Che strano vedere di questi tempi le mimose fresche di fioritura, insieme a papaveri e violette sparsi per i campi! È come se la natura incalzasse il suo lieve passo di fata per il timore che mai più nulla di tutto questo potrebbe ripetersi.
Siamo usciti dal guscio delle nostre case per rintanarci di nuovo colti da un'altra paura.
Eravamo fragili anche prima nella silente speranza che tutto sarebbe ritornato a brillare dopo lunghi mesi in sospensione.
Siamo noi a guidare la Natura è lei a condurre noi cogliendoci di sorpresa? Ci nutre di regali che splendono ai nostri occhi, incoraggiandoci a ritrovare la via della vita tra ciò che è bello e quindi giusto.
Non ha parole ma scrigni segreti da farci aprire, porgendoci il nettare di cose anche prima esistite ma che adesso hanno un sapore che ci lascia increduli, sotto lo stesso cielo.
Un barlume si solleva e ci porta a fantasticare cose che mai saranno. Ma è anche bello questo sospirare di vela in mare che ci sospinge incontro a isole nuove di beatitudine. Fantasticare è di chi è vivo e non è ancora abbastanza sazio. Di chi aspetta e nutre in cuore la speranza che esistiamo e ci lasciamo condurre dal vento della vita che in questo attimo ci prende per mano e ci porta a gioire, a rifiorire offrendo al cielo con le corolle che come occhi lentamente si schiudono, i nostri sospiri di gioia. Abbiamo le lacrime agli occhi e la commozione si mescola al trascorso dolore. Gioia e paura insieme a un passo dietro l'altro, dopo blocchi di attese interminabili.
Tutto incanta per lasciarci forse poi di nuovo soli e smarriti a una luce che d'improvviso si spegne. Vorrei gridare ora come fanno i bambini al cielo sul nascere dell'imbrunire, supplicandolo di non spegnere il sole perché oltre loro c'è altro spazio che si estende nel tempo che noi non guardiamo, che a noi è vietato scorgere.
Nessuno si è mai soffermato nella fretta dei giorni sulla preghiera più antica di questo mondo rivolta dai bambini agli anziani e al cielo. "Per favore, non spegnete il sole!" Sembra una ridicolaggine, una sciocchezzuola da nulla . Ma in tutto il reprimere le espressioni più vere a cui le società da sempre piegano gli umani, questa supplica nella sua semplicità ha la sua altisonanza, la voce di chi, anima nuova e piccola, volge lo sguardo oltre i desideri propri per abbracciare mondi più grandi. Li immagina pullulanti di pascoli e fiori, perché è il desiderio della vita scorrere come velluto tiepido sul tempo e andare oltre noi.