I motivi per limitare i latticini nella nostra dieta
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
16
Mar, Apr

I motivi per limitare i latticini nella nostra dieta

I motivi per limitare i latticini nella nostra dieta

Articoli Nutrizione
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

I latticini sono una categoria di alimenti molto graditi agli italiani, ma purtroppo non è tutto oro quel che luccica. Infatti, nell’articolo vi spiegherò quali sono i contro ed il perché andrebbero limitati nella dieta. Leggete l’articolo per approfondire.

I motivi per limitare i latticini nella nostra dieta
I motivi per limitare i latticini nella nostra dieta


I latticini dopo lo svezzamento

Vi siete mai chiesti il perché gli esseri umani sono l’unica specie che ancora beve il latte vaccino dopo lo svezzamento? Gli animali, ad esempio, non lo fanno. Sembra che però il nostro organismo ci avvisi del fatto che non dovremmo più farne uso, quando la difficoltà a digerirlo aumenta. Infatti, tre quarti degli adulti nel mondo sono intolleranti al lattosio, ovvero non riescono a digerire il lattosio a causa della carenza dell’enzima lattasi, perciò lo zucchero rimane indigerito e causa problemi intestinali, quali gonfiore e meteorismo. Per verificare se il nostro enzima è carente o addirittura assente e, quindi, i sintomi che avvertiamo dopo aver assunto dei latticini potete sottoporvi al breath test del lattosio, che effettuo anch’io nel mio studio. In caso dovessimo essere intolleranti, sarebbe buona prassi utilizzare latticini senza lattosio o formaggi stagionati, il quale lattosio è stato scisso durante la fermentazione.

Limitare i latticini, perché?

Nei piani alimentari che suggerisco limito i latticini a due volte a settimana, in quanto questo grande gruppo alimentare nasconde diversi svantaggi per il nostro organismo.

Quando chiedo paziente di eliminarli, come nel caso della fibromialgia o della tiroidite di Hashimoto, il paziente mi risponde che potrebbe utilizzare i latticini senza lattosio, ma il problema, purtroppo, non è questo zucchero, ma alcune proteine: le caseine. Le caseine, a causa della loro struttura, sono più difficili da digerire, per questo motivo sono considerate proteine a lento assorbimento, inoltre in seguito al processo di pastorizzazione generano caseine degradate, poichè coagulano e diventano una sostanza colloidale insolubile, quindi difficilmente digeribile e nemiche della permeabilità intestinale. Inoltre, le caseine sono le proteine del latte coinvolte nell’allergia ai latticini e, infine, creano dipendenza! Infatti, nel cervello, quando si mangiano formaggi o si beve latte, si formano le casomorfine, sostanze simil-oppiacee che producono euforia e aumentano la voglia di mangiare ancora latticini.

Latticini e osteoporosi

Sta per cadervi un mito purtroppo, ma è mio dovere farvi notare che mangiare latticini non aiuta a rinforzare le ossa ed a prevenire osteoporosi e osteopenia. È vero, i latticini sono ricchi di calcio, ma non solo loro ne contengono; esistono anche altre fonti alimentari alternative come i pesci piccoli, la frutta secca, le verdure a foglia larga e l’acqua.

Se giunte in menopausa le donne iniziano a mangiare più latticini, in quanto è stato diagnosticato loro un inizio di osteoporosi, con questo atteggiamento peggioreranno la loro situazione. Infatti, è stato visto come i Paesi del mondo in cui si beve più latte soffrano maggiormente di fratture ossee, come si spiega? L’alta concentrazione di sodio e di proteine animali contenuti nei latticini causano nell’organismo acidosi metabolica, perciò per compensare a questa situazione, l’organismo estrae i minerali dalle ossa, come il calcio, in modo da sfruttare il loro effetto alcalinizzante, eliminandolo nelle urine. Quindi, più latticini consumeremo, più aumenterà il rischio di fratture ossee.

Latticini e mal di testa

I latticini, inoltre, sono in grado di causare un altro sintomo: il mal di testa. Questo è attribuito sia alla presenza di tiramina nei formaggi, sia alla possibilità che i latticini causino una reattività alimentare, generando infiammazione da cibo. Infatti, se si consumano costantemente alimenti contenenti latte questi possono causare una mancata “tolleranza” da parte dell’organismo, oltrepassandone la soglia, ed infiammando l’organismo. Di conseguenza, i sintomi riportati saranno diversi: problemi intestinali, gastrici, mal di testa, acne, ecc.

Per verificare se anche noi siamo infiammati dall’elevato consumo di latticini giornaliero, che si trova un po’ dappertutto, dalle brioche della colazione al pane in cassetta del supermercato, vi consiglierei di sottoporvi al test Recaller, per avere maggiori informazioni cliccate qui.

Latticini si, latticini no?

Latticini si, ma non per forza bisogna consumarli quotidianamente. Due volte a settimana saranno l’ideale per mantenere in equilibrio le condizioni gastrointestinali, riuscendo a debellare anche l’infiammazione (qualora ci fosse) generata da noi stessi, con una dieta di rotazione. Quali formaggi scegliere? Sia freschi che stagionati, ma non difficili da digerire per l’elevata quantità di grassi. Da prediligere la mozzarella, la ricotta, il parmigiano evitando quelli ricchi di panna o elaborati. Portiamo a tavola la semplicità e la varietà per stare in salute!

 

Ho scritto e condiviso questo articolo
Francesco Garritano
Author: Francesco GarritanoWebsite: http://ilcentrotirreno.it/nutrizione/
Responsabile Scientifico del Supplemento NUTRIZIONE del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Biologo Nutrizionista e Professionista GIFT. Studio, Passione ed Esperienza per il benessere fisico-psichico dei miei pazienti! Nel 2003 conseguo la mia prima laurea in Chimica e tecnologia farmaceutiche, voto 110 su 110 e lode, con tesi di laurea in Biochimica Applicata che diventa pertanto la prima importante esperienza in campo farmaceutico. Nel 2007 ritorno “sui libri” per conseguire nel 2009 la seconda laurea in Scienze della Nutrizione con voto 110 su 110 e lode. Il passo seguente è l’abilitazione per avviarmi da subito alla professione di biologo nutrizionista. L’inizio di questa nuova avventura coincide con la seconda professione di docente e relatore in vari convegni su tutto il territorio nazionale, in quanto responsabile scientifico della NutriForm, società di formazione ed eventi.

Nutrizione - Salute e Benessere
Notizie su nutrizione e alimentazione

Seguici anche su Facebook

Ti potrebbero interessare anche:
home-2-ads-nut-cca-001