L'INTERVISTA. Il ruolo cinematografico del Direttore Artistico. Ivan Rapi e il racconto possibile
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L'INTERVISTA. Il ruolo cinematografico del Direttore Artistico. Ivan Rapi e il racconto possibile

Quello del Cinema è  un  mondo vasto  che abbraccia molte figure professionali, ciascuna con la sua fondamentale specificità. È un reticolo di collaborazioni che s'intersecano con le opportunità sviluppate da un buon rapporto sinergico  tra le singole parti.

Un prodotto cinematografico maturo guarda oltre i singoli conflitti che possono insorgere, collocando in cima alle priorità il pubblico e la sua capacità di guardare e riconoscersi attraverso il lavoro finito. L'arte è questo, formare attraverso il formato. E’ il finito che attraverso gli occhi e la sensibilità del pubblico continua a vivere intraprendendo altre strade. Il concorso di più  figure professionali all'interno di un progetto cinematografico non puo’ non tenere conto di diverse regole alle quali sottostare, regole burocratiche e non solo, che pongono in primo piano la figura del direttore artistico, un ruolo non di certo marginale che possiamo definire la colonna portante del film. Il protagonista di questa  intervista è Ivan Rapi che con coscienza e passione da tanti anni fa questo  lavoro, rendendo possibile e legittimo ogni racconto da trasferire sul piccolo e grande schermo.

Direttore Rapi, lei è Siciliano e vive ad Aosta dove esercita la sua professione collaborando anche con la Valle d'Aosta Film Commission. Giusto?

"Non lavoro per conto della Film Commission Valle d'Aosta, ma questa da’ la possibilità di collaborare con varie produzioni."

In cosa consiste la figura del Direttore  Artistico  in campo cinematografico?

"Il direttore artistico cura, coordina, organizza ed indirizza i progetti."

Ritiiene che La Valle D'Aosta Film Commission  vada incontro a chi intende fare un film? E in che modo?

"Certamente sì,  con tutti i permessi delle location e collaborando con le varie produzioni."

Lei sta organizzando tutto per un film che verrà  girato tra luglio e agosto in Valle d'Aosta e poi a Roma. Puo’ in merito anticiparci qualcosa?

"Si’, sto lavorando su un progetto cinematografico con la bravissima autrice Violetta Diamante e con Walter Succu produttore della BBS PRODUCTION. La data precisa e’ ancora da confermare. Il film è a carattere sociale e tocca un tema attuale e inedito  basato su una storia realmente accaduta."

Lei propende per il Cinema a carattere sociale, è così?

"Si’, m’interessano maggiormente i progetti a livello sociale."

Come si comporta la burocrazia qui in Italia nei confronti di chi intende girare un film?

"A livello burocratico le pratiche sono parecchie e richiedono tempi lunghi, quindi a mio parere non siamo messi bene."

Com'è il rapporto con la sua terra d'origine?

"Ho un bel rapporto malgrado la lontananza, anche perché io caratterialmente non sono portato a dimenticare le mie radici."

Traspare dai suoi lavori il legame con la Sicilia?

"Si', perché sono sempre in contatto col presidente Nicolò Mancuso, in arte Nico Zancle, dell'accademia e impresa Spazio Teatro Europa 94 sita a Messina."

Cosa la colpisce della Valle D'Aosta?

"Malgrado ci sia arrivato per lavoro, mi piace l'ambiente meno caotico rispetto a quello delle grandi città, e la natura che la circonda."

Lei e’ cofondatore della Dream Action. Ce ne vuole parlare?

"Sono uno dei soci fondatori insieme a Martino Rossi, Ferdinando Marino e Massimiliano Torraco.  L’associazione Dream Action si occupa di cinema, spettacolo, cultura e di altri progetti."

Si coglie un rapporto di complicità osmotica tra la Sicilia e la Valle d'Aosta attraverso  i suoi film?

"Si’, in alcuni film può esserci."

Lei, direttore Rapi, ha in cantiere anche un altro film. Di che si tratta?

"Purtroppo, essendo ancora in fase di progettazione non  posso parlarne."

Lei ha lavorato  anche come attore, vero?

"Si’, ad altre produzioni ho partecipato come attore."

Ci spiega la differenza tra il lavoro di regista e quello di direttore artistico?

"Il regista dirige gli attori, coordina il set, controlla il lavoro dei collaboratori, imposta e dirige le riprese e le inquadrature, per quanto riguarda il direttore artistico ho già dato risposta alla seconda domanda."

Il suo lavoro, nonostante sia incentrato sulle questioni  burocratiche, riesce a darle importanti soddisfazioni?

"Si’, perché la mia passione cinematografica mi porta a trovare interesse a vari livelli che spaziano dalla burocrazia fino alla presenza sul set."

C'è  un'impronta specifica a livello di contenuti e stile riconoscibile in tutti i suoi lavori?

"Si’, certamente perché mi piacciono soprattutto i film che parlano di problemi sociali, in quanto in essi riesco ad esprimere parte del mio vissuto."

Hanno importanza per lei le riprese esterne?

"Moltissimo, perché danno visibilità ai luoghi dove sono ambientate le riprese dei film."

Cosa deve avere un film per essere considerato di qualità?

"Una buona produzione, un bravo regista con un ottimo staff, bravi attori ma soprattutto un buon ritmo narrativo della sceneggiatura e per finire,  un’attrezzatura di cinematografica di ottima qualità."

Nel cinema vero, intenso nulla si butta. È  questa la visione del cinema moderno. Ognuno ha al suo interno il proprio ruolo e ciascuno profuma di  una bellezza utile al cammino degli altri. Questa è la magia propria del cinema  che lo fa ancora essere in un rapporto di corrispondenza biunivoca col Teatro che, grazie allo schermo, viene amplificato e guarda verso nuovi orizzonti. Il Cinema che si rivolge al sociale riesce a tener testa alla tecnologia imperante, concentrandosi sull'individuo e sulla sua forza. Speriamo che nel tempo questa caratteristica non declini in triste evocazione, ma permanga colmando di slancio il cuore di chi sogna col Cinema una realtà migliore.

 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli
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