L'INTERVISTA. Il viaggio emozionale dell'Arte e la via della Fede. Il Conte Giuseppe Cascella, dalla Pittura al Cinema
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L'INTERVISTA. Il viaggio emozionale dell'Arte e la via della Fede. Il Conte Giuseppe Cascella, dalla Pittura al Cinema

Esiste un comune denominatore alla base delle varie espressioni artistiche rispettandone le reciproche diversità.

Il viaggio nell'antetempore che definisce la realtà immaginifica attraverso le note fluenti e cristalline porta la Musica ad essere considerata la forma d'arte dell'incipit del viaggio dell'Uomo nel suo spazio e col pensiero nell'Universo. L'immagine creata, percepita o traslata, immobile come icona sottratta al Tempo da' respiro e ragione di esistere all'Arte nel suo ventaglio di forme. Abbiamo conosciuto musicisti prestati al Cinema per la rarefazione o al contrario l'incisività conferita attraverso le pennellate di suoni alle scene in sequenza, così come la scultura e la pittura abbinate all'arte fotografica percepita tramite la cura con cui vengono fatte le riprese. La pittura guidata dal movimento dell'occhio si rende viaggio emozionale nell'interiorità avvicinando il pittore al mondo dell’immagine viaggiante. E’ quanto è accaduto al Conte Giuseppe Cascella protagonista di questa intervista, pittore di fama internazionale prestato al Cinema del piccolo e grande schermo nella veste di attore.

Conte Cascella, lei è un appassionato d'arte. Da quanti anni dipinge?

“Sono ormai cinquant'anni. Ho iniziato a Milano disegnando sui Navigli. All'epoca i miei quadri costavano poco, adesso sono presenti nei musei più importanti del mondo. Ho ritratto Papa Giovanni XXIII e sono il pittore ufficiale di Padre Pio. Le mie opere sono esposte nel museo di Pietrelcina dedicato a Padre Pio. Per questi lavori e per la devozione al Santo ho ricevuto un riconoscimento di bronzo.”

Da Napoli a Milano. Le ha portato fortuna il capoluogo lombardo.

“Mi ha sicuramente aperto altre prospettive. All'epoca la sede RAI a Milano era in c.so Sempione ed è stato facile per me entrare nel mondo del Cinema, dapprima come comparsa.”

Cosa unisce dentro di lei la Pittura al Cinema?

“Sono un appassionato di Arte e le immagini devono parlare. Il Cinema fine a se stesso non lo trovo significativo. Per me deve avere un risvolto sociale. Oggi si tende a fare troppo Cinema sulla delinquenza e sulla mafia. Io ho lavorato come attore in diversi film di questo genere, ad esempio in “Metamorfosi della Camorra” nel ruolo di Don Gennaro. Il valore del Cinema risiede nei messaggi che rilascia e che devono essere costruttivi per i giovani. Devono fondarsi su valori e principi come la famiglia oggi in uno stato di abbandono totale.”

Al di là della Fede che la caratterizza, lei si distingue per l'alto grado di sensibilità che la porta a rendersi operativo verso gli altri attraverso la preghiera.

“La Fede non deve essere fine a se stessa, altrimenti diventa una cosa morta. Ogni giorno alle 16.10 recito il Rosario della Guarigione in diretta su fb insieme a un mio amico stigmatizzato di Bari. La Fede per mantenersi viva ha bisogno della condivisione.”

Lei ha vissuto un'esperienza determinante per la sua Fede, che l'ha caricata di forza e coraggio.

“Sono andato oltre il confine della vita. Ho attraversato il tunnel della morte e da qui sono ritornato indietro. È successo a seguito di un blocco della respirazione determinato da un enfisema polmonare.”

Cosa ricorda delle sue prime esperienze nel Cinema?

“Avevo 15 anni quando ho iniziato. Ho un bel ricordo della mia partecipazione al film Arabella che ebbe un grande successo. Era l'epoca degli sceneggiati televisivi. Col tempo sono andato avanti e ho lavorato anche in film come “Onore e rispetto". Ho recitato al fianco di attori come Roul Bova, Torrisi, Beruschi. Un grande film che mi ha visto presente è “Meridione monamour".

I suoi prossimi progetti?

“Sto collaborando con il regista Alfredo Quintiero e lo sceneggiatore Dario Norcia a una commedia simpatica da girare prossimamente a Foligno, dove porterò la cultura partenopea tramite le canzoni napoletane. È un film che prevediamo di presentare al Festival del Cinema di Giffoni. L'altro grosso progetto e’ un film per la RAI che gireremo a Torino, che vedrà presente nel cast l'attore Adriano Fumagalli.”

Il Cinema è traslazione di se stessi all'esterno. È il vascello che conduce la propria emozionalità oltre il porto sicuro della creazione artistica fatta con le proprie mani. Il Cinema vede l'attore nel suo ruolo che, per quanto studiato e gestito, è la maschera che evidenzia se stesso. Si può fingere un ruolo rivelandosi appieno e allora la finzione si tramuta in arte. Questa sapientemente educata appare se nel gioco di squadra che è il set la Fede permette di veicolare alti messaggi che nobilitano il Cinema, completandolo. Questo è quanto è emerso dall'intervista al poliedrico Conte Giuseppe Cascella. La Fede diviene il compimento ultimo dell'immagine stessa che trova il suo significato nel suo senso più alto espresso dal sentimento per Cristo.

Ringrazio il Conte Cascella per aver posto l'accento sui significati plurimi dell'Arte ingentiliti e ravvivati dal Credo cristiano. A lui e ai suoi progetti auguro a nome di tutta la Redazione un florido avvenire.

 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli