Zona di comfort: quando il cambiamento è duro da affrontare
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Sab, Apr

Zona di comfort: quando il cambiamento è duro da affrontare

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Uscire dalla zona di comfort per affrontare il cambiamento

 

Zona di comfort: quando il cambiamento è duro da affrontare
Zona di comfort: quando il cambiamento è duro da affrontare

La persona che vuole raggiungere il benessere e migliorare il proprio stile di vita si trova davanti a un bivio: cambiare o rimanere ancorato alla propria zona di comfort?

Iniziare un percorso dietetico-nutrizionale significa cambiare, e il senso della parola cambiamento diventa ancora più forte se la persona dovrà modificare radicalmente le proprie abitudini e il proprio stile di vita.

Il cambiamento, tuttavia, fa paura a tutti, nonostante “la novità” miri spesso ad apportare un benessere e un vantaggio per la salute. Questo avviene perché cambiare significa lasciare ciò che si conosce, seppur faccia male, per qualcosa di nuovo che magari potrebbe farci stare meglio.

E proprio la paura del nuovo inteso come ignoto che fa paura.

Il vecchio, invece, quello a cui siamo abituati da tanto tempo, è più rassicurante e confortevole, una vera e propria zona di comfort dalla quale è difficile staccarsi.

Se non si abbandona la zona di comfort, non può esserci un cambiamento.

La zona di comfort

Una condizione mentale nella quale la persona vive meglio, provando un senso di familiarità e sentendosi a proprio agio: è questa la zona di comfort.

La persona ha il pieno controllo della propria situazione perché conosce bene tutto, si sente al sicuro perché vive in “luogo” creato sulla base di esperienze e convinzioni, in cui regnano sicurezze e abitudini e non rischi e pericoli.
Abbandonare ad un certo punto tale zona di comfort, diventa tuttavia essenziale perché questa può rivelarsi troppo stretta per la persona e tramutarsi in una sorta di gabbia.Per chi deve affrontare un cambiamento, la zona di comfort diventa infatti un limite che tende a trattenere la persona qui pur di non farla evadere per conoscere il nuovo e magari il meglio.

Il cambiamento

Evadere dalla propria zona di comfort, iniziando un percorso dietetico, ad esempio, che punti a migliorare il proprio aspetto fisico, la propria salute e il proprio benessere passando da una modifica del proprio stile di vita, a volte è fondamentale.

Lasciare il vecchio per il nuovo e l’incerto per l’incerto presuppone sì paura, ma anche tanto coraggio per vedere cosa ci riservi la novità: il disagio, l’ansia e l’insicurezza saranno normali ma meglio avere un rimpianto che un rimorso, meglio dire: “io ci ho provato” che non averci provato affatto. Se poi quel tentativo porta ad un risultato positivo la soddisfazione sarà tanta e la fiducia in se stessi maggiore.

Un cambiamento, infatti, seppur basato sull’abbandono di un qualcosa di vecchio, può preservare sorprese positive, una vita migliore e un sorriso in più, ma per farlo bisogna lasciarci alle spalle la zona di comfort in cui si vive.

Oltretutto la nuova condizione, in cui si ritrova la persona che ha cambiato, sarà una zona di comfort più allargata, perché tutto ciò che prima veniva visto come ignoto e incerto ora diventa normalità.

La scelta di dimagrire, di risolvere una patologia o semplicemente di sentirsi meglio necessita di un cambio di abitudini, inizialmente visto come un ostacolo difficile da superare, come un qualcosa di insormontabile che fa talmente paura che porta la persona a chiudersi nella propria zona di comfort utilizzandola come scudo protettivo.
È quello invece il momento in cui serve un po’ di coraggio, una buona motivazione e la consapevolezza dei benefici di un cambiamento, tutti elementi in grado di darci la forza per affrontare il cambiamento stesso, ampliando e modificando la propria zona di comfort.







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Francesco Garritano
Author: Francesco GarritanoWebsite: http://ilcentrotirreno.it/nutrizione/
Responsabile Scientifico del Supplemento NUTRIZIONE del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Biologo Nutrizionista e Professionista GIFT. Studio, Passione ed Esperienza per il benessere fisico-psichico dei miei pazienti! Nel 2003 conseguo la mia prima laurea in Chimica e tecnologia farmaceutiche, voto 110 su 110 e lode, con tesi di laurea in Biochimica Applicata che diventa pertanto la prima importante esperienza in campo farmaceutico. Nel 2007 ritorno “sui libri” per conseguire nel 2009 la seconda laurea in Scienze della Nutrizione con voto 110 su 110 e lode. Il passo seguente è l’abilitazione per avviarmi da subito alla professione di biologo nutrizionista. L’inizio di questa nuova avventura coincide con la seconda professione di docente e relatore in vari convegni su tutto il territorio nazionale, in quanto responsabile scientifico della NutriForm, società di formazione ed eventi.

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