L'INTERVISTA. La potenza della parola e l'evocazione del suono. ''Viva la vita'' il doppio single di Germano Di Mattia e Filippo Saccucci
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L'INTERVISTA. La potenza della parola e l'evocazione del suono. ''Viva la vita'' il doppio single di Germano Di Mattia e Filippo Saccucci

Il suono è di per sé Magia. E’ la potenza vibrazionale dell'Uno impressa in ogni cosa.

E’ il gigante che si fa bambino, l'infinito in un granello di sale, in un fiotto di luce. Soul e Sound sono figlie della stessa radice etimologica che relaziona l'anima come impronta distintiva del Creatore alla musica, dalla più alta, scatenata dalla vorticosità degli astri a quella profonda e gutturale, terrena. Ogni cosa, dalla particella atomica a quella più complessa e voluminosa sprigiona una sua voce che a sua volta è la somma di minuscoli e singoli impulsi che i più sensibili colgono come vibrazioni. L'Anima Mundi consta di tante particolareggiate vibrazioni che la musica di oggi molto vicino alla world music riconsidera e reinterpreta.

L'artista che sto per introdurre e che abbiamo iniziato a conoscere in una precedente intervista assembla quanto detto e va ben oltre spingendosi anche al di là delle sue possibilità umane. Germano Di Mattia autore di libri e di documentari e non ultimo cantante, ha dato vita insieme a Filippo Saccucci in arte BigFeel a un progetto sonoro cantautorale che verrà scandito in più uscite e che parte dal doppio single “Viva la vita".

Germano, “Viva la vita” introduce a un viaggio che si concluderà a fine anno.

“Si’, dopo l'uscita di vari single puntiamo su un album vero che li includerà tutti. È un progetto questo multilingue che iparla francese, inglese, spagnolo, tedesco e italiano, quindi una collana di brani che spaziano dal melodico alla world Music.”

Quindi un progetto che abbraccia l'Europa ma che presenta al suo interno semi di ben più antiche e inesplorate civiltà. Prima di parlare, di questo mi piacerebbe approfondire la collaborazione tra te e Filippo. Siete simili per alcuni versi.

“È nato un bel feeling, ci accomuna la sensibilità verso alcuni aspetti della realtà. Ci siamo conosciuti nel 2005. Lui è un Dj e un elaboratore di suoni molto ricettivo, io provengo da un'impostazione autoriale. Ci siamo accordati su questo progetto che doveva inizialmente maturare su un'impronta di meditazione. In realtà è diventato altro.”

L'evoluzione verso altro è la matrice che contraddistingue questo vostro percorso sonoŕo condotto individualmente che avete poi convertito su un piano a due. Ma già il tuo lavoro presenta un carattere particolare. Mi riferisco alla canzone “Viva la vita" che identifica secondo me il doppio single, prima tappa del percorso.

“Effettivamente è cosi. “Viva la vita” nasce da un sogno che io ho fatto tempo fa e la chiave menzionata nel brano rimanda a una città nuova e fa riferimento a quel sogno che io ho traslato al tempo di oggi in cui ci apriamo a una nuova vita. Il testo e’ del 2015 però dentro di me sentivo che dovevo aspettare il momento giusto per adattarlo a brano. Sentivo che sarebbe diventato il cardine intorno a cui sarebbe ruotato un importante progetto e così, a distanza di tempo ho coinvolto Filippo. Si tratta di una canzone sospesa come sospeso è questo tempo.”

È una canzone magica che sul piano vibrazionale apre a risvolti terapeutici. Quanta consapevolezza c'era in te a riguardo?

“La consapevolezza sono andato acquisendola nel tempo. Ho sempre sentito dentro di me un legame particolare con questo brano.”

Dentro questo brano convivono svariate identità riconducibili alle principali vie mistiche che legano il suono alle primitive tradizioni spirituali. La tua voce di per sé ha un doppio timbro. A una base di pacata espansione si associano vibrazioni argentine che rinviano allo sparpagliamento degli astri nella volta notturna. È una voce visiva come poche sanno esserlo. La melodia richiama le canzoni popolari di matrice medievale dal significato bivalente. Uno denotativo e l'altro connotativo che riscontriamo nella tradizione esoterica legata alla Compagnia dei Fratelli d'Amore con la quale risulta ebbe rapporti Dante. Il tutto supportato da un registro musicale che per timbro energetico rimanda ai tamburi iniziatico ritualistici dello Sciamanismo siberiano diffusosi nel Nord America. Quando hai menzionato il progetto multilingue è come se ti fossi soffermato sul carattere di universalità del doppio singolo.

“Grazie davvero. Effettivamente al progetto noi abbiamo associato un tour che toccherà i punti nevralgici sotto il profilo energetico di tutta Europa, evitando di considerare i luoghi ormai acquisiti dal turismo di massa.”

Nelle canzoni c'è tanto della primitiva tradizione Sufi che abbiamo imparato ad apprezzare anche grazie a Battiato. C'è la melodia popolare di Branduardi, Graziani e di Raffaello Simenoni, ma il carattere magico dei tuoi brani sovrasta di molto il piano denotativo di superficie. L'accostamento testo e musica Di Mattia Saccucci riconduce all'essenza magica del suono. Cos'è la magia se non una trasposizione riflessa delle cose su altri piani? La ridondanza vibratoria dei timbri apre a nuove percezioni su altri universi che si affacciano alla vita chiamati da noi e dall'effetto riflettente delle note. I riflessi nascono da una radice ma sviluppano una vita propria e per questo suggeriscono la filosofia che sostiene il nomadismo ultramillenario delle popolazioni mediorientali. L'osservazione dei cieli notturni ha permesso agli occhi di scrutare e di chiamare alla vita altre vite che si sostengono tra loro attraverso i capelli argentati degli astri, dando luogo alla mappatura dell'Universo. L'uomo, la Terra in rapporto al Cosmo sono la chiave d'accesso ai misteri sigillati di Castel del Monte reperibili nell'immaginario sensibile grazie alla corrispondenza e ai richiami notturni tra gli astri. Le atmosfere di una sera all'insegna di uno spettacolo sufi a cui ho partecipato a Castel Del Monte le ritrovo tutte ascoltando i brani di Di Mattia Saccucci in cui le vibratili partecipazioni del suono al campo stellato spalancano nuove percezioni del Cosmo trovando spazio nelle teorie della Concreazione. Germano, la vostra musica schiude a considerazioni sul viaggio.

“Sì, effettivamente a più livelli. La nostra stessa musica è un viaggio attraverso melodie che rimandano al passato e proiettano nel futuro. Il progetto ricorda l'Alan Parson Project.”

È il mistero della rosa. La musica arriva prima di noi nella intuizione di altre realtà. I vostri brani sono reperibili?

“Si trovano su Spotify che è attualmente la piattaforma numero uno per l'ascolto e sono diramati dalla Distribution Routernote di Londra. L'etichetta è la mia che già nel nome predispone all'ascolto di un certo tipo.”

E menzioniamola per bene.

"Certo! etichetta discografica Orion Music."

Spesso sul virtuale ci si spinge in dissertazioni e critiche poco positive. Di certo, da’ l'occasione a giovani capaci di affacciarsi sui circuiti dei grandi ascolti e questo è un dato e un merito innegabile.

Germano per le melodie e il ricongiungimento alla radice popolare della nostra cultura e Filippo per le sonorità futuristiche sono trampolini di lancio verso altri orizzonti che non guardano ai classici orientamenti spaziotemporali e ci proiettano su luoghi fatti di luce e pulsioni che ritroviamo in noi stessi come l'impronta degli astri. Pertanto, un grazie sincero a Germano Di Mattia per averci introdotto lungo i sentieri della notte dal profumo di uomini, di culture e di racconti che ci hanno preceduti e che ritroveremo oltre, tuffandoci con lo sguardo tra le stelle.

A Germano Di Mattia e al suo collega di viaggio Filippo Saccucci i migliori auguri per una proficua collaborazione, da parte mia e di tutta la Redazione.

  

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli
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