Diverticolite: cosa c'entra la carne rossa?
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Diverticolite: cosa c'entra la carne rossa?

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Diverticolite: si punta il dito contro la carne rossa

Diverticolite: cosa c'entra la carne rossa?
Diverticolite: cosa c'entra la carne rossa?

 

Dal giornale Gut, uno studio che rivela la probabile relazione tra il consumo di carne rossa e la diverticolite. La diverticolite è una comune malattia infiammatoria intestinale: ad infiammarsi sono i diverticoli, delle estroflessioni che si formano dalla mucosa intestinale.

Lo studio pubblicato sul giornale Gut rivela che tra le cause di questa patologia vi è l’eccessivo consumo di carne rossa e che la sostituzione di questa con pollame o pesce è in grado di diminuire il rischio di incorrere in diverticolite. Si tratta di una patologia relativamente comune se si vede il numero di ricoveri annuali ad essa associati negli Stati Uniti. È stato visto che sono sempre di più i nuovi casi di diverticolite, particolarmente tra i giovani; tra questi, circa il 4% di quelli affetti, corre il rischio di sviluppare complicazioni gravi o a lungo termine, come le perforazioni della parete intestinale, ascessi e fistole. Tra le cause della diverticolite, si annoverano il fumo di sigaretta, l’uso di farmaci anti-infiammatori non steroidei, l’inattività fisica e l’obesità; anche un apporto non sufficiente di fibra nella dieta è stato visto avere un ruolo importante nella patogenesi, ma in realtà pochi fattori dietetici sono stati studiati veramente in dettaglio.

Lo studio

gruppo di ricerca ha valutato il potenziale impatto dell’apporto alimentare di carne rossa, pollame e pesce sul rischio di sviluppare diverticolite in quasi 46.500 uomini, che hanno preso parte all’Health Professionals Follow up Study. Gli uomini, quando hanno iniziato a far parte dello studio, tra il 1986 e il 2012, avevano un’età compresa tra i 40 e i 75 anni. Ogni 4 anni veniva chiesto loro di esprimere quanto spesso, in media, avevano mangiato, nell’anno precedente, porzioni standard di carne rossa, incluso carne processata, pollame e pesce. Questi nel rispondere, avevano a disposizione 9 opzioni che oscillavano tra “mai”, “meno di un mese”, fino a “sei o più volte al giorno”. Durante il periodo di monitoraggio di 26 anni, circa 764 uomini hanno sviluppato diverticolite. Le conclusioni hanno portato a dire che l’apporto totale di carne rossa era associato ad un più accentuato rischio di diverticolosi.

Nello specifico, il più alto livello dell’apporto di carne rossa era associato ad un 58% di un più alto rischio di sviluppare diverticolite, con una singola porzione giornaliera associata ad un 18% di aumentato rischio. Il rischio aveva, comunque, un picco quando si parlava di sei porzioni a settimana di carne rossa. Il meccanismo per cui l’apporto di carne rossa possa influenzare il rischio di diverticolite non è ancora chiaro, pertanto è necessario approfondire l’argomento con ulteriori ricerche. Un elevato consumo di carne rossa è stato, comunque legato alla presenza di sostanze infiammatorie, come la PCR (Proteina C Reattiva) e di malattie cardiovascolari e diabete. È possibile, tuttavia, un collegamento al microbioma intestinale: il tipo e la diversità dei batteri che colonizzano l’intestino può anche avere un ruolo importante in questa patogenesi, magari con il consumo di carne rossa che altera il range dei batteri, in modo da influenzare la risposta immunitaria e l’integrità dello strato interno intestinale. La scienza sarà sicuramente pronta a chiarire futuri dubbi con maggiori studi e ricerche.

 

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Francesco Garritano
Author: Francesco GarritanoWebsite: http://ilcentrotirreno.it/nutrizione/
Responsabile Scientifico del Supplemento NUTRIZIONE del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Biologo Nutrizionista e Professionista GIFT. Studio, Passione ed Esperienza per il benessere fisico-psichico dei miei pazienti! Nel 2003 conseguo la mia prima laurea in Chimica e tecnologia farmaceutiche, voto 110 su 110 e lode, con tesi di laurea in Biochimica Applicata che diventa pertanto la prima importante esperienza in campo farmaceutico. Nel 2007 ritorno “sui libri” per conseguire nel 2009 la seconda laurea in Scienze della Nutrizione con voto 110 su 110 e lode. Il passo seguente è l’abilitazione per avviarmi da subito alla professione di biologo nutrizionista. L’inizio di questa nuova avventura coincide con la seconda professione di docente e relatore in vari convegni su tutto il territorio nazionale, in quanto responsabile scientifico della NutriForm, società di formazione ed eventi.

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