Ho il timore che si sia messa in moto una terribile macchina del fango tesa a colpire le istituzioni più sane che ancora reggono il vecchio mondo. Mi vado sempre più convincendo da quando è esploso il caso Cucchi, che poteri occulti cavalchino non a caso determinati fatti di cronaca per trarre personale profitto.
Un tempo c'erano le competenze, gli ambiti lavorativi, la decenza e la serietà professionali. In pubblico come in privato eri tenuto a rispettare il compito e il ruolo a cui eri stato chiamato, incominciando dal rispettare te stesso. Oggi non più e il cammino in discesa è stato graduale quanto calcolato e irrefrenabile, grazie anche a personaggi famosi che loro malgrado hanno porto il braccio a chi vorrebbe manovrare il mondo intero e subclassare le istituzioni preposte alla tutela e all'ordine sociali.
Si ha il sospetto che partendo dalle vicende infelici di personaggi del calibro di Michael Jackson, lady Diana e da lì a venire, qualcuno abbia colto la palla al balzo per far deragliare su binari oscuri, se non osceni, i messaggi edificanti da inviare ai cittadini e soprattutto ai giovani. Si ha la certezza oramai, che i personaggi oggi contino più delle personalità e che basti eccellere in esternazioni di degrado per ambire a posti di comando.
Oggi siamo tutti Zelensky. Il qualunquismo è l'obiettivo raggiunto dietro il quale si nascondono progetti e ambizioni che tramite il tutto lecito e il tutto permesso vogliono deridere ogni forma di seria autorevolezza.
Dai posti di comando si è passati alle forze dell'ordine e ai divi del mondo dello spettacolo.
"Liberati di chi sei e ti farò fare quello che vuoi".
Il personaggio tipo veicolato da Zelensky si è infiltrato nel mondo della musica. Siamo tutti tizio, siamo tutti per il vaccino, siamo tutti Ucraini... il ritornello è sempre lo stessa. Ma quale? E soprattutto da quali modelli arriva? Finquando avremo ancora la capacità di disgustarci e di vergognarci, le elite globaliste non avranno ancora vinto. Purtroppo la rassegnazione a questo mondo di cose è tanta, così come tanta è la voglia di giustificare i vari cantanti saliti sul palco dell'Eurovision Festival, vestiti o "svestiti" in modo discutibile.
Siamo tutti con Zelensky, ma io direi e con infinita amarezza "siamo tutti Zelensky". Fortunatamente proprio tutti ancora no. Ma presto lo diventeremo se non saremo in grado d'invertire la rotta a questo mondo ormai letteralmente immondo. Senza capo né coda. Un guazzabuglio di niente che mortifica le persone ancora provviste di raziocinio e di una seria etica, che non intendono cedere vita e corpo a chi ha programmato e trae profitto da tutto questo.