L'EVENTO. Il male nel regno finito delle cose. ''The music box-Carillon'' il film horror di John Real
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L'EVENTO. Il male nel regno finito delle cose. ''The music box-Carillon'' il film horror di John Real

Siamo portati a pensare di possedere gli oggetti, in realtà sono loro a possedere noi e per tante vie.

The Music Box directed by John Real - Music Composer Massimo Filippini

 

Si ritiene troppo spesso che le cose non abbiano l’anima ma proprio così non è e questa concezione spesso comporta visioni distorte circa il nostro rapporto col mondo materico. Tanto del patrimonio popolare è andato perduto perché considerato imbrattato di superstizione che non ha alcun riscontro nel reale. Potrebbe darsi che la summa di tradizioni popolari contenga un corollario di precetti e teorie che confliggono con i lumi odierni. La visione complessiva dell'era cibernetica ha in parte influito sull'abbandono del bosco oscuro della tradizione più antica che ci lega al mondo delle superstizioni così come al risveglio magico del senso del sacro oggi dormiente per una cultura recalcitrante verso ciò che attiene alla spiritualità e al senso di mistero in essa custodito. Per altri versi la massiccia ostentazione di tutto attraverso il ricorso allo schermo fa sì che in una buona fetta di giovani soprattutto, attecchiscano i pilastri del sacro tempio dell'inviolabile. Un ramo della cultura underground oggi ripropone il gusto gotico in chiave moderna, incalzato dai giochi di ruolo di ambientazione vampiresca. Il mondo occulto oggi annovera molti cultori attratti spesso dal magnetismo negativo di alcuni esempi riproposti dall'attuale Satanismo che ritroviamo espresso ad esempio nel look di alcuni celebri cantanti.

Purtroppo il Mistero si basa sul non visibile e pertanto non sferzabile dalla furia ingiuriosa del tempo. Se il cambiamento corrode la materia, ciò che vi è oltre il visibile acquista per l'ombra che l'avvolge una luce divina. Anche il Male ha la sua luce enigmatica e trascinante per quelle anime fragili, adescate dal suo fascino. “Idolo- Dio- divino” sono riconducibili alla stessa matrice etimologica dy di origine sanscrita che significa appunto luce.

La luce del male è subdola e ammaliatrice e anziché elevare, svuota per ricollocarsi nel centro dell'anima. Se il Bene sospinge, il Male risucchia e agisce a più livelli anche attraverso la musica per sua natura seducente. La musica è la voce degli alti piani azzurri e stellati. E’ movimento circolare impresso nella volta del cielo alla quale ci riconduciamo assaporando armonie ben concertate. La musica è cara ai bambini che con essa ripercorrono i passi della loro breve esistenza, rientrando in se stessi. Le ninna nanne e le nenie sono la casa dei bimbi appena nati e di quelli un po' più grandi che si ritrovano nel regno perduto degli angeli. Per questo la musica è fondamentale nella crescita dei piccoli e agisce in funzione dell'elaborazione di visioni sane e armoniose. La musica si fa dentro di noi paesaggio e ridisegna nei bimbi i confini della patria perduta, facendo presa su di loro e caricandoli di sensazioni sfuggenti, a volte raccapriccianti.

C'è sempre un inizio nei disegni del male. Nelle sue elaborazioni macchinose. A differenza del Bene che ha una storia infinita ed è senza storia, il male ha un suo principio che coincide col suo manifestarsi e proprio intorno a questo pensiero si sgomitola il film Carillon del regista John Real. Come una sequenza di quadri caravaggeschi, le scene si succedono nella sublimazione delle tenebre accecanti di contro a una luce che svapora sui volti dei protagonisti. Un cast scelto a puntino, eccellente nel manifestarsi delle inconsce sfumature delle emozioni che nella loro limpidezza naive e infantile sconvolgono nell'immediato lo spettatore rapito dagli impulsi che la paura suscita. La bambina è il fulcro del film. Colei che nella sua immacolata genuinità sa di non sapere ma di conoscere attraverso le sensazioni e trascina gli altri nelle sue sconcertanti e mirabolanti impressioni. La musica che il carillon eviscera composta insieme a tutta la colonna sonora dal maestro Massimo Filippini incanta e irretisce nella sua malinconica reiterazione, assolvendo a una funzione a tratti ipnotica.
La scatola di per sé è il simbolo del mistero. Forziere dei pirati o tesoro del re assorbe l'energia di ciò che custodisce. È il sepolcro della ricchezza inviolabile che non può cadere in mani sbagliate. Nella religiosità positiva giudaicocristiana il contenuto prezioso è il Cristo che svanisce nell'ora dell'alba ricominciando ad essere oltre i territori eterici. È il corpo che più nessuno trova. Salito al cielo come il tesoro dei tesori e mai interrato.

La musica è un'altalena che racconta tra alti e bassi la trama con note che descrivono e perpetuano sequenze di emozioni. È verginale come una maschera ambigua che alletta riproducendo echi e richiami degli horror anni Ottanta. Pochi gli effetti speciali e tutti calibrati per rendere con maestria la veridicità degli accadimenti davvero efficaci, perché minimali nel loro alfabeto iconografico che non scalfisce le capacità immaginative ma le alimenta, introducendoci nell'antro della scoperta che gli oggetti hanno un respiro proprio, preceduto dagli impulsi di chi li ha creati, a cui segue in ultimo la vita infusa dal loro possessore. Quindi, una storia presa in prestito da chi li eredita o li incontra sul suo cammino. Su queste basi la narrazione acquisisce una nuova piega. Acquista una o più vite in aggiunta a quelle preesistenti. E su questo si snoda la trama del film ponendo in evidenza il dato nuovo, prorompente che si somma a ciò che è antico e in apparenza senza storia. La sensibilità disturbata della bambina fa maturare il tutto, purtuttavia conservando ella la mirabile purezza degli angeli.

Riporto di seguito quanto ha espresso di suo pugno il regista John Real a proposito del film The music box- Carillon prodotto nel 2018, articolando con generosa inventiva il dissidio in apparenza immutabile tra il bene e il male che affligge l'uomo da sempre.

“Da sempre da storie esoteriche sentiamo oggetti infestati. Nel caso del Carillon, un giocattolo agli occhi di un bambino, ho trovato interessante raccontare una storia dove dietro l’ingenuità di un gioco, si nasconde qualcosa di molto più inquietante e pericoloso. Come nella vita,spesso la verità non è quella che appare, ed anche nel caso del Carillon, che intona una melodia soave e incantatrice, in realtà si nasconde una presenza malvagia... Trovo che le musiche di Filippini, abbiano dato il giusto tono al film, che segue un ritmo calmo ed inquietante, a volte anche innocente, proprio come il Carillon." 

Massimo Filippini, come è nata la collaborazione con John Real?

"Giovanni Marzagalli (in arte John Real) si trovava agli inizi del 2018 in post produzione con il suo film presso il Sud Sound Studio di Gianfranco Tortora dove ha finalizzato il mix e aveva urgenza di trovare un compositore disponibile a scrivere l'intera colonna sonora in tempi strettissimi. Con Gianfranco ho un bellissimo rapporto, non solo professionale ma anche di amicizia e lì c'è stato il primo passaparola. Sapendo poi che avevo già da tempo una collaborazione con Ala Bianca per le edizioni musicali, John ha contattato direttamente il mio agente editore Giovanni Marolla con il quale si è sincerato che fossi all'altezza di ricoprire il ruolo di comporre la colonna sonora del suo lungometraggio horror "The Carillon"."

Da cosa ha avuto ispirazione il film Carillon?

"Il film trae ispirazione da un tema forse ormai logoro per quanti film ne hanno tratto spunto, ossia quello del ritrovamento di oggetti antichi con poteri soprannaturali. Quello che fa la differenza qui è però la mano del regista che ha saputo districarsi con maestria in una sceneggiatura intrigante e piena di colpi di scena, tanto da non risultare mai banale né scontata. Nella fattispecie, un'antica scatola contenente un vecchio carillon viene ritrovata casualmente sotto terra da Sophie (Cearl Pepper) ,una bambina di 6 anni molto sensibile e caratterialmente problematica. Il carillon maledetto con la sua melodia rilassante ma inquietante allo stesso tempo, evoca uno spirito malvagio e vendicativo che tenterà di perseguitare e possedere il corpo di Sophie, facendo il vuoto intorno a lei. Ossessioni demoniache ed esoterismo riempiono fin dalle prime battute l'atmosfera del film."

Quali sensazioni le ha trasmesso il film?

"Mi sono approcciato al film solo verso la fine della post produzione, le musiche rappresentavano l'ultimo tassello (come spesso accade). Non ho quindi avuto modo di leggere la sceneggiatura in anticipo, cosa che generalmente preferisco in quanto mi permette di calarmi nell'immaginario del regista. Già da subito tuttavia, sono entrato in empatia con la tematica e con la visione del regista. La prova del nove per me e per John ricordo che fu in prima battuta la composizione del tema del carillon, in quanto elemento centrale del film. A tale tema era affidato infatti il compito di trasmettere una rasserenante innocenza ed allo stesso tempo una latente inquietudine che doveva incalzare di pari passo con lo svilupparsi della storia. La particolarità interessante era che il carillon inizialmente riproduceva solo una manciata di note della sua melodia, ma progressivamente quando veniva mano a mano riparato dalla madre di Sophie (Rachel Daigh) la sua melodia cominciava a rivelarsi sempre di più, fino a quando, la prima volta in cui la sentiamo per intero, l'entità malvagia in esso imprigionata viene finalmente liberata e cercherà una nuova "casa" per dimorare. Il tema è inizialmente presentato come musica diegetica (le note musicali del carillon) ma alcune sue cellule melodiche vengono riproposte nella colonna sonora che accompagna tutto il film. Da sempre amante del genere horror-thriller e con esperienze cinematografiche analoghe in passato, ho abbracciato con entusiasmo la composizione di questa colonna sonora, tanto da riuscire a realizzarla in tempi brevissimi ( meno di 4 settimane) così come chiesto dalla produzione, commentando musicalmente la quasi totalità del lungometraggio. Sono dell'idea che la musica in quanto tale ed in quanto arte dell'astrazione si presti molto ad indagare verità occulte e significati nascosti, andando oltre le apparenze esteriori. Ecco perché in questo film la colonna sonora ha una rilevanza centrale, ci racconta molto di quel mondo dell'ignoto cosi difficile da razionalizzare e che da sempre affascina ed intimorisce il genere umano."

Progetti futuri con il regista?

"Di recente, durante il periodo del lockdown sono stato contattato da John in quanto stava ultimando la sceneggiatura del suo nuovo film. Sull'onda dell'entusiasmo per l'inaspettato successo asiatico del film, ne concepirà uno con tratti molto simili proprio per quanto concerne la ricerca sul mistero e sull'esoterismo. Si sa che squadra vincente non si cambia!".

 

Ippolita Sicoli
Ippolita Sicoli

 

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