Una Firma ideata e voluta per la Donna. INTERVISTA alla stilista Patrizia Lieto
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Una Firma ideata e voluta per la Donna. INTERVISTA alla stilista Patrizia Lieto

È impossibile svincolare la moda dall'amore verso se stessi.

La Moda è rivelazione del modo di essere ed esaltazione della verità. Se un tempo lo stile attraverso gli abiti e i monili sfoggiati era un indicatore importante del posto che la persona occupava all'interno della società, oggi la moda sembra per molti versi agire sul piano della caricatura, esagerando e appesantendo quegli aspetti sgradevoli del singolo e della società .

Sfilano lungo le passerelle internazionali abiti che sono una vera e propria provocazione rivolta a stili di vita sbagliati che più che denunciare, sembrano imprimersi nell'immaginario come punto di svolta verso una società sempre più ambigua e degradata. Che dire in merito alla nuova moda filogender e unisex che ripropone il tipo ibrido? Oppure il prototipo della donna inavvicinabile e guerriera che confligge con quelli che sono i canoni di bellezza consolidati per secoli? Attraverso la moda passano pensieri ed esprimiamo desideri che spesso nelle donne più giovani e senza una vera personalità si propongono come stili di vita da imitare. La moda detta le linee guida nella società. Imita, emula e lancia messaggi, mentre sulla passerella ritroviamo sempre più idee e sempre meno concretezza.

Cosa sia la moda oggi e ciò che invece dovrebbe essere in funzione della donna parleremo in questa intervista con la stilista Patrizia Lieto. Di Napoli, dopo tanti anni di applicazione e studio, la Lieto è riuscita a imporsi nel panorama delle firme conosciute, per la sua grinta propositiva che la pone controcorrente rispetto a quanti slegano la moda dalla realtà femminile.

Patrizia, come ha scoperto la sua inclinazione professionale che l'ha portata a diventare una stilista di successo?

“Già da bambina manifestavo una particolare attitudine alla moda, adattando gli stracci che usava mia madre per le faccende domestiche ad abitini per le bambole.”

Quindi già allora era presente in lei la volontà di creare in funzione del corpo che aveva sottomano ed era rappresentato dalla bambola. È bello e interessante che lei abbia coltivato nel tempo questa funzione concreta della moda nel mondo femminile. E questo è ciò che la discosta dai grandi stilisti che sfornano spesso abiti scandalosi o inindossabili.

“Esattamente. Nel tempo ho affinato il gusto estetico a cui già agli inizi attraverso il lavoro dei miei genitori ero stata educata.”

Dice bene. Infatti anche i suoi genitori lavoravano nel campo della moda.

“L'inclinazione me l'hanno trasmessa loro. Mio padre era fornitore di guanteria e lavorava per conto di Trussardi, mia madre invece era pellicciaia in un tempo in cui le pellicce vere avevano un mercato. Lo stesso discorso vale per i guanti di pelle vera di pregiata qualità.”

Patrizia, lei in seguito tramite gli studi ha affinato questa sua inclinazione alla moda.

“Sì. Gli studi ti forniscono la giusta preparazione e ti instradano nel campo del disegno, ti introducono nel mondo dei costumi. Utile e funzionale è la merceologia. Quanto io ho appreso all'epoca, lo insegno tramite i corsi per stranieri all'università telematica della Sapienza, sostenendo e proponendo l'arte italiana che ci rende famosi e apprezzati nel mondo.”

Lei, Patrizia, lavora traendo ispirazione dal corpo della donna nelle sue svariate tipologie. Questo è, riprendendo il discorso accennato in apertura, l'elemento che la contraddistingue dagli stilisti di fama mondiale. Da cosa quindi trae ispirazione per i suoi modelli?

“Molto utile è a mio avviso, l'indagine di mercato che mi consente di entrare nella psicologia della donna reale e carpirne le esigenze. Questo è un aspetto importante del mio lavoro, che mi avvicina al mondo della vendita e del marketing e trova riscontro nella fase creativa. Vede, oggi gli stilisti non s'interrogano su ciò che realmente serve alla donna o su ciò che può realmente valorizzarla. Il loro resta un lavoro scollato dal piano della realtà. Io ho aperto un mio spazio nella galleria Umberto I di Napoli allo scopo di avvicinare la donna ai miei abiti confezionati. Ciò mi ha dato l'opportunità di cogliere quello che la donna di oggi cerca in tutte le sue varianti di forma, peso ed età. Perché ogni donna è unica e deve sentirsi splendida nella sua unicità attraverso gli abiti che indossa.”

Lei quindi ha avviato, partendo da questo concetto, il suo pret a porter.

“Sì. Prima però mi sono fatta le cosiddette ossa lavorando per stilisti di fama come Dolce e Gabbana, Versace... e sedendomi ai loro tavoli ho sfruttato l'opportunità di portare avanti il mio format che è proprio quello di far sfilare la donna, quella vera, di tutte le età e le misure, non quindi la mannequin, mettendo ciascuna a proprio agio attraverso l'abito che indossa.”

Una grande operazione rivoluzionaria, ispirata dalla sua città, Napoli, che vanta una lunga tradizione all'interno della moda e dei costumi, se pensiamo ad esempio alle maschere come Pulcinella.

“Vero. Napoli è una città in cui l'arte si respira e si vive quotidianamente. È a contatto con la vita di sempre, alla portata di chiunque e il confronto costante con i suoi monumenti affina l'occhio.”

E grazie a Napoli e alla sua giudiziosa inventiva lei è riuscita ad affermarsi a livello internazionale.

“Esatto. Sono stata a Hollywood dove diverse attrici hanno indossato le mie creazioni per girare video musicali, poi a Los Angeles. Ho collaborato con la Marinella Cravatte a Milano. Sono stata a Salsomaggiore dove le miss hanno sfilato con i miei abiti.”

Complimenti. Lei si avvale della collaborazione di uno staff internazionale. Come mai?

“Conviene. Lavorare in Italia nell'ambito della moda è praticamente impossibile anche per i cavilli burocratici.”

Oltre alla linea di abiti lei ha lanciato quella di monili per completare la donna e la sua femminilità.

“Certo. Scarpe e monili di richiamo agli abiti da me creati e confezionati, oltre alle pochette che sto abbandonando per dedicarmi ai bjoux.”

L'universo femminile è racchiuso nella donna e tramite l'impronta del carattere e dello stile evocato dal look trova espressione all'esterno, rivelandosi. A una moda svuotata e da copertina fa da contraltare un nuovo modo d'intendere il fashion, vivibile e di grande impatto creativo che faccia esprimere qualsiasi donna mettendola a proprio agio nel suo corpo. La grande operazione di sfida lanciata a livello mondiale dalla stilista Patrizia Lieto ha stravolto la logica delle passerelle permettendo di sfilare a donne comuni eppure uniche nella loro autenticità vissuta a qualsiasi eta’. A Patrizia Forte e ai suoi progetti futuri i migliori auguri da parte mia e della Redazione.. 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli
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