Su Facebook ho creato un gruppo che ha lo scopo di supportare chi soffre di questa patologia, che intacca non soltanto la tiroide, ma ostacola anche la vita quotidiana poiché causa umore basso, depressione e stanchezza frequente. Ma quali sono le cause e come si può trattare con l’alimentazione? Leggete l’articolo per saperne di più.
Cause della tiroidite di Hashimoto
Prima di spiegare le cause, vorrei soffermarmi sul significato della parola autoimmune. Sappiamo che il sistema immunitario si occupa di difenderci dagli organismi patogeni, generando una reazione che li distrugge; quando, però, si parla di autoimmunità si intende l’attività del sistema immunitario contro i propri organi, quindi non più contro agenti esterni, ma contro qualcosa di “self”, ovvero di proprio.
La tiroidite di Hashimoto è una delle patologie autoimmuni più diffuse, corrispondente al 30% delle stesse, che si verifica con la progressiva distruzione della ghiandola tiroidea ad opera di anticorpi anti-Tireoglobulina, anti-Tireoperossidasi e di citochine infiammatorie che rendono cronico il processo, generata da una reazione immunitaria cellulo-mediata e anticorpale.
Le cause della tirodite autoimmune possono essere di tipo genetico ma anche ambientale; perché se è vero che la predisposizione genetica aumenta la suscettibilità alla patologia, anche fattori esterni possono scatenarla. Infatti, un’infezione virale della famiglia dell’Herpes Virus o una condizione di permeabilità intestinale, definita leaky gut, può indurre una risposta autoimmune; nel primo caso, in seguito ad una riattivazione del virus, che dopo l’infezione va in stato di quiescenza, ma che può riattivarsi scatenando una risposta autoimmune, nel secondo caso la situazione è un po’ più complicata.
Immaginate l’intestino come un insieme di cellule (enterociti) separate da giunzioni strette che regolano il passaggio di cibo e tossine nel sangue, in particolar modo, immaginate una proteina regolatrice di queste tight junctions definita Zonulina. Quando questa aumenta, anche le giunzioni saranno maggiormente allentate, per cui in circolo passeranno non solo le sostanze nutritive, ma anche batteri, tossine, glutine ed altre sostanze non self, attivando una risposta anomala del sistema immunitario. Ad aumentare la zonulina sono il glutine, la SIBO o disbiosi intestinale, l’infiammazione e le tossinfezioni, da ricercare come cause di una maggiore permeabilità intestinale e, quindi, di insorgenza di patologie autoimmuni.
Come diagnosticare la Tiroidite di Hashimoto
La patologia non si presenta subito sotto forma di ipotiroidismo clinico se si è generata da poco, infatti, il primo stadio è rappresentato da eutirodismo, per poi passare a tireotossicosi (causata dalla liberazione di ormoni T3 e T4 dai follicoli distrutti), ipotiroidismo subclinico (TSH alto, T3 e T4 normali) e poi ipotirodismo manifesto (TSH alto, T3 e T4 bassi).
Oltre a verificare gli ormoni TSH, T3, T4, fT3 e fT4, bisogna anche ricercare gli anticorpi anti-Tireoglobulina, anti-Tireoperossidasi ed anti-TSH che ci danno maggiori informazioni sul percorso della patologia. Inoltre, in caso di tiroidite è necessario dosare anche alcuni minerali e vitamine che potrebbero essere insufficienti, quali il selenio, lo zinco, lo iodio e la vitamina D, che rallenterebbero le funzionalità tiroidee.
Trattamento nutrizionale
Il trattamento della patologia deve mirare dapprima ad una detossificazione dell’organismo, per consentire una maggiore conversione di T4 a T3 nel fegato e nell’intestino, per poi debellare l’infiammazione che colpisce l’intero organismo in contemporanea al ripristino della barriera intestinale.
Debellando l’infiammazione, sarà possibile far abbassare il valore degli anticorpi anti-tiroide facendo scomparire i sintomi tipici dell’ipotiroidismo, quindi, spesso consiglio di sottoporsi al test Recaller che misura l’infiammazione da cibo per stilare poi una dieta di rotazione che possa restituire la tolleranza agli alimenti che generano un incendio nel corpo. Inoltre, cibi come il glutine ed i latticini insieme agli altri alimenti pro-infiammatori dovranno essere eliminati, mentre altri che aumentano il danno intestinale saranno dapprima eliminati e poi reintrodotti. Infatti, prima di procedere al piano alimentare, chiedo ai miei pazienti di effettuare il test della permeabilità intestinale, in modo da intervenire anche sulla barriera intestinale tramite determinati integratori.
Ovviamente non bisogna trascurare l’individualità, poiché ogni protocollo deve essere adeguato alle esigenze del soggetto che abbiamo di fronte.
Si può guarire dalla tiroidite di Hashimoto?
L’argomento era stato già trattato, per cui vi invito a leggere l’articolo cliccando qui. Guarire è una parola troppo forte, ma trattare la patologia facendo scomparire i sintomi si può.