L'INTERVISTA. Gianluca Ippolito e le terre del ghiaccio
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L'INTERVISTA. Gianluca Ippolito e le terre del ghiaccio

L'uomo da sempre è  affascinato dal freddo candore del ghiaccio, dalla sua immacolata ostilita’.

I continenti polari come anche le zone glaciali d'alta montagna impressionano e attirano chi ha un temperamento  mistico e i temerari richiamati dalla solitudine delle altezze. I deserti di ghiaccio hanno scolpito l'immaginario dell'uomo già in tempi remoti, quasi fossero luoghi di passaggio ad altre dimensioni. Il ghiaccio ci lega al cielo e allo studio delle costellazioni perché  le ampiezze consentite dalle alte latitudni colmano lo sguardo di quell'azzurrita' reperibile solo attraverso un bagaglio di vivace fantasia. Il ghiaccio è  l'elemento del repertorio mitologico che ci prepara al salto oltre la dimensione dello spazio e del tempo. I luoghi estremi forgiano le anime già  di per sé temprate per il sacrificio e al pericolo, portando la persona comune a nutrirsi dei loro racconti fantastici quanto reali e concreti. Oggi abbiamo il piacere di conoscere da vicino i luoghi estremi del ghiaccio tramite il racconto della guida alpina Gianluca Ippolito.

Gianluca, lei è di Torino ma vive in Valle D'Aosta dove svolge il suo lavoro di guida alpina, vero?

"Si, sono nato a Torino e vivo in Valle d’Aosta.”

In cosa consiste il suo lavoro esattamente?

"Mi occupo di condurre le persone in montagna, sia in inverno che in estate. Durante l’inverno le attività possono essere lo scialpinismo, l’arrampicata sulle cascate di ghiaccio, sciare fuori dai comprensori utilizzando gli impianti per salire, la salita di itinerari alpinistici in montagna. Durante l’inverno organizzo degli stage inerenti la sicurezza sulla neve. In estate mi dedico prevalentemente alla salita dei “4000” delle Alpi: Monte Bianco, vette del gruppo del Monte Rosa, Cervino, montagne del vicino Vallese, oppure itinerari di arrampicata su roccia sia sulle alpi occidentali che sulle Dolomiti."

Quello della guida alpina è  un  lavoro esclusivamente legato a determinati territori. Poco conosciuto e interessante da scoprire, che richiede impegno, particolare attitudine e forte senso di responsabilità. Come si diventa guida alpina?

"L’accesso ai corsi di formazione per guida alpina è subordinato al superamento di una serie di selezioni: in primo luogo il candidato deve presentare un curriculum relativo alla propria attività in montagna, che deve comprendere un minimo di ascensioni su vari tipi di terreno nelle varie disacidisci: alpinismo su roccia, alpinismo su terreno misto e ghiaccio, scialpinismo e sci ripido, cascate di ghiaccio, arrampicata sportiva. Se il curriculum viene ritenuto congruo si viene ammessi alle selezioni pratiche per verificare la preparazione tecnica nelle varie discipline. Se il candidato supera tutte le prove di selezione viene ammesso al corso. Il corso è articolato in vari moduli ed ha la durata di poco più di un anno. Avendo superato tutti i moduli al termine del corso si ottiene la qualifica di Aspirante Guida Alpina ed è già possibile essere iscritti all’albo professionale e iniziare a lavorare, seppure con alcune limitazioni. Dopo almeno due anni di praticantato come Aspirante Guida Alpina si può accedere al corso per la conferma finale e ottenere il diploma di Guida Alpina."

Un bel percorso formativo, insomma. Chi ricorre alla presenza  della guida alpina?

"Chiunque abbia desiderio di vivere un’avventura, un’emozione, oppure ancora mettere alla prova se stesso. La guida alpina può operare su qualunque tipo di terreno e con qualunque attrezzatura. Alle prestazioni professionali della guida alpina ricorrono anche gli enti pubblici per le attività concernenti il monitoraggio delle condizioni di stabilità della neve, per esempio. Alcune imprese che stabiliscono il cantiere in ambiente di montagna spesso si avvalgono delle guide alpine per la consulenza riguardo alla sicurezza, in particolare in presenza di neve e quindi di pericolo di valanghe."

Gianluca, ha mai avuto paura?

"Certamente. La paura serve da campanello di allarme e permette di percepire i pericoli e tenere alta l’attenzione."

Difficoltà e altezza vanno di pari passo?

"Assolutamente no. Così come la difficoltà tecnica e i pericoli: un itinerario può essere difficile tecnicamente ma su di esso i pericoli oggettivi possono essere presenti in scarsa misura. Al contrario, un itinerario abbastanza facile dal punto di vista tecnico può presentare molti pericoli oggettivi."

Lei e’ stato a più  riprese in Antartide. Trova che ci siano delle similitudini tra le Alpi e il Polo Sud?

"In realtà il polo sud è un punto geografico nel continente Antartide, quindi sarebbe sempre meglio riferirsi a quest’ultimo. Alcune similitudini si possono trovare in certe rocce, nella presenza di ghiacciai, nel clima freddo e piuttosto secco."

Grazie per la precisazione. Ci descrive l'Antartide? Quanto è  grande?

"L’Antartide è un continente di oltre 14 milioni di km quadrati, situato nell’emisfero australe e circostante il polo. Il 98% del territorio è coperto dai ghiacci della calotta antartica. Il continente è attraversato dalla Catena Transantartica, lunga 3500 km che si estende da Cape Adare alla Terra di Coats, sul mare di Weddell. L’elevazione maggiore è il Mount Vinson (4897 m.), facente parte della catena Sentinel Ridge. Il clima è secco, in misura maggiore spostandosi verso l’interno sulla calotta polare. Altro elemento caratterizzante è il vento, in particolare le correnti catabatiche, che possono arrivare ad avere velocità che superano i 300 km/h, in particolare lungo i ghiacciai nei quali questi venti scorrono incanalandosi. Non esistono città, o installazioni umane legate a qualche forma di vita stanziale: vi sorgono solo le basi scientifiche, che sono in funzione per la maggior parte solo durante l’estate australe."

Un individuo che desideri andare in Antartide, ha bisogno di una preparazione particolare?

"Dipende innanzitutto da cosa dovrà fare. Chi opera in Antartide nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Italia) deve sottoporsi a visite mediche specifiche, che sono tanto più particolari e selettive quanto più e’ impegnativo l’incarico che dovrà svolgere. Le guide alpine, in genere sono due per ogni spedizione, fanno le stesse visite di idoneità dei piloti di prima classe presso l’Istituto di Medicina Aerospaziale di Milano. Ogni nazione comunque sottopone il proprio personale da inviare in spedizione ad un programma di addestramento, in particolare per verificare gli aspetti psicologici relativi alla capacità di adattamento ai disagi, alla vita in comunità in ambienti ristretti, al dover limitare la comodità di vita, alla capacità di resistere all’isolamento e alla lontananza dalla famiglia e dai propri affetti."

Quante sono le basi scientifiche  in Antartide,  e su cosa indagano?

"In Antartide sono presenti circa cinquanta basi scientifiche e si occupano di ricerche in moltissimi ambiti, i principali dei quali sono: geologia, glaciologia, biologia marina, astrofisica e astronomia, climatologia, studio e sperimentazione di nuove tecnologie e molto altro ancora."

Lei e’ stato anche nelle aree più remote della Norvegia. Le esperienze vissute li’ e in Antartide sono assimilabili?

"Direi che sono assai poco assimilabili. In Norvegia mi ero recato per motivi completamente diversi."

Numerose testate hanno riportato la triste notizia della presenza di rifiuti ad alta quota sull'Himalaya. Com'è  possibile  cio'?

"Ciò accade perché molte spedizioni abbandonavano una grande quantità di rifiuti presso i campi, soprattutto il campo base, a causa dell’elevato costo del trasporto e della difficoltà oggettiva di trasportare i rifiuti prodotti. Negli ultimi anni molto è cambiato, sia dal punto di vista della legge Nepalese che impone determinati obblighi alle spedizioni, sia grazie alla presa di coscienza degli alpinisti."

L'Antartide è  un continente realmente protetto?

"Per quanto posso sapere io e sulla base della mia esperienza ritengo di poter rispondere in modo affermativo."

Si verifica nelle notti antartiche un fenomeno accostabile a quello delle aurore boreali?

"So che si possono verificare dei fenomeni atmosferici rappresentati da nubi iridescenti, che si collocano a quota stratosferica. Io però non ne ho mai visti."

Si tende spesso a parlare del fenomeno  increscioso dell'aumento delle temperature in diverse aree del pianeta. Come si comporta il clima in Antartide, a riguardo?

"Sembra che l’incremento di temperatura coinvolga anche l’Antartide. Bisogna comunque mettere in evidenza che alcune recenti notizie inerenti a “temperature record” in Antartide vanno considerate con estrema cautela, vista l’ubicazione della stazione presso cui è stata eseguita la misura."

Ritiene lei che la responsabilità sia tutta da attribuire all'uomo a proposito dell'aumento delle temperature?

"Ritengo di no."

Il ghiaccio dell'Antartide è  simile o totalmente  diverso da quello che troviamo sulle nostre montagne?

"Il ghiaccio della calotta polare e dei ghiacciai è di acqua dolce, come il ghiaccio dei ghiacciai delle Alpi."

Qual e’ stata la temperatura più  bassa con la quale ha dovuto personalmente  confrontarsi?

"Per un giorno ho lavorato a -51,2°."

L'inaccessibiltà smuove il desiderio e porta a sognare. È incredibile quanto ancora poco conosciamo di alcune zone del nostro pianeta, quasi costituissero pianeti a parte all'interno di altri universi stimolanti l'immaginazione. Abbiamo bisogno del diverso per muoverci nella nostra esistenza, senza però  lasciarci andare a  irresponsabilI entusiasmi, come ben c'insegnano il ghiaccio e l'alta montagna. Ringrazio Gianluca Ippolito a nome dell'intera Redazione per questa illuminante intervista, con l'auspicio che oltre ad informarci, ci renda tutti più  accorti e rispettosi nei confronti di quei paradisi non facilmente accessibili, eppure in parte violentati dall'incuria umana. A lui e alla sua attività i nostri sentiti auguri.

 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli
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