Iperprolattinemia: impariamo a conoscerla e a capire come trattarla
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Gio, Mar

Iperprolattinemia: impariamo a conoscerla e a capire come trattarla

Iperprolattinemia: impariamo a conoscerla e a capire come trattarla

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Iperprolattinemia, disregolazione metabolica, problemi sessuali: il fulcro della maggior parte di questi problemi è sempre un disordine ormonale, quando gli assi dei segnali all’interno dell’organismo funzionano male. Ma vediamo bene, cosa può portare l’iperprolattinemia, cosa c’è alla base di tale problema e come affrontarlo? E’ tutto presente nell’articolo che ho scritto per voi. Buona lettura!

Iperprolattinemia: impariamo a conoscerla e a capire come trattarla
Iperprolattinemia: impariamo a conoscerla e a capire come trattarla

 

Iperprolattinemia e prolattina

Mi è capitato di avere a che fare con alcune pazienti che erano affette da iperprolattinemia: un problema non molto ricorrente, ma possibile, soprattutto durante la gravidanza e per alcune patologie a carico di ghiandole endocrine.

La prolattina è un ormone polipeptidico prodotto dall’ipofisi anteriore e interviene principalmente nella produzione di alcuni componenti del latte durante il periodo della gravidanza e del post parto, ma non per la secrezione del latte in toto. In età adolescenziale, la prolattina incide sulla crescita del seno insieme agli estrogeni, anche se non costituisce poi un fattore di sviluppo ulteriore della mammella.

A primo impatto si potrebbe subito credere che tale ormone sia prettamente femminile, ma non è così, poiché la prolattina è presente sia nelle donne che negli uomini.

I valori sierici della prolattina si possono ottenere attraverso un prelievo ematico, e i valori di riferimento sono i seguenti:

  • Nelle donne NON in gravidanza: < 25 ng/mL
  • Nelle donne incinte: 34-386 ng/mL
  • Negli uomini: < 15 ng/mL

Tuttavia, la prolattina può subire notevoli variazioni perfino nell’arco di un breve periodo di tempo, infatti, in caso di responso positivo all’iperprolattinemia, si ripete più volte il test, per conferma, e in più è necessario eseguire il prelievo in posizione supina e dopo alcuni minuti rispetto alla penetrazione dell’ago, in modo da evitare l’evidenza di valori alterati in seguito a stress da prelievo.

Attraverso l’ormone di rilascio dell’ormone tireotropo (TRH), l’ipotalamo regola positivamente la produzione di prolattina, mentre ne regola negativamente la secrezione attraverso la dopamina.

Iperprolattinemia: quali sono i sintomi?

I principali sintomi di prolattina alta  sono:

  • la galattorrea, ovvero la fuoriuscita di secrezioni di latte dal capezzolo;   
  • l’amenorrea, di cui già ho discusso in precedenti articoli, ossia la mancanza delle mestruazioni per uno o più cicli mestruali;   
  • la presenza di alcune cisti ovariche;
  • l’ipogonadismo, ovvero un’inadeguata secrezione di ormoni sessuali (ossia del testosterone negli uomini e progesterone ed estrogeni nelle donne) da parte delle gonadi;
  • la secrezione anomale e fuori tempo di latte dalle mammelle, senza appunto essere in uno stato di gravidanza;
  • il turgore del seno nei soggetti femminili;
  • la ginecomastia, ossia lo sviluppo anomalo del seno nell’uomo;
  • l’infertilità sia per le femmine che per i maschi;
  • la disfunzione erettile nell’uomo, ovvero l’impotenza;
  • il calo della libido;
  • la dispareunia, ovvero il dolore genitale durante o dopo il rapporto;
  • l’aborto spontaneo;
  • le cefalee frequenti;
  • i disturbi della vista transitori;
  • i problemi da ridotta mineralizzazione ossea nella donna.

Iperprolatinemia: vediamo ora le cause

I motivi per cui la prolattina è risultata elevata alle analisi del sangue possono essere molteplici, alcune fisiologiche, altre invece no. Le cause principali di prolattina alta sono:

  • gravidanza: durante la gravidanza, i livelli della prolattina aumentano fisiologicamente in modo consistente. Dopo il parto inoltre, gli elevati livelli di prolattina associati alla diminuzione veloce degli estrogeni e del progesterone comportano l’induzione di secrezione del latte da parte delle ghiandole mammarie;
  • stress: lo stress emotivo, da ansia, da dolore, da patologie, possono causare un aumento della prolattina;
  • sport: l’attività sportiva concentrata può causare l’aumento della secrezione di questo ormone soprattutto dopo un esercizio fisico intenso;
  • traumi toracici;
  • sindrome dell’ovaio policistico, di cui ho ampiamente parlato sia in articoli precedenti che nel mio libro uscito di recente “La dieta anti-infiammatoria”;
  • ipotiroidismo: le disfunzioni della tiroide con TSH elevato e ipotiroidismo possono accompagnarsi a prolattina elevata;
  • farmaci: l’assunzione di farmaci antipertensivi, antidepressivi, anticonvulsivanti, antipsicotici, l’ormonoterapia, sono tutti fattori che possono determinare iperprolattinemia;
  • adenomi ipofisari;
  • insufficienza renale;
  • cirrosi epatica;
  • stimolazione eccessiva o la suzione dei capezzoli, sono causa di iperprolattinemia per un meccanismo a feedback positivo;
  • ritmo sonno veglia: anche le abitudini del sonno sono responsabili di cambiamenti nei livelli plasmatici di prolattina, ed in particolare la riduzione del sonno può favorirne l’aumento. La stimolazione della retina che avviene durante la veglia, riduce la produzione di melatonina, e quest’ultima è un ulteriore fattore che determina l’aumento della secrezione di prolattina.

Iperprolattinemia: vediamo come trattare il problema

Tecniche di gestione dello stress, il riposo mentale e anche fisico, fare costantemente un’attività sportiva moderata, sono in primis sempre fattori importanti per riattivare le funzioni corporee e per i suoi benefici effetti sulla sfera nervosa.

Per quel che concerne l’alimentazione, dovranno innanzitutto essere corrette le eventuali carenze, in particolare di proteine, vitamine e minerali. Bisogna fare una colazione abbondante, con carboidrati, proteine, una parte liquida e della frutta; la frutta e verdura devono essere sempre presenti nei pasti, e un’ottima modalità di assunzione di frutta e verdura è rappresentata dai centrifugati (un paio di bicchieri al giorno). Ovviamente sono da privilegiare i vegetali freschi, di stagione e possibilmente biologici. L’uso di frutta e verdura fresca e cereali integrali, così come l’uso delle giuste proteine ad ogni pasto, sono buone abitudini di benessere e hanno anch’esse una azione positiva.

Altrettanto importante è l’eliminazione dei cibi nocivi come quelli raffinati (zucchero, compreso quello di canna, farina bianca, riso brillato ecc.), i prodotti industriali e “cibi spazzatura” ed assicurarsi ad ogni pasto le giuste proporzioni tra carboidrati, proteine e fibre, per raggiungere facilmente la “calma insulinica” e regolarizzare gli assi: evitare i cibi dolci o eccessivamente salati è utile , mantenere una calma leptinica e, quindi, insulinica, stimolerà in maniera adeguata tutti gli assi metabolici e sarà di aiuto per regolarizzare anche il flusso ormonale a carico proprio dell’asse ipotalamo-ipofisi.

Inoltre, ricordiamo che la supplementazione di magnesio, calcio, zinco e vitamina D possono essere di aiuto, così come l’uso di vitamina B6, spesso carente, inositolo e olio di Perilla.

Si è visto, inoltre, come l’uso di agnocasto, che è una pianta che contiene oli essenziali e flavonoidi,  va a svolgere azioni simili alla dopamina, e quindi è di utile impiego in caso di iperprolattinemia , ed inoltre l’enotera, che è invece una pianta costituita da  acidi grassi i quali possono abbassare in qualche modo i livelli di prolattina.

Fonti bibliografiche:

  • Capozzi A. et al. Hyperprolactinemia: pathophysiology and therapeutic approach. Gynecol Endocrinol. 2015 Jul;31(7):506-10.
  • Sharma N et al. Hyperprolactinemia in Children with Subclinical Hypothyroidism. J Clin Res Pediatr Endocrinol. 2017 Dec 15;9(4):350-354.

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Francesco Garritano
Author: Francesco GarritanoWebsite: http://ilcentrotirreno.it/nutrizione/
Responsabile Scientifico del Supplemento NUTRIZIONE del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Biologo Nutrizionista e Professionista GIFT. Studio, Passione ed Esperienza per il benessere fisico-psichico dei miei pazienti! Nel 2003 conseguo la mia prima laurea in Chimica e tecnologia farmaceutiche, voto 110 su 110 e lode, con tesi di laurea in Biochimica Applicata che diventa pertanto la prima importante esperienza in campo farmaceutico. Nel 2007 ritorno “sui libri” per conseguire nel 2009 la seconda laurea in Scienze della Nutrizione con voto 110 su 110 e lode. Il passo seguente è l’abilitazione per avviarmi da subito alla professione di biologo nutrizionista. L’inizio di questa nuova avventura coincide con la seconda professione di docente e relatore in vari convegni su tutto il territorio nazionale, in quanto responsabile scientifico della NutriForm, società di formazione ed eventi.

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