Le radiazioni degli smartphone sono causa di patologie?
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Ven, Mar

Le radiazioni degli smartphone sono causa di patologie?

Le radiazioni degli smartphone sono causa di patologie?

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Sembra non trattarsi di un argomento di alimentazione, ma se conduciamo un corretto stile di vita a tavola e poi stiamo 24 ore su 24 con lo smartphone in mano, non risolviamo nulla. Infatti, bisogna guardare sempre la globalità delle cose e correggere gli errori che, a lungo andare, potrebbero scatenare patologie gravi, pur avendo scelto da sempre la strada del benessere.

Le radiazioni degli smartphone sono causa di patologie?
Le radiazioni degli smartphone sono causa di patologie?

 

La rovina del secolo: gli smartphone

Più belli, più comodi, più accessoriati… gli smartphone presenti in commercio sono diversi e tutti con caratteristiche in grado di soddisfare ognuno di noi; più, però, siamo felici dell’acquisto, più rischieremo di starci a contatto perennemente. Non bisogna staccarsi completamente da qualcosa che ormai è entrato nel nostro quotidiano, ma purtroppo ne dipendiamo e la dipendenza causa maggiore vicinanza ad essi.

I dipendenti dello smartphone si recano anche presso il mio studio, infatti, quando un paziente sta per un’ora ad ascoltarmi e comincia ad agitarsi se le arrivano messaggi ma non può leggerli allora ho di fronte a me un tipico esempio di dipendente da smartphone e, se vogliamo proprio specificare, da radiazioni. L’abitudine di tenere il cellulare sotto il cuscino o acceso sul comodino durante la notte, di portarlo con sé anche in bagno, ha peggiorato lo stile di vita di ognuno di noi, che pur stando attento a ciò che mangia è costantemente circondato dalle radiazioni elettromagnetiche dei cellulari personali o di altri. A cosa serve, quindi, mangiare bene se poi ci facciamo male in altro modo? Bisognerebbe saper dosare l’uso dello smartphone, senza abusarne.

Cosa causano le radiazioni elettromagnetiche

Le radiazioni di cui parliamo non sono uguali a quelle dei raggi X, quindi ionizzanti, che influiscono direttamente sul DNA, ma sono non ionizzanti ad alta frequenza, come quelle della TV o della radio. Ma cosa comporta la costante esposizione a queste?

I rischi di cui spesso si parla derivano dall’innalzamento della temperatura, che pervade anche i tessuti circostanti, quindi in particolar modo la zona del cranio è maggiormente coinvolta. Gli studi finora presenti sono discordanti, poiché non vi è la completa certezza degli effetti che queste provocano, ma i meccanismi sono chiari e razionalizzando dovremmo stare attenti. Infatti, si pensa possa esserci maggiore predisposizione a malattie come la sclerosi multipla, l’Alzheimer, il tumore al seno, la leucemia ed il tumore al cervello. Ma perché?

Pare che le radiazioni riescano a neutralizzare la barriera ematoencefalica permettendo alle tossine di attraversarla e di arrivare nel cervello. Queste sono conseguenze visibili, però, dopo un contatto costante con l’apparecchio, mentre quando lo smartphone viene usato in modo sporadico, l’unico rischio è il surriscaldamento dei tessuti.  I rischi maggiori coinvolgono il cervello e gli occhi, poiché sono frequenti in chi usa costantemente il cellulare, lo sviluppo del melanoma uveale e del nervo acustico.

Come venire a conoscenza se siamo sovraesposti alle radiazioni

Non è ancora possibile venire a conoscenza di una sovraesposizione a radiazioni tramite analisi del sangue, però nuovi sistemi ci consentono, tramite l’analisi del capello, di verificarlo.

Questo test, chiamato Cell Wellbeing S-Drive o semplicemente test epigenetico, che differisce dagli altri test utilizzati per la diagnosi di sintomi e malattie, poiché utilizza come campione biologico i capelli, facendo una mappatura epigenetica che riflette l’intero sistema, spesso prima che si manifestino i sintomi, perciò il test epigenetico sarà quello che rivoluzionerà la prevenzione, molto più che la diagnosi o la cura di patologie.

Mappa indicatori epigenetici
Mappa indicatori epigenetici

 

Il sistema S-Drive consente la decodifica e la raccolta di informazioni presenti nelle onde dei follicoli tramite una bobina di spettro di frequenza che include un sensore di rilevazione d’onda longitudinale e un circuito di conversione delle informazioni; per cui cosa succede quando si collocano quattro capelli con i follicoli intatti sulla bobina? Il campo biologico del capello disturberà il campo elettromagnetico di induzione, innescando delle alterazioni, che verranno digitalizzate e ci forniranno dei risultati. È proprio in questo tipo di campione che si presentano le indicazioni dei problemi nutrizionali prima di diventare una necessità fisica o una vera e propria carenza. Le informazioni che otteniamo ci avvisano di influssi ambientali passati inosservati e che rischiano di indebolire la capacità dell’organismo di raggiungere il suo pieno potenziale.

Quindi, oltre a fornirci indicazioni su carenze vitaminiche, di Sali minerali, di acidi grassi essenziali, di antiossidanti o di amminoacidi essenziali, oppure su infezioni, il test ci informa sulla presenza di metalli pesanti o di continue radiazioni che minacciano l’organismo.

Ma cos’è l’epigenetica? È un concetto un po’ complesso, che ho cercato di riassumere in un altro articolo (clicca qui) che vi consiglio di leggere.

Il termine “epigenetica” fu coniato nel 1942 da Conrad Waddington per indicare la branca della biologia che studia le interazioni causali fra i geni ed il loro prodotto, interazioni che riguardano il fenotipo, ovvero le caratteristiche morfologiche e funzionali di un organismo. Ma come può un agente esterno, in questo caso le radiazioni degli smartphone, alterare la funzionalità di un organo o comunque del nostro organismo?

Modificando la regolazione dell’espressione genica, senza alterare la sequenza del DNA, cioè modifica il modo in cui le proteine sono espresse; dunque, se siamo a conoscenza del fatto che le proteine sono il risultato dell’espressione genica e che tramite queste il nostro organismo riesce a funzionare correttamente, allora iniziamo a capire qualcosa in più sull’epigenetica.

Come e dove fare questo test

Il test Cell Wellbeing, non invasivo, grazie alla sua semplicità è possibile effettuarlo in qualsiasi luogo in cui faccio studio: Milano, Roma, Napoli, Bari, Taranto ed in tutta la Calabria, basta prendere un appuntamento e dopo un’anamnesi approfondita sarò in grado di stilare anche un piano alimentare in modo da promuovere il benessere psico-fisico, individuando ed eliminando gli elementi disturbatori.

 

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Francesco Garritano
Author: Francesco GarritanoWebsite: http://ilcentrotirreno.it/nutrizione/
Responsabile Scientifico del Supplemento NUTRIZIONE del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Biologo Nutrizionista e Professionista GIFT. Studio, Passione ed Esperienza per il benessere fisico-psichico dei miei pazienti! Nel 2003 conseguo la mia prima laurea in Chimica e tecnologia farmaceutiche, voto 110 su 110 e lode, con tesi di laurea in Biochimica Applicata che diventa pertanto la prima importante esperienza in campo farmaceutico. Nel 2007 ritorno “sui libri” per conseguire nel 2009 la seconda laurea in Scienze della Nutrizione con voto 110 su 110 e lode. Il passo seguente è l’abilitazione per avviarmi da subito alla professione di biologo nutrizionista. L’inizio di questa nuova avventura coincide con la seconda professione di docente e relatore in vari convegni su tutto il territorio nazionale, in quanto responsabile scientifico della NutriForm, società di formazione ed eventi.

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