenuti e che L'arte continui a fluire nella vita e nei sogni di tanti. 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli