Fra le cause della fibromialgia anche la SIBO
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Fra le cause della fibromialgia anche la SIBO

Fra le cause della fibromialgia anche la SIBO

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I diversi pazienti che si rivolgono a me dopo la diagnosi di fibromialgia per poter trattare i sintomi tramite un’alimentazione antinfiammatoria, presentano sintomi gastrointestinali e sindrome del colon irritabile. Ma come può essere correlato il dolore muscolare con la disbiosi intestinale? Leggiamo l’articolo per saperne di più.

Fra le cause della fibromialgia anche la SIBO
Fra le cause della fibromialgia anche la SIBO

 

L’insopportabile dolore

La fibromialgia è una patologia di cui soffre una buona percentuale di persone o ancora non sa di soffrirne perché pensa che i dolori che avverte siano solo passeggeri. Il termine fibromialgia significa, infatti, dolore nei muscoli e nelle strutture connettivali, quali legamenti e tendini; si tratta di una patologia reumatica dei tessuti molli, che causa dolori forti anche a causa dell’infiammazione che si genera nell’organismo. Sembra che finora nessuno sia riuscito a trovare una cura per la patologia, ma probabilmente perché le cause sono in continua ricerca oppure perché non si cura la causa ma ci si affida ai farmaci per trovare la soluzione al problema, trattando solo i sintomi. Ma perché non si pensa mai all’alimentazione come strumento di prevenzione e trattamento delle patologie? Probabilmente non si crede nel potere antinfiammatorio di alcuni alimenti e proinfiammatorio di altri che, se consumati quotidianamente, possono peggiorare i sintomi ed il dolore. Tramite l’alimentazione, inoltre, si può ripristinare la flora batterica intestinale, la nostra impronta digitale, che rispecchia la nostra alimentazione e che, se alterata, può generare diverse patologie.

Fibromialgia e SIBO

Gli studi riportati sotto dimostrano una correlazione fra fibromialgia e SIBO, ovvero la condizione di sovracrescita batterica nel piccolo intestino; fisiologicamente il tenue non è popolato da batteri, se non dall’ 1/1000 rispetto a quelli del crasso, per cui quando questi sono presenti si ha una condizione di SIBO, che causa sintomi quali gonfiore e dolore addominale, eruttazioni, alvo alterno reflusso gastrico, meteorismo, nausea e stanchezza.

I pazienti affetti da fibromialgia accusano spesso sintomi gastrointestinali probabilmente perché soffrono di SIBO; l’eccesso di batteri presenti nel tenue aumenta la produzione di tossine, soprattutto dell’LPS (lipopolisaccaride), e di sostanze infiammatorie per i mitocondri come il D-lattato e l’acido solfidrico, che causano un’infiammazione sistemica di basso grado, generando una risposta del sistema immunitario che provoca la liberazione di citochine. Queste tossine sono in grado di attivare anche la microglia del cervello, le cui cellule si occupano della prima e principale difesa del sistema nervoso centrale, attivando quindi il sistema immunitario del cervello. L’attivazione della microglia provoca la stimolazione dei neuroni, aumentando l’attività cerebrale glutammaergica, quindi maggiore rilascio di glutammato, che sensibilizza il cervello al dolore amplificandolo e generando depressione e ansia. Se l’attività cerebrale è continua, porta anche alla produzione esagerata di radicali liberi che danneggiano anche i mitocondri, il quale danno esacerba la disfunzione cerebrale. Infine, le tossine, il D-lattato e l’acido solfidrico agiscono anche a livello muscolare e, a livello periferico, la disfunzione mitocondriale facilita il dolore ed aumenta lo stress ossidativo.

A confermare questo meccanismo è lo studio di Pimentel che dimostra come tutti i pazienti che si sono sottoposti allo studio, sofferenti di fibromialgia, avessero tutti la SIBO; inoltre, dimostra che il dolore è direttamente proporzionale al livello di idrogeno rilevato dal Breath test. Inoltre, i batteri che spesso predominano nella SIBO sono quelli che producono D-lattato ed acido solfidrico: il primo che causa fatica muscolare e dolore, mentre il secondo danneggia il DNA riducendo la produzione di energia intracellulare.

Come diagnosticare la SIBO

Se avvertite i sintomi specificati prima, tipici della SIBO, è consigliabile sottoporsi al Breath test al lattulosio o al glucosio, due zuccheri in grado di confermarci la condizione intestinale. Il test non è invasivo e consiste nello sciogliere in 250 ml di acqua 0,5 g di lattulosio per ogni kg di peso corporeo, fino ad un massimo di 10 g. In seguito all’ingestione dello zucchero, ogni 20 minuti per 3 ore dovrà essere raccolto un campione, respirando in un apposito boccaglio, che misurerà le concentrazioni di idrogeno e metano generato dalla fermentazione. Il test sarà positivo quando l’incremento dei due gas generati avviene entro le due ore di almeno 20 ppm. Anche per il glucosio, il meccanismo utilizzato è uguale, cambiano soltanto i valori di idrogeno e metano registrati dallo strumento.

Consigli per il trattamento

Per evitare che l’intestino possa peggiorare il dolore provocato dalla condizione di fibromialgia, il consiglio è quello di prevenire la sovracrescita batterica, ma come? A causare la SIBO i fattori possono essere diversi, ma le principali sono l’ipocloridria (riduzione acidi gastrici) e la scarsa motilità intestinale: la carenza di acidi gastrici non consente l’uccisione dei batteri patogeni nello stomaco, che entrano nel tenue e proliferano, mentre la scarsa peristalsi non consente il transito intestinale in tempi adeguati, cosicché i batteri restano più a lungo nel tenue e causano fermentazioni. L’ipocloridria, oltre che essere causata dall’assunzione costante di farmaci inibitori di pompa protonica, ormai consigliati come se non avessero effetti collaterali, è peggiorata anche dallo stress cronico; dunque, il primo punto da affrontare è il benessere psicologico: dedicare del tempo a noi stessi, scaricando lo stress magari facendo un’attività fisica a piacere ma costante. ------ Se pensiamo di assumere subito dei probiotici per migliorare la SIBO ci sbagliamo, poichè aiuteremmo la proliferazione batterica del tenue, mentre è consigliabile dapprima assumere degli integratori antibatterici naturali, come l’allicina o la berberina, e una volta ripristinato il normale equilibrio intestinale, assumere probiotici in grado di riequilibrare la flora batterica. Infine, fra gli alimenti da evitare possiamo menzionare gli zuccheri semplici, le farine raffinate ed i latticini, limitando anche il consumo di alimenti ricchi di carboidrati, che potrebbero causare maggiori fermentazioni intestinali.

Riferimenti bibliografici:

  • Pimentel et al. A link between irritable bowel syndrome and fibromyalgia may be related to findings on lactulose breath testing. Ann Rheum Dis. 2004 Apr;63(4):450-2.
  • Othman et al. Alterations in intestinal microbial flora and human disease. Curr Opin Gastroenterol. 2008 Jan;24(1):11-6.
  • Yamaguchi et al. Low rather than high dose lipopolysaccharide ‘priming’ of muscle provides an animal model of persistent elevated mechanical sensitivity for the study of chronic pain. Eur J Pain. 2011 Aug;15(7):724-31. doi: 10.1016/j.ejpain.2011.01.001. Epub 2011 Feb 8.
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Francesco Garritano
Author: Francesco GarritanoWebsite: http://ilcentrotirreno.it/nutrizione/
Responsabile Scientifico del Supplemento NUTRIZIONE del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Biologo Nutrizionista e Professionista GIFT. Studio, Passione ed Esperienza per il benessere fisico-psichico dei miei pazienti! Nel 2003 conseguo la mia prima laurea in Chimica e tecnologia farmaceutiche, voto 110 su 110 e lode, con tesi di laurea in Biochimica Applicata che diventa pertanto la prima importante esperienza in campo farmaceutico. Nel 2007 ritorno “sui libri” per conseguire nel 2009 la seconda laurea in Scienze della Nutrizione con voto 110 su 110 e lode. Il passo seguente è l’abilitazione per avviarmi da subito alla professione di biologo nutrizionista. L’inizio di questa nuova avventura coincide con la seconda professione di docente e relatore in vari convegni su tutto il territorio nazionale, in quanto responsabile scientifico della NutriForm, società di formazione ed eventi.

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