L'INTERVISTA. Siamo terra che respira. Silvana Noris: la donna, l'artista
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

L'INTERVISTA. Siamo terra che respira. Silvana Noris: la donna, l'artista

Conosciamo nel silenzio e il silenzio è già di per sé preghiera.

Il percorso della conoscenza ci lega indissolubilmente al mondo che cogliamo attraverso gli altri. Si ha l'impressione oggi di vivere un grande incubo collettivo a seguito dell'angosciante situazione in cui siamo precipitati tutti, ognuno nella propria impotenza ad agire. Il sogno di vita che abbiamo fin a ieri assaporato sembra averci mostrato il suo volto di chiusura, portandoci a credere che quanto vissuto era pura illusione.

Stiamo rientrando in noi stessi. E’ quanto percepiscono oggigiorno le persone più sensibili, ciascuna nel suo piccolo chiamata singolarmente al chiaro compito di ridisegnare il mondo con i mezzi che possiede, e ancor più con la propria creatività. Non sfugge a queste considerazioni l'artista protagonista di questa intervista la quale contraddistinta da una speciale sensibilità, riesce a guardare il mondo attraverso se stessa, e cosi’ facendo non si percepisce un'isola, bensì una realtà composita che tende le braccia ai propri simili e da questi riceve calore indispensabile a una nuova strutturazione della realtà. Silvana Noris ha tutto in se stessa e ciò la porta a guardare verso nuovi orizzonti e a creare con la sua inesauribile sorgente creativa. Cantante e molto più, ha dentro di sé piena padronanza del suo passato che aleggia oltre le rive del tempo.

Silvana, non è un caso che ci conosciamo in questo momento tanto delicato, vero?

“I simili si ritrovano sempre, ci si ritrova tra anime sensibili.”

E’ come se questa realtà dolorosa ci chiamasse a raccolta, di stimolo alla vita. Ritrovandoci tra anime affini è come se vivessimo una rinascita capace di proseguire oltre noi. Silvana, la sua storia parte da molto lontano e coinvolge altre esistenze antecedenti alla sua, e’ così?

“Sono nata a Verona e precisamente in via Enrico Noris, la via che prende il nome da un mio facoltoso antenato vissuto alla fine del 1500. Le mie origini sia da parte di madre che di padre sono nobili ed Enrico, questo mio avo, era un cardinale appassionato di letteratura e scrittore. Si è dedicato all'epoca alla stesura di opere di argomento esoterico e proprio per questo suo orientamento singolare i Gesuiti ostacolarono la sua elezione a papa.”

Un vero peccato! Credo che avrebbe dato un nuovo impulso alla Chiesa di quel tempo macchiata di orrendi crimini tramite l'Inquisizione. Lui ha lasciato ai posteri un patrimonio inestimabile, vero?

“I suoi testi si trovano tradotti in tutta Europa e vengono molto considerati attualmente. Io mi sento molto legata a lui e alla sua sensibilità spirituale. Le racconto questo particolare. Ero nei musei Vaticani e lì, osservando i libri esposti nelle bacheche di vetro, sono stata travolta da un moto di commozione al punto da abbracciare i libri e da meritare il richiamo del guardiano che era lì e aveva assistito alla scena.”

Silvana, l'episodio dell'abbraccio ha lasciato in lei una forte impronta?

“Si’, perché da allora ho iniziato a scrivere con particolare dedizione.”

Prima di accostarsi con impegno alla scrittura, cosa faceva nella sua vita?

“Ho cantato per circa trentotto anni. Cantavo e praticavo arti marziali. Due strade che dentro di me si sono incrociate portandomi ad abbinare musica, canto e sport.”

Linguaggi diversi della stessa anima.Quando è iniziata la sua carriera di cantante?

“Ero giovane e vivevo ad Amburgo, in Germania. Lì mi sono sposata e dopo essermi separata da mio marito, sono rientrata in Italia e mi sono stabilita da mia madre a Roma con i miei due gemellini che avevano quattro anni.”

Com'è stato per lei ricominciare a Roma?

“Il canto mi ha portata a proseguire e così dopo un tirocinio di un anno e mezzo, ho iniziato a collaborare con l'editore Dino Vitola. Era il 1974 o il ‘75.”

Silvana, era gia’ una cantante di musica leggera affermata e amata in tutta Europa. Insieme al canto, la sua grande passione, ha deciso di coltivare lo sport conseguendo grandi risultati, vero?

“Esatto. Sono stati gli anni della medaglia d'argento e di quella d’oro e contemporaneamente ho progettato di lavorare alla sintesi tra i due mondi, del canto e dell'arte marziale, anticipando i tempi.”

Lei ha fatto da apripista a un nuovo genere di musical. Chi l'ha supportata in questo progetto?

“Dei grandi professionisti. Ringrazio Lino Cavalieri, produttore discografico di Bari e il produttore Vittorio Salvetti tramite cui ho lavorato come cantante in RAI e ia Mediaset.”

Silvana, com'è nata la passione per l'arte marziale?

“È stata il risultato di un incontro casuale. Dino Vitola mi ha presentata al produttore di Patty Pravo, di Cocciante e di tanti altri cantanti famosi. Tramite lui mi sono avvicinata all'arte marziale. Fino ad allora mi ero dedicata al body building.”

Silvana, non ha mai pensato di lavorare nel cinema?

“No, assolutamente. Ero troppo impegnata con le tournee come cantante e a diventare maestro di arte marziale che non potevo fare altro. In cambio ho ricevuto molte gratificazioni e riconoscimenti come il premio Liden per l'arte conferitomi al Campidoglio. Insomma, la mia vita si divideva tra palestre e palcoscenici.”

Metamorfosi è stato un suo grande successo di teatro, vero?

“Sì. L'arte marziale mi ha portata a scoprire la storia e la civiltà giapponesi, e così è nato Metamorfosi. Mi rammarica non essere stata ancora in Giappone.” -

Mi parla del suo primo libro?

“Certo! Io lo definisco libro, in realtà è una raccolta di 23 canzoni delle quali 14 scritte da me. È importante perché da questo libro ho tratto un musical, uno spettacolo straordinario con 300 costumi relativi a Paesi diversi lontani tra loro che si ritrovavano nel mio spettacolo. La presentazione del mio primo libro è avvenuta su un palcoscenico ed è stata qualcosa di grandioso.”

Il tema centrale è il conflitto tra il bene e il male, un dissidio eterno che non smetterà mai di stupire e di affascinare attraverso svariate interpretazioni e molteplici dubbi, vero? 

“Sì. E’ il cuore dello spettacolo rappresentato da una coppia risalente a 5000 anni fa che rinasce nel corso delle epoche. Il titolo è “Un’odissea nel tempo. Alla ricerca dell'amore".

Questo lavoro è stato il suo esordio letterario e scenico e risale al 2010. Dentro di lei alberga un'anima sincretica che la fa essere qui e altrove nello spazio e nel tempo, e si esprime in più linguaggi. I viaggi sono una porta spalancata su altre dimensioni e su altre vite che in un certo qual modo appartengono o proseguono dentro di noi la loro esistenza. Chi coglie il legame con i sogni avverte molto di più queste sensazioni, vero Silvana?

“Vero. Dentro avverto un legame fortissimo con l'Egitto. Da bambina mi tormentava un sogno. Vedevo una regina di 5000 anni fa. Io ero quella regina.”

C'è stato un seguito a questo sogno?

“In un certo senso sì. Mi ha portata a incrociare un'altra esistenza. Il professore che mi ha aiutata a sistemare le mie pubblicazioni seguendole passo passo nella stesura, ha una figlia che io ho conosciuto quando aveva un anno. Si è instaurata da subito tra me e lei una rara empatia che nel tempo è diventata profonda amicizia con scambio di vedute e di esperienze che ha permesso a entrambe di accedere ai segreti dell'altra. E’ così che ho saputo che lei faceva il mio identico sogno. Ciò mi ha portata a parlarne con un esperto di reincarnazioni il quale mi ha risposto che io e la mia amica siamo testimoni di un fenomeno rarissimo che può accadere ad anime che si reincarnano in periodi differenti ma che si ritrovano e convivono con questo mistero.”

Silvana, lei ha mai avuto esperienze medianiche?

“Non ho mai partecipato per mia scelta a sedute spiritiche, però ho frequentato una scuola sull'uso e sullo studio dell'energia e attualmente svolgo l'attività di pranoterapeuta medianica. Anche qui mi pongo sulla linea di continuità dei miei antenati, molti dei quali erano medium."

Qual è il suo rapporto con Dio?

“Personalmente credo in un Dio, ma non seguo alcuna religione. Per me le religioni sono espressione della politica. Gesù era altro rispetto alla religione cristiana. Le Sacre Scritture nelle varie traduzioni che hanno subito, sono state trasformate, alterate. Io sono stata educata in collegio dai tre fino agli undici anni e qui un mio insegnante mi spiegò che i testi biblici raccontano importanti verità attraverso storie che non sono fatti veri, ma qualcosa di simile alle fiabe. Ero piccola ma compresi il messaggio che lui m'invio’. I testi biblici raccontano attraverso la mitologia verità grandi.”

Silvana, cosa pensa di questa epidemia?

“Credo che sia il prodotto di una manipolazione colossale. Già prima che si manifestasse, avvertivo dentro di me che a breve sarebbe successo qualcosa di sconvolgente.”

Cosa prevede che accada in futuro?

“Io l'uomo lo vedo troppo invischiato nel male. Si procederà per periodi. Si estinguerà questa epidemia, subentrerà una fase di tregua e poi di nuovo si ricascherà in questa situazione. Gli equilibri saranno precari, di breve durata. Pertanto ritengo che tutti dovremmo imparare a convivere con questi ritorni ciclici di negatività.”

Cosa secondo lei, Silvana, potremmo fare per contrastare queste ricadute dolorose?

“Pregare, è l'unico consiglio che nella mia piccolezza mi sento di dare.”

Mi tocca la sua commozione e penso che arriverà anche a coloro, mi auguro che siano numerosi per come lei merita, che leggeranno questa intervista. Per concludere, che cosa sono per lei i sogni?

“I sogni sono una parte importante della nostra vita, in quanto ci pongono in relazione a un passato mai vissuto e che evidentemente, non si è mai estinto, e a un futuro indecifrabile. Noi siamo terra che vive, soffio di vita che ci anima e che non ci è dato sapere da dove provenga. Siamo un granello di sabbia dell'infinito che non possiamo comprendere, al quale non riusciamo neanche ad avvicinarci, perché immenso.”

È proprio delle grandi anime avvertire la propria piccolezza al cospetto dell'immenso di cui i più sensibili avvertono il profumo come una benedizione che discende dall'alto. La musica, il canto predispongono l'anima a quest'accoglienza, forse perché gemme incastonate nel manto del cielo. Silvana in questa splendida intervista ci ha offerto con eleganza e umiltà diversi spunti di riflessione che vedono il canto in accordo con la dimensione dell'Infinito che ci governa. Canto e incantare hanno la stessa radice di provenienza. Ci sono tanti modi d'intendere il canto, il piu’ nobile è sicuramente quello che ci ha mostrato Silvana Noris facendo incontrare il rigore del corpo educato dall'arte marziale con la dimensione astrale a cui ci conduce la voce che riproduce alte melodie.

All'artista e soprattutto alla donna Silvana Noris, i migliori auguri da parte mia e della Redazione.  

 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli