L'addio commosso a Gina, grande signora nella vita, grande stella nel Cinema
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L'addio commosso a Gina, grande signora nella vita, grande stella nel Cinema

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Gina Lollobrigida. La dolce Fata Turchina in “Pinocchio”
Gina Lollobrigida. La dolce Fata Turchina in “Pinocchio”

 

Sembra oramai che ci accorgiamo di essere italiani solo in occasione di particolari notizie. Quando decede un personaggio noto o a proposito di una sciagura di grosse dimensioni. Oppure quando le forze dell'ordine portano a segno un'operazione importante.

Nel primo caso i personaggi a cadere che ci riconducono al senso di appartenenza sono quasi sempre personaggi storici. Politici o del mondo dello spettacolo.

Oggi è uno strano giorno, un giorno che vede protagonisti la scomparsa e l'arresto di due personaggi. Nel bene il primo, nel male il secondo che hanno raccontato due Italie diverse e accomunate solo dalla celebrità conquistata o imposta. Il primo personaggio a cui mi riferisco è una donna, Gina Lollobrigida, che ha reso nota l'Italia buona e brava e soprattutto bella all'Estero e che è diventata un simbolo della nostra nazione negli anni Cinquanta, ai tempi di Hollywood e di una favola chiamata Cinema. Il secondo personaggio è uno dei capi eccellenti di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro latitante da più di trent'anni e finalmente oggi in manette. Due personaggi antitetici per il valore conferito alla vita e per moralità. La prima, l'antidiva in un tempo in cui diventare attrici di fama internazionale era l'aspirazione di ogni ragazza carina che provenisse dalle borgate delle grandi città di un'Italia fatta a pezzi dalla grande guerra. Di un'Italia messa ai margini della credibilità internazionale per i due esempi di monarchia e di amministrazione della cosa pubblica vergognosi e nefasti. Gina Lollobrigida avrebbe secondo le ambizioni dell'epoca trionfare anche sulla biondona Marylin, ma non era nelle sue ambizioni rinunciare a sé stessa e alla propria identità per dare spazio al successo che ti riempie di fatuità e ti rapisce da chi sei veramente. Lei così raffinata di suo, colta, diplomata alle Belle Arti aveva ben altri propositi che allontanarsi dalle sue origini. Rispecchiarsi sempre in chi era.

Non possiamo comprendere la Lollo e la sua celebrità se non in rapporto alle sue rinunce che hanno portato in alto le sue autentiche virtù. La Lollobrigida era riservata, amava il raccoglimento, vivere l'arte in tutte le sue sane manifestazioni che la portavano ad esprimere al meglio se stessa. Sapeva cantare, danzare, dipingere e fotografare. Amava disegnare gli abiti che avrebbe indossato ai grandi eventi. In ogni suo passo nella vita avrebbe dovuto essere sempre e in ogni caso vera, ossia se stessa. Chi, dunque, più diva di lei?

Ha rifiutato Hollywood per rientrare e fare cinema in Italia dimostrando che si può incarnare il personaggio della popolana mantenendo la propria dignità di donna e da regina sognante ha indossato i panni della fata Turchina nel celebre film di Pinocchio trasmesso dalla RAI negli anni Settanta. Da brava antidiva ha portato se stessa nelle trasmissioni cult degli anni Sessanta e Settanta, mai pavoneggiandosi ma mostrandosi capace di saper fare e di apparire in pubblico per quello e non solo per la bellezza donatale dalla Natura. Mai volgare, signorile al massimo, ma anche spiritosa e ironica ha saputo focalizzare l'attenzione degli stranieri non sull'Italia cialtrona e godereccia, apparendo la più bella attrice non solo italiana ma in assoluto.

Se n'è andata oggi a 95 anni come una vera diva, all'improvviso. Come aveva sempre fatto, entrando ed uscendo dal cinema e dal mondo dello spettacolo in sordina. Cercando sempre e soltanto l'approvazione di se stessa e il silenzio della pacatezza. E proprio in ragione di questo suo silenzio ha scelto come data quella odierna in cui grande risonanza avrebbe trovato l'arresto del grande boss. Il suo opposto. Un uomo della Mafia e non uno qualunque, il divo dello stragismo anni Novanta che ha ecceduto in tutto concedendosi al male supremo. Due simboli di italianità su due strade completamente opposte e che non s'incontreranno mai.

Buon viaggio, splendida Gina! Il mondo ti è grato per la luce che hai donato e forse da lassù romperai il silenzio più che in questa vita, assistendo come fata o angelo chissà, quante sono pronte a svendere se stesse in nome del successo. In quest'Italia che ha rotto gli argini da tempo e non sembra affatto disposta a collaborare per un'umanità migliore.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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