I disturbi dell’umore sono solo frutto della nostra mente?
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
19
Mar, Mar

I disturbi dell’umore sono solo frutto della nostra mente?

I disturbi dell’umore sono solo frutto della nostra mente?

Articoli Nutrizione
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Vorrei riportarvi questa importante review che affronta l’argomento alimentazione-disturbi dell’umore. In particolar modo si sofferma sul glutine, la proteina costituita da gliadina e glutenina presente in cereali quali il frumento, la segale, il farro, il kamut, ecc.

I disturbi dell’umore sono solo frutto della nostra mente?
I disturbi dell’umore sono solo frutto della nostra mente?

 

La review dimostra come l’eliminazione del glutine possa rappresentare una strategia efficace di trattamento per i disturbi dell’umore nei soggetti con sensibilità al glutine. Circa 300 milioni di persone soffrono di depressione in tutto il mondo, l’OMS nel 2015 stimava che il 4,4% soffrisse di depressione clinica con un aumento del 18,5% rispetto al 2005.

I prodotti contenenti glutine sono ormai la principale fonte di carboidrati nella dieta occidentale; negli ultimi anni, le segnalazioni di sintomi gastrointestinali ed extra-intestinali, dovuti a cibi contenenti glutine, sono aumentate.

Un crescente numero di prove suggerisce che i sintomi dei disturbi dell’umore siano correlati al consumo di glutine. Si sono verificati miglioramenti della salute dopo aver seguito un piano alimentare senza glutine nei soggetti sofferenti della sensibilità al glutine non celiaca, sempre più riconosciuta come entità clinica, solo alcuni pazienti mostrano un aumento degli anticorpi verso i peptidi del glutine e generalmente non si osserva alcun danno alla mucosa.

Sempre più conferme si hanno su queste affermazioni.  Soprattutto perché recenti studi clinici hanno rilevato anticorpi correlati al glutine in pazienti con disturbo bipolare, depressivo maggiore e schizofrenia, mentre gli episodi di mania acuta potrebbero essere associati ad un aumento dei livelli sierici di anticorpi contro la gliadina. Quindi, vi sono prove crescenti di una relazione potenzialmente bidirezionale tra sensibilità al glutine e disturbi psichiatrici.

Significativi miglioramenti nei disturbi dell’umore e del benessere psicologico sono stati riconosciuti in pazienti con celiachia, sensibilità al glutine non celiaca e IBS in seguito ad una dieta senza glutine, l’entità del miglioramento dipendeva proprio da una buona aderenza dietetica, essendo scomparsi sia gli anticorpi anti-gliadina che i marcatori dell’infiammazione sistemica.

Come possiamo notare, quindi, sempre più studi dimostrano quanto la proteina del glutine possa essere dannosa per il nostro organismo se consumata con costanza, soprattutto nei soggetti predisposti ad una sensibilità al glutine non celiaca o che soffrono di IBS. Sarebbe meglio limitare il suo consumo nell’arco della settimana, prediligendo cereali naturalmente senza glutine, quali il riso, la quinoa, il grano saraceno, l’amaranto, ecc. ed integrali.

Fonti bibliografiche:

  • Eleanor Busby et al., Mood Disorders and Gluten: It’s Not All in Your Mind! A Systematic Review with Meta-Analysis. Nutrients 2018, 10(11), 1708
Ho scritto e condiviso questo articolo
Francesco Garritano
Author: Francesco GarritanoWebsite: http://ilcentrotirreno.it/nutrizione/
Responsabile Scientifico del Supplemento NUTRIZIONE del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Biologo Nutrizionista e Professionista GIFT. Studio, Passione ed Esperienza per il benessere fisico-psichico dei miei pazienti! Nel 2003 conseguo la mia prima laurea in Chimica e tecnologia farmaceutiche, voto 110 su 110 e lode, con tesi di laurea in Biochimica Applicata che diventa pertanto la prima importante esperienza in campo farmaceutico. Nel 2007 ritorno “sui libri” per conseguire nel 2009 la seconda laurea in Scienze della Nutrizione con voto 110 su 110 e lode. Il passo seguente è l’abilitazione per avviarmi da subito alla professione di biologo nutrizionista. L’inizio di questa nuova avventura coincide con la seconda professione di docente e relatore in vari convegni su tutto il territorio nazionale, in quanto responsabile scientifico della NutriForm, società di formazione ed eventi.

Ti potrebbero interessare anche:
home-2-ads-nut-cca-001