Noi non siamo come loro, abbiamo ancora la spilla d'onore sul petto, che ci definisce persone. Il nostro dolore appesantisce le ali degli angeli che si accovacciano sul nostro cuore a baciarci.
Noi non siamo come loro. Il bar, la discoteca, la vacanza alle Maldive e la giornata trascorsa alla Spa a noi non interessa. Chi ci governa ha imparato a saperlo che siamo diversi e nel sangue possediamo la genetica delle stelle e degli sconfinati spazi azzurri. E qui ci ha colpito.
Eravamo persone prima e lo siamo adesso noi che abbiamo scelto di non sottoporci a ciò che non ci appartiene anche per paura di morire di un siero che avrebbe di fatto ucciso la nostra qualità umana.
Ora gli altri a differenza di noi danzano su uno spartito bianco. Noi continuiamo ad andare veloci, nonostante il pianto salato degli angeli su drappi di stelle e luce che, se anche ci è proibito goderne, ci sorridono e lo faranno sempre.
Impedirci di utilizzare un qualsiasi mezzo pubblico è una vigliaccata vera e propria. Io vivo in Calabria dove ogni luogo è una scheggia preziosa della luce dell'infinito. Fino a ieri prendevi il pullman e ti portavi oltre la gobba del colle conosciuto e più in alto ancora, ad accarezzare i monti. Bastava questo a renderci appagati. Da oggi non più. Bastava questo a farci entrare in uno stato di grazia armonica col Creato, oggi non più. Rimarrà il sogno e il desiderio di quanto d'un tratto negato perché noi siamo persone e il nostro corpo è la cassa di risonanza dell'Universo.
Gli altri non più o forse non lo sono mai stati.