Immagine come folgorazione e poesia come Verbo degli archetipi. INTERVISTA a Gian Guido Grassi
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Immagine come folgorazione e poesia come Verbo degli archetipi. INTERVISTA a Gian Guido Grassi

L'Arte è esplorazione dell'Io, semplicità che accede al presente dal regno arcano.

Creiamo per immagini e assaporiamo quanto vediamo attraverso il gusto della Poesia. La Poesia è pertanto una qualità dello spirito per la quale entriamo nel mondo cogliendone gli aspetti magici e intranseunti. La Poesia attinge al Vero perché autentica, e quando fiorisce con l'immagine e nell'immagine, introduce ai misteri del mondo.

La parola congiunta all'immagine trova spazio nelle epoche precorse e nel Medioevo quando l'immagine era racconto cifrato di simboli. Nella nostra epoca la poesia danza in ambienti salottieri spogli di quei contenuti che la Musa delle Muse richiederebbe. Nell'epoca di ogni svuotamento la Poesia assolve alla funzione di spogliazione del superfluo, tuffandosi nella consistenza. Sostanza e radici sono il connubio a sostegno della Verità che ritroviamo nel linguaggio immaginifico ancestrale. Il protagonista dell'intervista di oggi c'immette in questa dimensione dalla quale i meno sensibili si autoescludono. Gian Guido Grassi, illustratore, pittore e poeta usa l'immagine come compensazione della parola e la poesia come scavatrice e ala con cui innalzarsi. Laureatosi in Lettere e dal percorso formativo articolato, il maestro Gian Guido, torinese di nascita, da due anni e mezzo si dedica in modo assiduo alla composizione di liriche utile a mettere ordine nel suo tumulto interiore. Figlio d'arte, il padre era un apprezzato pittore, si muove alla riscoperta del mondo con matita e pennello, indagando nel magico universo degli archetipi e relazionandosi ad esso.

Maestro Grassi, lei è uno dei pochi che sanno al tempo d'oggi disegnare e ciò rivela una mano capace di interpretare un animo raffinato. Questo in un’ epoca in cui il disegno è poco stimato, quasi fosse un sottoprodotto dell'arte. Cosa rappresenta per lei il disegno?

"Il disegno per me è la base di tutto. In questo, nasco più toscano che veneto. Fin da bambino, sotto la guida attenta di mio padre, copiavo i maestri e gli album di disegni di grandi illustratori americani. Secondo me il buon disegno è una palestra essenziale, almeno all'inizio di ogni progetto artistico. Senza di esso, l'arte è molto improvvisata. Anche Christo disegna, per fare un nome noto."

Si diventa illustratori dopo essere diventati bravi disegnatori?

"L'illustrazione ha molte sfaccettature, ormai. Mentre nella cosiddetta “Età dell'Oro” era praticata da bravissimi disegnatori spesso acquerellisti, oggi il disegno è trascurato. Rimangono le tecniche quali l'acquerello e il disegno a penna affiancate dal digitale. Il disegno o è iperrealistico o è vignettistico, specialmente nell'editoria italiana. Io rimango legato ad un gusto che negli anni '90 ha visto il suo declino, spero non definitivo."

Lei ha frequentato lo IED di Torino dopo il liceo artistico. Ritiene che sia stato utile?

"Il corso IED di illustrazione all'epoca durava quattro anni. Mi ha dato molto, sia sul piano culturale sia sul piano tecnico. Ho approfondito le teorie del colore e le tecniche del disegno con la parte destra del cervello. Inoltre tecniche pittoriche come acrilici ed olio. Molti corsi erano di livello universitario, Seguii tra l'altro un corso di antropologia ed uno di storia della scrittura tenuto dall'egittologo Silvio Curto. In complesso la fiaba ed il suo immaginario iniziarono ad interessarmi da allora."

Maestro, ritiene che la “scuola libera del Nudo" abbia affinato la sua mano di disegnatore?

"Nella Scuola Libera del Nudo ho praticato sia la copia della modella dal vero che il laboratorio di incisione. Entrambe le discipline mi hanno molto sciolto la mano, pur già educata al disegno dal vero."

Lei è particolarmente sensibile alla comunicazione tra le arti. Secondo lei qual è il perno intorno a cui ruotano le diverse espressioni?

"La matrice comune tra le arti, dal mio punto di vista, è l'emozione. A me interessano gli stati d'animo, non importa se veicolati da un brano musicale, una scultura o una illustrazione. Il mezzo espressivo, la padronanza del suo linguaggio e la tecnica sono importanti, ma l'effetto deve arrivare all'anima, non solo alla mente."

Lei ama tutti i linguaggi artistici ma fra tutti fa propri quello illustrativo-pittorico e quello poetico. Cos'è quindi, per lei la Poesia?

"La poesia ha sempre fatto parte della mia vita, sin dall'elementari. Con mio padre leggevo poesie di Leopardi e la Commedia di Dante, commentandola insieme. Fu molto intensa come esperienza formativa. Già al liceo scrissi qualche poesia. Le prime poesie mature risalgono al mio primo ciclo pittorico, anche debitrici dei miei studi universitari di letteratura. Da un paio d'anni scrivo con sempre più impegno e consapevolezza poesie legate al mio mondo interiore e agli archetipi come immagini della psiche. Talvolta le collego più strettamente alla mia pittura."

Gli abbinamenti pittura poesia che lei realizza sono molto convincenti. Sono frutto di un'operazione spontanea?

"I miei quadri sono ispirati da disegni preparatori. E' capitato che abbia scritto poesie sui disegni prima di dipingere, ma in genere scrivo poesie indipendenti o su quadri già realizzati."

Lei ha letto molto, quali sono le sue letture preferite?

"I miei autori preferiti sono Dostoevskij e Kafka. Inoltre ho amato molto anche autori mitteleuropei ed americani di romanzi. Come poeti Dante sopra tutti, subito dopo Ariosto. Ho letto molte opere di Shakespeare. Mi sono appassionato anche a scritti saggistici sulla mitologia, psicologia del profondo, di filosofia. Da qualche anno anche di teologia. Meno di frequente leggo saggi di storia e biografie."

Colpisce in un mondo di emulazioni e simulazioni l'onestà e la genuinità delle sue opere. Tutt'altro rispetto al naive a cui s'ispirano tanti artisti. È così?

"Ho una buona cultura di storia dell'arte, ma ho interiorizzato i miei maestri. Dopo la formazione, in cui ho copiato molto, ho cercato il mio stile, che fosse autentico e spontaneo nella realizzazione pittorica. I disegni preparatori sono eseguiti con maggiore calma e ponderazione, con stile più realistico e dettagliato."

Quanto di suo padre come artista respira in lei?

"Mio padre vive in me in tutto. Ho un confronto di competizione e complicità con lui da sempre. Mi ha dato quasi tutto ciò che sono, però siamo diversi. Lui più sintetico e grafico, io più pittorico e analitico. Ci accomuna l'uso del colore in senso emotivo, presente sia nei suoi quadri informali che nei miei dipinti."

Lei si sente in relazione con ciò che e’ eterno e questo mi fa dire che la sua arte ha carattere mitologico. Ci spiega questo legame?

"I valori eterni, gli archetipi, i miti, l'importanza dei classici fanno parte della mia cultura e sensibilità. Sin da bambino cercavo Dio, mi facevo domande sul senso ultimo delle cose, non solo su fatti quotidiani. Amo la vita sensibile, ma ho un forte rapporto con il magico e lo spirituale, nel senso più ampio e possibile."

Maestro Grassi, le sue illustrazioni non hanno l'impronta commerciale riconoscibile in tanti lavori di odierni disegnatori che ricalcano il fumetto. Pensa che in questo abbia influito la lettura in chiave magico onirica del reale?

"Non riesco ad essere commerciale, anche volendo. Solo quando realizzo un'opera ispirata da vero, intenso coinvolgimento, il risultato è soddisfacente. Le illustrazioni su commissione con stile alla moda mi ripugnano. Le mie migliori sono di fiabe, in rapporto con il sogno. In esse, le sfumature delle matite colorate consentono di miscelare gli stati d'animo in una dissolvenza verso l'inconscio."

La sua è una vena creativa d'indirizzo psicanalitico. Lei attraverso il disegno riesce a rendere bene impulsi: paure e desideri alla base degli archetipi, così come stati d'animo. Vero?

"L'inconscio, le pulsioni, l'istinto e l'intuito sono alla base delle mie incisioni e dei miei dipinti. Ho un metodo vario di realizzazione: o è intuitivo sin dall'inizio, o si basa su schizzi dettagliati e realistici, che poi vengono deformati e stravolti espressivamente durante la realizzazione dell'opera finale. Gli archetipi e gli stati d'animo, in senso junghiano, sono come ho accennato, la base del mio immaginario."

La libertà si fonda sull'importanza che l'individuo attribuisce al regno primordiale degli archetipi. Un artista piu’ è libero, più è creativo. Considera la libertà una conquista raggiunta?

"La libertà è un bene che si conquista, come l'amore vero o la saggezza, ma nessuno di questi assoluti è alla portata di un essere umano. Ci possiamo avvicinare: come nella caverna platonica, ne intravediamo l'ombra. Quindi sono più libero di quando avevo vent'anni, ma per alcuni aspetti più vincolato e responsabile. E' una ricerca in continua tensione, la tensione che rivive nei miei lavori."

La sua pittura suggerisce le onde del mare. È comunque legata agli elementi della Natura. Vuole parlarcene?

"Vivo in prevalenza in città, vicino al centro. Vedo giardini e parchi talvolta, ma più spesso edifici più o meno storici. Però ho molta nostalgia della natura, la nostra origine primordiale. Da essa proveniamo, anche se con la natura, nella realtà ho un rapporto quasi conflittuale, perlomeno problematico. Questo rispecchia altre mie contraddizioni. Gli elementi alchemici, acqua, aria, terra e in un prossimo ciclo il fuoco sono i protagonisti sullo sfondo delle mie opere pittoriche."

In lei la ricerca cromatica e l'utilizzo dei colori non è mai casuale, ma obbedisce alle esigenze dell'anima. Che significato ha per lei l'azzurro combinato al dorato?

"Ho sviluppato una sensibilità cromatica in modo graduale. Non ero un bambino che colorava molto: disegnavo a grafite le copie di cui ho parlato. Dal liceo, ma specialmente dopo il corso di Cromatologia allo IED, ho potenziato le mie conoscenze sui colori: le armonie, i contrasti a livello di vibrazioni e gli effetti ottici. A questo ho aggiunto la psicologia dei colori, ben nota a Kandinsky. Tutto questo è presente in modo consapevole sia nelle mie illustrazioni, sia nei miei quadri."

Quali sono i suoi prossimi appuntamenti espositivi?

"Ho due mostre in preparazione per aprile, importanti collettive. Una nel museo Casa del Conte Verde a Rivoli (dal 3 aprile), in connessione con il Museo di Arte Contemporanea; l'altra a Venezia, nella Galleria San Vidal, tra le più prestigiose della città (dal 5 aprile)."

L’artista è colui che si disseta al suo bacino spirituale e sa rendere in chiave universale il proprio spessore. L'arte non ha bisogno che della propria essenzialita' e in questo è sacra. Ringraziamo l'artista Gian Guido Grassi per averci introdotti nella sua ricca foresta interiore cosparsa di simboli e sentimenti in cui ognuno è in grado di riconoscersi e di portare alla ribalta la propria identità. Al maestro Grassi e ai suoi lavori i migliori auguri da parte mia e dalla Redazione.

 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli