Obesita' infantile
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Gio, Mar

Obesita' infantile

Obesita' infantile

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Facendo un piccolo report dei pazienti degli ultimi anni, ho notato che c'è stato un forte incremento di pazienti giovani, in particolare bambini dai 13 ai 17 anni di età in forte incremento rispetto agli anni precedenti. Quindi sempre più mamme in crisi perchè i loro figli, oltre ad essere in sovrappeso/obesi, effettuano un'alimentazione sbagliata e non riescono più a gestire questa situazione di grave disagio.

 

Obesita' infantile
Obesita' infantile

 

Le domande sono tutte simili: “Starà il mio piccolo mangiando correttamente? Come faccio a fargli fare la colazione? Dovrò ricorrere alle vitamine? Lo convincerò a fargli fare un po' di movimento? La sua merenda potrà farla con della frutta? E se ci mettessi su un velo di zucchero chissà se rendo tutto più appetitoso?” Tutte domande che hanno come fine la crescita dei nostri figli, ma che purtroppo se da una parte sono domande più o meno legittime, dall’altra possono diventare il veicolo principale per impedire che il bambino cresca più consapevole degli alimenti che lo circondano e che, un’eccessiva quantità di cibo non adeguato, venga fatto loro consumare purché mangino.

Quest’articolo è stato scritto per affrontare un argomento dai molteplici aspetti, ossia cercare di far prendere visione del problema sempre più crescente dell’obesità infantile, individuarne le cause originarie, ma dare anche degli spunti per correggere lo stile di vita dei nostri figli. Il punto è che l’obesità infantile sta diventando, come per gli adulti, un fenomeno preoccupante. Si stima da uno studio voluto proprio dal ministero della Sanità italiana che, il 24% dei bambini oggi è in sovrappeso e il 12% obeso, con una notevole percentuale spostata più al Sud rispetto al Nord del nostro bel Paese.

Paradossalmente la culla della famosa dieta mediterranea sembra essere diventato il Paese più a rischio. Le colpe non sono da rintracciare in un sola direzione, perché è un insieme di varie situazioni che stanno determinando questo fenomeno, ma, conoscerle in parte, potrebbe aiutare a far invertire la rotta, non solo per i nostri figli, ma anche poi per l' ambiente che li circonda e cosi via.

Altro concetto fortemente preoccupante è che chi è obeso sin da bambino lo è spesso anche da adulto: aumenta quindi il rischio di sviluppare precocemente fattori di rischio di natura cardiovascolare (ipertensione, malattie coronariche, tendenza all’infarto) e condizioni di alterato metabolismo, come il diabete di tipo 2 o valori elevati di colesterolo nel sangue (ipercolesterolemia).

L’obesità infantile è sicuramente da attribuire a molteplici fattori come detto: fattori determinanti sono quelli genetici e quelli ambientali, ma estremamente importanti sono i fattori familiari, infatti l’esempio della famiglia è fondamentale: non si può parlare di educazione alimentare se i genitori non iniziano per primi a seguire uno stile di vita corretto. Ecco che prima di ogni cosa è essenziale cambiare la mentalità dei genitori, infatti una buona percentuale di mamme nonostante l’evidenza del sovrappeso del proprio ragazzo tendono a sminuire il problema; molte mamme infatti ancora pensano al binomio grasso uguale salute e offrono pasti troppo elaborati, troppo conditi e troppi spuntini nella speranza di evitare il peggio.

La colpa in questo caso è nelle cattive abitudini personali, siamo noi adulti che mangiamo male e ci nascondiamo dietro all’idea di cucina casareccia e fatta in casa, tipica dell' idea di partenza della dieta mediterranea, per scoprire poi che la convinzione diffusa è che, una buona parmigiana di melanzane è solo quella che viene fritta, che il pane o la pasta più buone sono solo quelle fatte con farina bianca e che un’insalata non può chiamarsi così se dentro non ci scaraventiamo tutto il barattolo delle conserve. Passiamo al secondo aspetto.

Un bambino invece ha dalla sua già una grande soluzione al problema, ovvero ha degli assi metabolici "esplosivi" che nel momento che vengono attivati, il bambino inizia a bruciare grasso in modo rapido ed efficace, quindi la soluzione è quella di far muovere molto di più i nostri figli che passano oramai intere giornate seduti davanti ad un computer o davanti al televisore. C'è anche da dire che se un bambino ha un metabolismo più attivo di un adulto non potrà certo difendersi solo con l'attività fisica da un’alimentazione fortemente sbagliata.

Movimento e corretta alimentazione devono viaggiare insieme e solo unendo correttamente le due cose riusciremo a battere questo dilagare di sovrappeso/obesità nei bambini. Altra riflessione è quella della sicurezza ovvero, qualcuno potrebbe dire, che mandare al parco dei ragazzini da soli non è consigliabile, che i palazzi hanno invaso anche le aree sotto casa e tutto questo potrebbe essere più o meno condivisibile, ma ciò che manca in realtà è il tempo che gli adulti possono dedicare ai ragazzi; perché se è pur vero che il parco è poco sicuro si potrebbe accompagnarli o se questo non è possibile perché non si hanno delle zone attrezzate si potrebbe far fare sport al chiuso

Piscina, ginnastica, judo, ballo e tanto altro è a nostra disposizione e nelle ore che più possono farci comodo. Proprio in questo secondo aspetto tuttavia si nasconde un altro grosso problema. Si fanno rinunce e sacrifici, troviamo le risorse sia di tempo che di denaro per far fare sport al nostro piccolo e poi non troviamo il tempo per salvaguardarlo dai cibi spazzatura che il più delle volte sono l’alimento base dopo una nuotata o una pedalata.

Qui naturalmente entra in gioco anche lo stesso Ministero della Salute che si è preoccupato di fare lo studio sulla crescita dell’obesità infantile e poi continua a sponsorizzare merendine e bibite zuccherate, mettendo come possibile soluzione al problema cibi light o cibi senza zucchero e ricchi di dolcificanti.

Tutto questo perché purtroppo il problema per il Ministero della Salute è solo nelle calorie che devono essere dimezzate e nel grasso presente nel cibo che deve essere ridotto e non nello zucchero e nel dolcificante in essi impiegati. Certo, se è pur vero che i ragazzini sono più duri a farsi convincere, c'è da dire anche che le pubblicità sono sempre più accattivanti: dai colori fantastici alla presenza dei cartoni animati più conosciuti, contribuiscono a far credere ai nostri piccoli che questi snack sono i migliori.

Ma proprio perché le difese dei nostri bambini sono più fragili, è giusto che noi genitori supervisioniamo e spieghiamo costantemente la differenza fra lo snack industriale e quello fatto in casa il quale è realizzato con alimenti più sani come la farina integrale, le uova, il miele farina e della buona frutta, e che non hanno niente a che fare con la spazzatura che ci propinano. Secondo uno studio recente sembrerebbe emerso che tuttavia i ragazzi per non ingrassare dovrebbero essere lasciati liberi di scegliere. Per me scegliere cosa mangiare e quanto mangiare non è sicuramente la migliore soluzione proposta da questo studio.

Insegnare loro cosa scegliere è molto importante. Responsabilizzare i piccoli, può essere molto d’aiuto ed impareranno a capire quando non hanno più fame e soprattutto a fermarsi al momento giusto. I bambini consumeranno solo il cibo di cui hanno realmente bisogno, lasciando nel piatto ovviamente solo quello in eccesso. È bene quindi che gli adulti imparino a sedersi e a mangiare con i bambini: ci vuole pazienza e tolleranza, ma è sicuramente un approccio educativo valido. Un altro aspetto che spesso si trascura è il sonno.

Chi dorme poco è più stressato ed è più incline al sovrappeso e all' obesità. Più volte abbiamo ripetuto che è l’ipotalamo a ricevere i segnali metabolici e a tradurli in un bisogno di cibo. La grelina ci dice che abbiamo fame e la leptina ci avvisa che siamo sazi. La loro secrezione nel sangue è influenzata dal ritmo circadiano, quello che regola il sonno e la veglia. «Persone che subiscono una privazione del sonno mangiano di più, proprio perchè si altera la capacità di regolare questi segnali.

Aumenta anche il cortisolo, l’ormone dello stress, che favorisce la deposizione di grasso intraviscerale, comprovato fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Nei bambini, dormire meno di 8-10 ore nell’età evolutiva può gravare non solo sull’ago della bilancia ma anche sulla crescita e sullo sviluppo. E’ inutile pensare solo alla dieta e all’attività fisica se poi non ci si concede tempo sufficiente per dormire. Meglio alzarsi presto al mattino per fare una colazione adeguata, non frettolosa, e coricarsi prima, spegnendo tv e computer.

Avendo un po’ elencato possibili cause dell’obesità non bisogna trascurare quelli che anche per gli adulti sono elementi fondamentali per evitare l’ingrassamento, ossia la qualità degli alimenti e la distribuzione dei pasti. Come più volte detto la dieta Gift ha in se la novità della semplicità. Non diciamo cose assurde nè proponiamo calcoli o pesate o l’eliminazione totale di un alimento rispetto ad un altro, ma ci preoccupiamo che alcuni semplici principi vengono applicati. Come per gli adulti anche ai bambini se viene insegnato a farlo possono trovare giovamento e cresceranno forti e in salute.

Uno di questi principi è mangiare di più a colazione, proprio perché i bambini affrontano le loro incombenze nella prima parte della giornata e che è questa che deve essere maggiormente salvaguardata. I bambini che saltano o fanno una colazione inadeguata sono bambini che proprio per l’eccessivo impegno fisico e mentale che svolgeranno in mattinata rischiano un’abbuffata di snack già dopo due ore dal risveglio e faranno anche pranzi non adeguati.

Il primo pasto del mattino infatti è molto importante, perché oltre ai carboidrati necessari come “carburante” per le attività scolastiche fornisce anche altri nutrienti essenziali, come il calcio del latte. Partire con una colazione adeguata è importante ed è proprio la mancanza o una scarsa prima colazione il problema più grande; purtroppo oggi spesso accade il contrario, perché è la cena l’unico momento “conviviale” della famiglia in cui ci si ritrova tutti assieme e si mangia in abbondanza.

Peccato però che consumare tanto la sera implichi meno appetito il mattino successivo, in un circolo vizioso che diventa difficile da spezzare». Molti piccoli, così, saltano la colazione o la fanno in modo insufficiente, con il risultato di “sballare” fin dal primo mattino gli equilibri nutrizionali della giornata. E l’abitudine prosegue anche nell’adolescenza, quando dire di no alla colazione diventa un modo per esprimere anche a tavola la propria indipendenza. Il pranzo e la cena dovrebbero esser due pasti completi ma contenuti ed i cibi proposti dovrebbero essere semplici e poco manipolati. Via le merendine, si invece a tanta frutta e verdure.

Ci si accorgerà che cambiando la colazione dei nostri piccoli eliminando tutti gli zuccheri aggiunti i bambini avranno una resa maggiore durante tutta la giornata e il rischio obesità si potrà così allontanare. Si per esempio a pane integrale con crema di nocciola, crema che non sia comunque colma di grassi idrogenati e zucchero.

E invece di proporre biscotti industriali sarebbe buona cosa mettere in tavola biscotti fatti in casa o scelti fra i rari esempi in commercio di biscotti fatti con pochi, sani ingredienti di elevatissima qualità. Non dimenticare mai della buona frutta o delle spremute o anche perché no , del pane integrale con formaggio e pomodoro: sarebbe una partenza ideale per i nostri piccoli e un aiuto contro l’obesità. 

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Francesco Garritano
Author: Francesco GarritanoWebsite: http://ilcentrotirreno.it/nutrizione/
Responsabile Scientifico del Supplemento NUTRIZIONE del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Biologo Nutrizionista e Professionista GIFT. Studio, Passione ed Esperienza per il benessere fisico-psichico dei miei pazienti! Nel 2003 conseguo la mia prima laurea in Chimica e tecnologia farmaceutiche, voto 110 su 110 e lode, con tesi di laurea in Biochimica Applicata che diventa pertanto la prima importante esperienza in campo farmaceutico. Nel 2007 ritorno “sui libri” per conseguire nel 2009 la seconda laurea in Scienze della Nutrizione con voto 110 su 110 e lode. Il passo seguente è l’abilitazione per avviarmi da subito alla professione di biologo nutrizionista. L’inizio di questa nuova avventura coincide con la seconda professione di docente e relatore in vari convegni su tutto il territorio nazionale, in quanto responsabile scientifico della NutriForm, società di formazione ed eventi.

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