L'arte classica e il linguaggio estetico
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

L'arte classica e il linguaggio estetico

L'arte classica e il linguaggio estetico

l'Opinione
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Ultimamente mi è capitato sotto gli occhi un articolo condiviso da Repubblica.it in cui si fa riferimento alle motivazioni per cui gli antichi Greci rappresentavano peni di dimensioni ridotte attraverso l'arte plastica.

La statua di Ermes nel museo archeologico di Olimpia, in Grecia
La statua di Ermes nel museo archeologico di Olimpia, in Grecia

 

A voler essere precisi, ciò è riscontrabile anche in pittura e, andando oltre il mondo greco, è verificabile in altri contesti culturali ed epocali, come ad esempio il Rinascimento e il Neoclassicismo. Tenendo fede al forte impatto sul piano formativo che per il mondo classico esercitava sulla società il dominio delle pulsioni e la rettitudine associata al controllo dell'intelletto, la motivazione che il pene vistoso fosse motivo di distrazione e cedimento ai sensi, mi lascia dubbiosa.

Per comprendere nel profondo il messaggio che s'intendeva trasmettere tramite la succitata scelta stilistica, bisogna trasferirsi in una cultura in cui la resa estetica del corpo maschile soprattutto, aveva lo scopo di comunicare anche ai posteri i traguardi di conoscenza anatomica conseguiti. La conoscenza anatomica raggiunge livelli di perfezione proprio con Fidia ai quali si è convenuto di attribuire i bronzi di Riace. Lo studio anatomico non poteva altresì prescindere da una visione complessiva fondata sui principi di armonia dei quali l'antica Grecia è stata inconfutabile promotrice e testimone nei secoli. La Bellezza si fonda sul concetto di armonia che a sua volta esclude qualsiasi interferenza che distragga da essa. La Bellezza è un universo assoluto e compiuto che ha in sé la causa della propria esistenza. Qualsiasi ingerenza esterna distrarrebbe e annullerebbe il principio per cui è sostanza e che la materializza attraverso l'arte.

Negli esempi di riferimento all'arte dionisiaca invece, in cui il messaggio di rottura col senso di ordine e di equilibrio era scavalcato e cancellato dalla spinta emozionale ed irrazionale legata ai riti orgiastici rappresentativi della teofania, i parametri dell'arte classica crollano. A quanto detto va aggiunto che il concetto di pornografia nelle antiche ma evolute civiltlà soprattutto in quelle patriarcali era bandito da ogni forma d'arte, in quanto si riteneva adombrasse gli alti livelli conseguiti riflessi da rigorosi principi estetici. Il concetto di funzionalità dell'arte avrebbe tradito la sostanzialità palesata da ogni espressione ufficiale della Bellezza legata al suo principio di sostanzialità.

Il concetto di propaganda che si può intravedere dietro la raffigurazione del guerriero virtuoso dal pene piccolo appartiene piu' al nostro modo di guardare. La Bellezza come attributo e pilastro della Classicità è stata rivisitata e riadattata in futuro alle esigenze di chi ha preso in prestito l'eleganza delle forme e il principio di armonia per fondare una società plasmata sul culto della guerra, come ci testimoniano il Fascismo e il Nazismo.

 

Ho scritto e condiviso questo articolo
Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

Ti potrebbero interessare anche:
home-2-ads-fsp-cca-001