Le epidemie nascono e si esauriscono da sole. Tutte le strategie adottate attualmente per il contenimento della "pandemia" da Sars-Covid servono a rimandare a un tempo indefinito la fine della stessa.
Il Green Pass abbassa la percezione di rischio del contagio. Ciò lo stiamo riscontrando e soprattutto lo abbiamo riscontrato questa estate. Ovunque, assembramenti e feste non autorizzate, a cui hanno aderito proprio quei giovani convinti dello scudo protettivo del Green Pass in loro possesso.
Il Governo non aveva forse previsto queste situazioni? Dal momento che le istituzioni poco hanno fatto se non un bel nulla per contenere l'afflusso ai rave party, è lecito pensare che nessuna misura è stata realmente presa per contenere i contagi. Al contrario, tutto si mostra finalizzato a mantenere viva l'emergenza, e questa deduzione è suffragata dalla campagna vaccinale partita proprio durante il picco pandemico.
A chi serve il Green Pass? In ambito lavorativo sicuramente ai locali di ristorazione e ahimè purtroppo tanti, usato come certificato di garanzia da esibire ai clienti scettici. Il Green Pass viene quindi utilizzato per altri scopi tesi a camuffare la scarsa qualità dei servizi dei locali di ristorazione divenuti la fotocopia di una realtà in cui tutto è assorbito dall'emergenza Covid e ad essa indirizzata. Un tempo le volanti facevano i consueti giri di ronda per assicurare l'ordine pubblico. Oggi ciò non accade più da nessuna parte. Le città versano in condizioni di degrado assoluto. La polizia sembra fuggire dagli assembramenti perché non chiamata a intervenire nelle situazioni di ressa, solo ed esclusivamente a colpire i singoli. Niente più controlli per verificare il rispetto delle normative igienico sanitarie e la qualità dei cibi. Basta il Green Pass e i fanatici se ne fanno lustro in un mondo che guarda all'apparenza ma ignora la sostanza.