Intolleranza o allergia all’istamina? Parliamo dell’istaminosi
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
28
Gio, Mar

Intolleranza o allergia all’istamina? Parliamo dell’istaminosi

Intolleranza o allergia all’istamina? Parliamo dell’istaminosi

Articoli Nutrizione
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Molte persone accusano sintomi simili a quelli provocati dalle allergie, ma a causarli non è il sistema immunitario, piuttosto la carenza di un enzima che non riesce a degradare l’istamina, causando istaminosi. Leggete l’articolo per saperne di più.

Intolleranza o allergia all’istamina? Parliamo dell’istaminosi
Intolleranza o allergia all’istamina? Parliamo dell’istaminosi

 

Istamina ed istaminosi

L’istamina è una molecola del nostro corpo, un’amina biogena, che viene sintetizzata a partire dalla L-istidina, grazie all’istidina decarbossilasi ed accumulata all’interno di cellule come i mastociti ed i basofili, cellule coinvolte nella risposta allergica ed immunitaria, per poi essere degradata, invece, dall’enzima diammina ossidasi (DAO). Non si tratta di un semplice composto, infatti, l’istamina è coinvolta in diverse funzioni del nostro organismo, quali la digestione, la risposta infiammatoria (infatti ha azione vasodilatatoria, ipotensiva e permeabilizzante) e la neurotrasmissione.

Una reazione all’istamina può coinvolgere sia il sistema immunitario, in quel caso si parla di allergia all’istamina, sia può riguardare un deficit enzimatico causando l’intolleranza. Quest’ultima si può verificare in tre occasioni: se vi è un deficit della DAO, che quindi non degrada l’istamina, se questo stesso enzima viene inibito dall’assunzione di alcol e farmaci, infine, se assumiamo un’eccessiva quantità di istamina o di altre amine biogene tramite l’alimentazione. Dunque, l’istaminosi non è un’allergia, perché non si verifica una reazione del sistema immunitario, ma solo un’intolleranza enzimatica.

A seconda del tipo di intolleranza, i sintomi possono differenziarsi; infatti, l’istaminosi permanente si manifesta con sintomi gastrointestinali, quali diarrea, gonfiore, crampi e rinite, mentre quella temporanea, causata dal consumo eccessivo di alimenti ricchi di istamina e di inibitori dell’enzima DAO, provoca la comparsa di cefalea, nausea, vertigini ed inappetenza.

Ma come riconoscere questa problematica se i sintomi menzionati si manifestano comunemente? Oltre a quelli citati sopra, l’intolleranza all’istamina si può manifestare anche con sintomi tipici dell’allergia, quali asma, orticaria, broncocostrizone e, a livello cardiocircolatorio, provoca vasodilatazione e maggiore permeabilità vascolare; dunque per riconoscere se si tratta di allergia o meno, i metodi utilizzati per la diagnosi al momento sono la valutazione dei sintomi e la scomparsa degli stessi, se i sintomi scompaiono in seguito ad un’alimentazione priva di istamina, oppure può basarsi su analisi del sangue, dosando i livelli di istamina plasmatica, di metilistamine nelle urine e l’attività enzimatica delle DAO nel siero.

Terapia alimentare

Se si riceve diagnosi di istaminosi, sarà un po’ difficile all’inizio eliminare tutti i cibi che contengono e liberano istamina, perché sono quelli che più soddisfano il nostro palato, ma è importante eliminarli se si ha una carenza enzimatica per evitare risposte abnormi. Bisogna valutare, inoltre, che il contenuto di istamina in un alimento non è sempre uguale, infatti, varia a seconda della conservazione, del metodo di lavorazione e della stagionatura. Gli alimenti che ne contengono maggiormente sono i pesci (tonno, sgombro, sardina, aringa, acciuga, crostacei, frutti di mare), i formaggi stagionati, i salumi, le bevande fermentate (vino, champagne, birra), la carne e il pesce in scatola, gli spinaci, i pomodori, le noci, le fragole, le banane, il lievito ed i cibi fermentati. A preoccuparci devono essere anche i cibi liberatori di istamina, quali il cioccolato, l’ananas, le arachidi, le mandorle, le fave, i fagioli, le lenticchie ed il caffè.

Le linee guida, però, suggeriscono di valutare la reattività individuale dell’individuo ai differenti alimenti, suggerendo di riportare su un diario alimentare i sintomi provocati da ogni alimento consumato. Nella prima fase si dovrebbero limitare al minimo o addirittura eliminare gli alimenti contenenti istamina, per poi essere reintrodotti, uno alla volta, valutando la reazione ad ogni alimento.

Ho scritto e condiviso questo articolo
Francesco Garritano
Author: Francesco GarritanoWebsite: http://ilcentrotirreno.it/nutrizione/
Responsabile Scientifico del Supplemento NUTRIZIONE del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Biologo Nutrizionista e Professionista GIFT. Studio, Passione ed Esperienza per il benessere fisico-psichico dei miei pazienti! Nel 2003 conseguo la mia prima laurea in Chimica e tecnologia farmaceutiche, voto 110 su 110 e lode, con tesi di laurea in Biochimica Applicata che diventa pertanto la prima importante esperienza in campo farmaceutico. Nel 2007 ritorno “sui libri” per conseguire nel 2009 la seconda laurea in Scienze della Nutrizione con voto 110 su 110 e lode. Il passo seguente è l’abilitazione per avviarmi da subito alla professione di biologo nutrizionista. L’inizio di questa nuova avventura coincide con la seconda professione di docente e relatore in vari convegni su tutto il territorio nazionale, in quanto responsabile scientifico della NutriForm, società di formazione ed eventi.

Ti potrebbero interessare anche:
home-2-ads-nut-cca-001