Malattie stagionali, immunostimolanti e tiroidite di Hashimoto: come agire?
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Malattie stagionali, immunostimolanti e tiroidite di Hashimoto: come agire?

Malattie stagionali, immunostimolanti e tiroidite di Hashimoto: come agire?

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In un periodo particolare dell’anno come questo, in cui i cambiamenti climatici sono in costante agguato, le temperature diventano più fredde, alcuni ceppi microbici ritrovano le condizioni ideali per attaccarci, la domanda che sorge per tutti è: come posso agire per contrastare questi malanni di stagione?

Malattie stagionali, immunostimolanti e tiroidite di Hashimoto: come agire?
Malattie stagionali, immunostimolanti e tiroidite di Hashimoto: come agire?

 

Numerose sono le soluzioni in atto da adottare, ma dobbiamo capire quali accorgimenti prendere in considerazione se soffriamo di una malattia autoimmune, come la tiroidite di Hashimoto.

Con questo articolo entreremo in merito all’argomento, chiarendo vari dubbi sui comportamenti da adottare e su quali sostanze avere un occhio in più di riguardo.

Malanni di stagione e difese immunitarie

Nei periodi di cambio stagione, soprattutto in vista dei periodi più freddi, è risaputo che i fenomeni influenzali, le bronchiti, i raffreddori, il calo delle difese immunitarie con debilitazione sono i tipici acciacchi che si possono facilmente contrarre. Spesso si ricorre all’uso di sostanze e strategie terapeutiche che non considerano spesso quale sia il reale problema a monte del quadro clinico in questione.

Soprattutto nel caso in cui ci ritroviamo di fronte ad una malattia autoimmune, in cui si ha l’aumento delle citochine infiammatorie e dei linfociti th17, come nella malattia di Hashimoto, si deve prestare più attenzione a capire quali comportamenti o sostanze immunostimolanti possono essere buone e quali addirittura dannose, in presenza di un sistema immunitario che già di suo presenta anomalie. Vi invito a leggere anche ulteriori curiosità sulla dinamica patologica di una malattia autoimmune cliccando sul seguente link.

Malanni di stagione: comportamenti da adottare

Innanzitutto, durante i  cambiamenti climatici, adottiamo comportamenti alimentari e abitudini quotidiane che mirino a preservare il nostro benessere.
I consigli pratici sono i seguenti:

  • Fare una colazione abbondante, per mantenere attivo il nostro metabolismo e attivare positivamente i segnali all’interno del nostro corpo;
  • Valorizzare frutta e verdura di stagione, ricche di vitamine e sali minerali, coadiuvanti nelle funzioni metaboliche e con capacità antiossidanti e curative;
  • Ripartire bene la composizione dei pasti e mangiare a sufficienza, per attivare i giusti segnali tiroidei e favorire anche una migliore risposta immunitaria;
  • Bere tisane calde;
  • Bere acqua in abbondanza;
  • Praticare attività fisica e mantenere il corpo “caldo” e attivo;
  • Indossare gli indumenti idonei per la stagione in corso ed evitare di rimanere scoperti e al freddo;
  • Evitare posti affollati in cui c’è molta umidità;
  • Cercare di evitare i prodotti lattiero-caseari in quanto aumentano la produzione di muchi;
  • Evitare cibi fritti che aumentano il grado di infiammazione all’interno del nostro organismo.

Malanni di stagione e autoimmunità: i pro e i contro per agire

Ora, il discorso importante è: ricorrere a terapie che prevengono l’insorgenza di alcune frequenti malattie stagionali e assumere farmaci che modulano il sistema immunitario, anche nei casi in cui il soggetto soffra anche di problemi da autoimmunità? In merito alla mia esperienza in campo farmacologico, derivante dalla mia prima laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, posso fare delle considerazioni in merito all’argomento che segue.

L’efficacia di alcuni lisati batterici attenuati si basa sul fatto che la risposta immunitaria dell’ospite contro tale antigene possa suscitare nel tempo una risposta della cellula T di memoria. Tali lisati batterici vengono depotenziati dalla loro carica patogena, ma hanno ancora intatto il loro compartimento proteico esterno che viene riconosciuto, nella cellula ospite, da particolari recettori cellulari che inducono il sistema immunitario ad acquisire l’immunità per tale antigene. La conseguenza è che, per acquisire l’immunità contro tale antigene, si vanno a stimolare le cellule del sistema immunitario come quelle th17, andando a generare la formazione di citochine infiammatorie. Infatti, studi realizzati sia in vitro sia su pazienti umani hanno confermato come numerosi terapie preventive, peptidi del timo, immunomodulatori sintetici, immunostimolanti di origine batterica, siano in grado di indurre il sistema immunitario verso una reazione autoimmune. Per questo motivo, il mio consiglio è quello di andare a prevenire e/o ad intervenire con lo stile di vita, l’alimentazione e alcuni tipi di prodotti fitoterapici che non interagiscano negativamente con i meccanismi fisiopatologici della malattia autoimmune, andando ad evitare a terapia preventiva contro malattie come influenza, raffreddore, o altri acciacchi stagionali.

Vi ricordo che, a proposito di infiammazione, ho pubblicato un libro su “La dieta anti-infiammatoria”, che potrete acquistare sia on-line sia andando sul mio sito www.francescogarritano.it nella sezione e-commerce.

L’uso di alcuni anti-infiammatori non steroidei (FANS), alcuni vaccini per patologie di particolare importanza o alcuni antibiotici è riservato a particolari classi di soggetti con un determinato quesito terapeutico da parte dello specialista.

Malanni di stagione: i rimedi utili

Per quanto riguarda i fitoterapici e i minerali da integrare per migliorare una maggiore protezione contro le ricadute stagionali, consiglio le seguenti classi di sostanze funzionali:

   

  • Olio di perilla, che supporta le fisiologiche difese organiche;
  • Olio di ribes nero, favorisce l’integrità e la funzionalità delle membrane cellulari;
  • Inositolo;
  • Zinco, antiossidante;
  • Manganese, antiossidante in sinergia con lo zinco;
  • Betaglucani, rinforzano le difese dell’organismo;
  • Rame;
  • Vitamina C;
  • Vitamina D, un importante regolatore dell’omeostasi calcio-fosforo, del controllo del metabolismo osseo ma soprattutto del sistema immunitario: numerose carenze di questa vitamina si sono infatti viste in numerose malattie autoimmuni. Si può utilizzare insieme con la vitamina k2, che ne veicola meglio l’assorbimento. Vi invito ulteriormente anche a leggere ulteriori notizie positive riguardo i benefici che si traggono da questa vitamina, cliccando sul seguente link.
  • Selenio.

Bisogna prestare molta attenzione ai prodotti da utilizzare e alla forma farmaceutica per mezzo della quale sono costituiti: per esempio molte volte si possono ritrovare glutine, lattosio, zucchero, tutte sostanze da tenere alla larga secondo il protocollo alimentare per la Tiroidite di Hashimoto.

Per le manifestazioni sintomatiche da microbi, è utile usare anche l’olio essenziale di malaleuca, che ha riscontro positivo per numerose malattie da batteri e funghi.

Fonti bibliografiche:

  • Ruiz JT and others . Adjuvants- and vaccines-induced autoimmunity: animal models.
  • Immunol Res. 2017 Feb;65(1):55-65.
  • Guimarães LE and others. Vaccines, adjuvants and autoimmunity. Pharmacol Res. 2015 Oct;100:190-209.
  • Sibiriak SV. Immunostimulants and autoimmunity. Farmakol Toksikol. 1990 May-Jun;53(3):67-72.
  • van der Laan JW and others. Safety of vaccine adjuvants: focus on autoimmunity. 2015 Mar 24;33(13):1507-14.
  • Sassi F. Vitamin D: Nutrient, Hormone, and Immunomodulator. Nutrients. 2018 Nov 3;10(11). pii: E1656
  • Rasic-Milutinovic Z and others. Potential Influence of Selenium, Copper, Zinc and Cadmium on L-Thyroxine Substitution in Patients with Hashimoto Thyroiditis and Hypothyroidism. Exp Clin Endocrinol Diabetes. 2017 Feb;125(2):79-85

 

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Francesco Garritano
Author: Francesco GarritanoWebsite: http://ilcentrotirreno.it/nutrizione/
Responsabile Scientifico del Supplemento NUTRIZIONE del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Biologo Nutrizionista e Professionista GIFT. Studio, Passione ed Esperienza per il benessere fisico-psichico dei miei pazienti! Nel 2003 conseguo la mia prima laurea in Chimica e tecnologia farmaceutiche, voto 110 su 110 e lode, con tesi di laurea in Biochimica Applicata che diventa pertanto la prima importante esperienza in campo farmaceutico. Nel 2007 ritorno “sui libri” per conseguire nel 2009 la seconda laurea in Scienze della Nutrizione con voto 110 su 110 e lode. Il passo seguente è l’abilitazione per avviarmi da subito alla professione di biologo nutrizionista. L’inizio di questa nuova avventura coincide con la seconda professione di docente e relatore in vari convegni su tutto il territorio nazionale, in quanto responsabile scientifico della NutriForm, società di formazione ed eventi.

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